Potatrek

è un progetto no-profit nato nel 2020 da Riccardo Silva, uno studente bergamasco (di Nembro) di 21 anni, diventata da poco un’associazione a tutti gli effetti. Potatrek vede dei giovani bergamaschi impegnati nella promozione di attività sportive legate al trekking e all’escursionismo giovanile nel proprio territorio montano. Associazione curiosa dal momento che l’escursionismo non è ad oggi tra gli sport più praticati dalla popolazione più giovane.
I ragazzi, tutti volontari, che compongono questo gruppo definiscono invece il progetto come qualcosa che vada oltre la mera attività sportiva, qualcosa che per loro delinea e rivela un vero e proprio life-style.
Riccardo, il Ceo, e altri quattro componenti, hanno risposto alle nostre domande.
Cosa è Potatrek e di cosa si occupa?
“Potatrek è la divulgazione di guide escursionistiche attraverso il sito internet www.potatrek.com, con annessi consigli e fotografie scattate tutte personalmente dai componenti. Il nome nasce dalla fusione di una “parola emblema” bergamasca (pota) e il sostantivo trek, protagonista effettivo della mission. Oltre a realizzare guide, si appoggia al CAI (Club Alpino Italiano), per la promozione di gite aperte a tutti: giovani, adulti e famiglie”.
Cosa ha spinto la creazione? Chi fa parte del team?
“L’associazione è nata in principio come anonima, senza rivelare i nomi dei due collaboratori iniziali, poi però sono iniziate ad essere tante le persone che si stavano appassionando all’obiettivo di Potatrek e che volevano entrare a farne parte. Perciò gli iniziali collaboratori si sono rivelati e ad oggi è una realta che ne conta 13. L’imput è stato creato dall’acquisto di un drone per creare contenuti multimediali e la passione per le nostre montagne”.
Come si organizza una gita?
“Avendo attorno a noi tanta possibilità di scelta, consultiamo prima le guide alpine, le mappe e i sentieri, e poi ci rechiamo noi stessi sul posto (con la giusta attrezzatura) per poter raccontare poi come è veramente un percorso, visto da occhi e parole nostre. Tendiamo a non organizzare gite nel periodo invernale, con la neve, perché la montagna in queste condizioni può variare aspetto e anche di molto”.
Come si gestisce un’emergenza in montagna?
“Per prima cosa mantenendo la calma, bisogna poi valutare la situazione in cui ci si trova e ricordandosi soprattutto bene la strada percorsa per poter tornare senza perdersi”. (Ricordiamo che il numero di riferimento è quello del 112 e fortemente consigliata è anche la relativa app).
Qual è l’impresa più difficile che avete portato a termine?
Sergio Gambirasio: “Quest’estate la Nembro-Parigi in bicicletta, con un gruppo di dieci persone (seguite e monitorate da un team)”.
Riccardo Silva: “Molte, ne abbiamo fatte tante, non dimenticherò mai i rifugi in cui abbiamo dormito la notte e in cui abbiamo patito un po’ di freddo. Ma tutto è stato esperienza per noi, anche gli errori, che ci hanno insegnato comportamenti più saggi per il futuro, e diversi lunghi percorsi come la Via degli Dei o le varie Vie Mercatorum”.
Come vi vedete tra cinque anni?
“Tra cinque anni ci vediamo ancora più presenti sul territorio con una realtà ben fondata e con tanti nuovi progetti… chissà, magari anche attraverso l’organizzazione di viaggi di diverse tipologie (on the road, ecc…)”.
Prossimi progetti?
“Tanti, grandi e di diverso genere, ma per ora non possiamo svelare ancora nulla… Tutto top secret”.
Quali sono i consigli che vi sentite di dare ai giovani neofiti e in generale a chi si approccia alla montagna?
“Di non approcciarsi mai da soli, meglio essere in gruppo e con l’abbigliamento adatto, e riconoscere ed ammettere quali sono i propri limiti, perché in questo contesto superarli potrebbe rivelarsi troppo pericoloso. Studiate anche bene i percorsi che andrete a fare, meglio se con indirizzi e consigli di chi ci è già stato”.
Qual è e come si sceglie l’abbigliamento adatto?
“Dipende dal tipo di avventura, non per forza bisogna subito comprare tutto l’armadio tecnico. E’ certo, però, che non ci si può approcciare al mondo del trekking con jeans e sneakers, perciò è importante all’inizio avere le cose essenziali, come gli scarponcini adatti, le racchette, un buono zaino, e poi comprare il resto man mano”.
Ci permettiamo anche di aggiungere di prestare attenzione ad abbigliamenti con nastri, fibbie, stringhe, anche degli zaini, che potrebbero erroneamente incastrarsi o aggrapparsi a rami o rovi che vi potrebbero mettere in serio pericolo.
Quali sono i tre oggetti che ognuno di voi porta sempre con sé?
“Mantellina impermeabile, kit medico e la testa!”.
L’importanza di essere green: i consigli di Potatrek per rispettare la natura.
“Essere green pensiamo che sia fondamentale, soprattutto adesso. La nostra generazione ha il compito di recuperare la situazione e garantire un futuro sostenibile. Le risorse sono limitate, spero proprio che le persone prendano a cuore questa causa e che ognuno nel suo piccolo faccia quel che può”.
Il mondo della montagna è un mondo che bisogna conoscere molto bene prima di affrontarlo, i ragazzi di Potatrek sono sulla strada giusta. Li ringraziamo per aver rilasciato quest’intervista e gli auguriamo di poter realizzare i loro sogni, puntando più in alto come le loro amate vette.
Clara Savoldi

Contatti social
Sito internet: www.potatrek.com
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Instagram: potatrek