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Petrucci, Rossi, Macheda, Lupoli, Trotta, Zamblera, Sala, Fornasier, Santonocito, Borini e Mannone. Cosa hanno in comune tutti questi nomi? Sono tutti giovani calciatori “scippati” da club esteri ai club giovanili italiani a cui appartenevano. Ma non sempre emigrando s’incontra la fortuna. Ragazzini ai quali vengono offerti contratti faraonici: spesso è davvero difficile dire di no e per le società italiane non c’è altra soluzione se non quella di salutare a malincuore talenti sui quali si era puntato tempo e denaro. Le norme FIFA infatti sono molto permissive su questo argomento dato che i club acquirenti hanno come unico obbligo quello di corrispondere un indennizzo alla società “scippata”, una cifra che molto spesso non supera i 100.000 euro. L’unico modo che i club italiani hanno per opporsi è quello di offrire a ragazzi sedicenni contratti pluriennali a cifre elevate, ma ciò rappresenta un rischio altissimo dato che la percentuale di giocatori che poi cresce e sviluppa totalmente il suo potenziale è molto bassa e quindi c’è il pericolo che  diventi un pessimo investimento, oltre che un esubero in rosa.
Analizziamo alcuni casi: Giuseppe Rossi e Arturo Lupoli, tutti e due classe ’87 e compagni negli allievi nazionali del Parma, nell’estate del 2004 furono tesserati da Manchester United e Arsenal a seguito del fallimento dei gialloblu. Il primo è uno dei pochi nomi nella lista iniziale, insieme a Fabio Borini e Vito Mannone, che è riuscito a raggiungere il livello più alto del calcio mondiale giocando in nazionale e segnando gol in tutti e tre i principali campionati europei. Il secondo rappresenta, purtroppo, il caso standard per i giovani emigranti del pallone. Lupoli dopo essere stato tesserato dai Gunners non è mai riuscito a trovare spazio in prima squadra ed ha cominciato a girovagare in prestito tra i club delle serie minori inglesi, fino a ritrovarsi senza contratto ed essere tesserato la scorsa stagione per il Varese, serie B italiana, riuscendo però a collezionare poche presenze. Lo stesso discorso vale per Luca Santonocito (’91 ex Milan), Davide Petrucci (’91 ex Roma), Michele Fornasier (’93 ex Fiorentina): il primo, tesserato dal Celtic, si trova ora a Monza in seconda divisione, il secondo ed il terzo sono stati tesserati dal Manchester United ed ora vivacchiano in serie o campionati minori, come Marcello Trotta (classe ’92 ex Napoli) tesserato dall’altro club di Manchester. I due calciatori bergamaschi Jacopo Sala (classe ’91) e Fabio Zamblera (classe ’90) cresciuti tutti e due nel vivaio dell’Atalanta hanno poi seguito strade completamente diverse. Sala (nella foto) ingaggiato dal Chelsea, è passato all’Amburgo riuscendo a togliersi la soddisfazione di segnare contro il Bayern Monaco e da questa stagione gioca (poco) nel sorprendente Hellas Verona. Zamblera dopo essere passato nel 2008 al Newcastle, complici vari infortuni muscolari, ha girovagato tra le primavere di Roma e Sampdoria e ora pare destinato all’AlzanoCene. Il bilancio quindi è certamente negativo e dovrebbe far riflettere oltre a rendere giustizia al vecchio detto “non è oro tutto ciò che luccica”.        F.D.