Me lo dicono in tanti, ma in fondo non ci ho mai creduto seriamente. Oggi invece mi è capitato due volte in un’ora di sentirmi in fondo un uomo dalla mente assai pericolosa.
L’antefatto, che si parte sempre da lì, da chi non mi blocca quell’attimino prima in cui mi metto a organizzare un’ideuzza folle che mi è venuta in mente nella notte. Chi mi legge lo sa, ultimamente mi sono messo anima e corpo in quell’interminabile casino che è organizzare un torneo di pallone in questo tempo sospeso, che il covid è passato, ma non del tutto, insomma forse, insomma non si capisce una beata mazza.
La festa è dall’1 al 4 luglio, per celebrare We’re te fubal, la nostra canzone solidale, per ritrovarci tutti noi, quel movimento fichissimo che è quello del pallone. Ho messo giù il mio bel programmino, ho chiamato uno dei pres più disponibili al mondo, Luca Schiavi dell’Azzano, e immediatamente dopo i due maggiori esperti nella Bergamasca nell’organizzazione di eventi calcistici, Luca Battistini da Montello, un signore, intelligenza, simpatia e disponibilità d’altri tempi, e Maurizio Mangili da Alzano, lucido, veloce, organizzato, eroico dopo una settimana accanto a me che ho mille idee, al novanta per cento confuse e felici.
Ne è nato un quartetto niente male, siamo in dirittura d’arrivo con i tornei di pallone per gli esordienti, per le ragazze, per gli special e per le prime squadre. Ma siamo un team molto di cuore, loro tre super, estremamente rispettosi, che non mi hanno detto che stavo delirando quando come gran finale mi sono messo a tormentare gli Alpini, sognandoli in campo in una sfida indimenticabile perché quest’anno la sezione di Bergamo fa la bellezza di un secolo.
Gli Alpini… Avete presente l’idea che avete di loro? Persone buonissime, sempre pronte a dare una mano, spesso musicisti eccezionali, festaioli straordinari, cantanti dai cori da brividi, cuochi di salamelle, costine e patate fritte sopraffine. Gente un sacco su con l’età. Ma qualcuno di voi li ha mai visti tirare bordate sul rettangolo di gioco con in testa il famoso cappello con la penna nera? Piuttosto a camminare verso un rifugio, piuttosto a mettersi a disposizione di chi sta male, piuttosto a costruire da zero in un giorno un ospedale…
Bene, io, che sono una mente pericolosa, l’ho detto, da una settimanella buona li sto tormentando a tutti i livelli per vederli giocare a pallone e poi sfidarsi al karaoke nella sera di domenica 4 luglio. E pure loro, esattamente come le tre persone che mi stanno aiutando nella nostra festa, sono possibilisti, disponibili pure a mettersi gli scarpini se l’intento è quello di fare del bene. Ho conosciuto oggi Bettoni della sezione di Azzano, semplicemente mitico, che forse giocherà, sicuramente porterà la sua banda per festeggiare, e per telefono Beretta della sezione di Bergamo, che aspetta la mia mail di convocazione per radunare gli undici.
Che dire degli Alpini, che tra l’altro ormai dieci anni fa hanno organizzato il mio matrimonio senza volerne uno? Semplicemente che se non ci fossero, bisognerebbe inventarli.
Matteo Bonfanti
Nella foto la banda degli alpini di Azzano