Lazio – Atalanta 3-2 (2-1)LAZIO (4-3-3):
Provedel 6; Marusic 6, Romagnoli 6, Casale 6, Hysaj 5,5; Guendouzi 6,5 (19′ st Kamada 6), Rovella 6,5 (33′ st Cataldi 6), Luis Alberto (cap.) 6 (10′ st Vecino 7); Felipe Anderson 6,5 (33′ st Isaksen 6,5), Castellanos 7, Zaccagni 6,5 (11′ st Pedro 7). A disp.: 33 Sepe, 35 Mandas, 4 Patric, 34 Mario Gila, 3 Luca Pellegrini, 29 Lazzari, 26 Basic. All.: Maurizio Sarri 6.
ATALANTA (3-4-1-2): Musso 5,5; Scalvini 5, Djimsiti 5, Kolašinac 6,5; Zappacosta 6 (36′ st Holm sv), De Roon 6, Éderson 6,5, Ruggeri 6,5 (36′ st Bakker sv); Pašalić 5 (1′ st Koopmeiners 6,5); De Ketelaere 6 (25′ st Muriel 5,5), Scamacca 5 (15′ st Lookman 6,5). A disp.: 29 Carnesecchi, 31 Rossi; 6 Palomino, 21 Zortea, 33 Hateboer, 25 Adopo, 59 Miranchuk. All.: Gian Piero Gasperini 5,5.
Arbitro: Orsato di Schio 6,5 (Scatragli di Arezzo, Zingarelli di Siena; IV Tremolada di Monza. V.A.R. Di Martino di Teramo, A.V.A.R. Abisso di Palermo).
RETI: 5′ pt aut. De Ketelaere (L), 11′ pt Castellanos (L), 33′ pt Ederson (A), 18′ st Kolasinac (A), 38′ st Vecino (L).
Note: pomeriggio caldo e soleggiato, spettatori 41 mila. Ammoniti Ruggeri per gioco scorretto e Vecino per esultanza scomposta. Espulso Sarri (all. L.) al 40′ st per proteste. Tiri totali 12-12, nello specchio 4-4, parati 2-2, respinti/deviati 4-3, legni 1-0. Corner 4-6, recupero 3′ e 5′.
Roma – Ederson e Kolasinac usano la testa per riacciuffarla, ma purtroppo per l’Atalanta lo fa anche il raddoppiatore Castellanos sull’ultimo cross utile di Marusic per offrirla al 3-2 in acrobazia di Vecino. Le scorie di coppa appesantiscono gambe e idee degli eroi di Lisbona regalando alla Lazio la vittoria su tre piattini d’argento. Per il resto il terzo ko su otto turni, che lascia i bergamaschi sesti a quota 13, è figlio di una domenica storta, vedi CDK che ritrova Scamacca in coppia ma centra solo la porta sbagliata.
Un plauso alla capacità di reazione di un collettivo dai molti difettucci, che nondimeno sommati insieme continuano a zavorrare un potenziale in gran parte inespresso. Undici corsette cronometriche e pareva finita. Il solitario vice Immobile, 6 minuti dopo l’autogollonzo di De Ketelaere, a rimorchio lungo di Felipe Anderson davanti alle belle statuine sembra chiuderla precocemente. Che sfortuna la precedente deviazione di fianco del belga sul primo tiro dalla bandierina di Luis Alberto dalla sinistra, nel gioco delle torri con Casale a tagliare fuori le marcature da 4 contro 4 in un fazzoletto. Rischio totale e squadra in bambola a un tiretto dal quarto d’ora, quando lungo la punizione deviata di Luis Alberto sbuca Casale che gira di sinistro addosso al portiere argentino in uscita, e un tris di lancette più tardi quando De Roon chiude lentissimo su Guendouzi che quasi dal limite coglie la traversa alta dove nemmeno la Provvidenza sarebbe mai potuta arrivare.
Il fatto è che il pragmatico Sarri tiene Rovella da libero aggiunto svangapalloni e chiama a coprire perfino Zaccagni, aperturista dell’azione del raddoppio, erigendo una muraglia non proprio invisibile di fronte ai nerazzurri. Capaci soltanto di sporadici break, vedi traversone di Ruggeri a ventitré dall’intervallo col difensore ex Verona e non il centrattacco di Fidene a prolungarne la palla per la goffa spizzata di Pasalic, praticamente il dimezzamento dello score bucato da un passo. Non fallisce invece il brasiliano staccando bene a centro area, accarezzato dal cross di Ruggeri. A una dozzina abbondante dalla pausa CDK si sveglia imbeccando Zappacosta sulla corsa col tuttofare Rovella a salvare in corner capra e cavoli; limita i danni SuperMario opponendosi al pericolo zaccagniano, il metro e 95 là davanti dal canto suo non trova di meglio che provarci fra i 25 e i 30 sparandola in curva (43′).
Se il primo tempo si chiude virtualmente col retropassaggio del capitano lisciato dal numero 1 di San Nicolàs, bravo comunque a smanacciare il secondo angolo della serie dello specialista di casa, nella ripresa subito dentro RoboKoop per il croato e subito due occasionissime col prestito milanista e Ruggeri. Siamo al 4′, lo slalom usando anche la schiena per far fuori la coppia Marusic-Rovella s’infrange sui guantoni di Provedel prima che la difesa dell’Aquila spieghi le ali per allargare in fallo di fondo il tracciante del mancino zognese. Al 13′ Musso va fuori area per anticipare in tackle perfetto l’autore del 2-0 lanciato da Pedro, che in seguito è in fuorigioco di almeno un uomo. Un paio di accelerate a sinistra della new entry Loookman e il bosgnacco della Ruhr svetta senza nemmeno saltare chissà cosa sfruttando lo schema da calcio d’angolo chiamato da Ruggeri al crossatore Koopmeiners: la palombella attraversa tutto lo specchio col baluardo laziale ad alzare le mani come ad arrendersi, mentre Guendouzi reclama una spinta. Ben difficilmente qualcuno avrebbe segnato al posto di Kamada, costretto a svettare poco oltre il limite sulla palla alta e morbida di Pedro (29′, centrale), forse più vivace di Zaccagni e soprattutto ambidestro anche se dalla strozzata della mezzora non si direbbe. Seo spazza sul giapponese, a rimorchio sempre da sinistra e cozzato contro il corpaccione di Djimsiti, Isaksen costringe invece Ruggeri a spendere il giallo per alzare il piazzato dalla sua zolla (35′). Manca poco al patatrac, qualcosa di più all’ascensore imperfetto di Scalvini chiamato da RoboKoop dalla bandierina destra e al rimorchio Lookman-Muriel dalla destra con tiro non convintissimo e parata non impossibile di Provedel. Si va alla pausa sottodimensionati, anche se non va scordato che in Europa League c’è un primo posto da difendere. E pazienza per il clean sheet arretatosi a tre gare di fila.
Simone Fornoni