Bergamo

– Tornano puntuali le Giornate Fai di Autunno e per la nostra Provincia ecco nuove opportunità di scoperta, o meglio, di riscoperta del nostro patrimonio culturale ed artistico.
Le “tappe” organizzate dalla Delegazione Fai di Bergamo il 15 e 16 ottobre quest’autunno prevedono visite guidate a Bergamo (Istituto Vittorio Emanuele e Villa Moroni), Trescore Balneario (Parco Villa Suardi, Palazzo Bonicelli, Casa Parrocchiale, Palazzo delle Stanze del Lanzi, Palazzo della Torre Piccinelli), Fara Gera d’Adda (Basilica Autarena, ex Linificio Canapificio Nazionale, Lavatoi, Parco Adda) ed il Villaggio di Crespi d’Adda.
Ma oggi vogliamo raccontarvi un luogo particolare, forse inaspettato per certi versi, così vicino alla quotidianità ma nello stesso tempo così particolare. Si tratta dell’Istituto Tecnico Commerciale e Turistico Statale Vittorio Emanuele II di Bergamo che quest’anno compie 160 anni dalla fondazione e 100 anni dall’insediamento nell’attuale sede di Piazzale degli Alpini, strategicamente collocato nel centro della città, adiacente alla stazione dei treni e delle autolinee. Il 30 ottobre 1862 viene fondato il Regio Istituto Tecnico di Bergamo, intitolato poi a Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia. Nel 1922 l’Istituto si trasferisce nell’attuale sede, progettata dal celebre architetto Marcello Piacentini che a Bergamo lascerà altre opere di rilievo (tra i quali il Centro Piacentiniano).
Da allora migliaia di studenti bergamaschi hanno frequentato questa scuola d’eccellenza che ha permesso loro di apprendere cultura e tecnica poi portate nella vita professionale di centinaia di aziende del nostro territorio ed oltre. Come si legge nella presentazione del FAI-Delegazione di Bergamo, l’edificio che verrà aperto al pubblico sabato 14 e domenica 15 è uno dei molteplici capolavori progettati per la città di Bergamo dall’architetto romano Marcello Piacentini. Sin dal 1908 fu impegnato in una colossale opera di ricostruzione ed ammodernamento del centro di Bergamo Bassa, un enorme progetto di durata ventennale che prevedeva l’edificazione del Palazzo di Giustizia, la sede della Banca d’Italia, la Torre dei Caduti ed altri importanti centri dell’amministrazione e della cultura cittadina. La struttura a C del complesso mette in risalto l’austera facciata, nella quale sporge l’ingresso principale, affiancato da semicolonne. L’edificio presenta un’architettura tipica del monumentale Revivalismo Storico del primo decennio del Novecento, con accenni di quel Razionalismo e Classicismo Semplificato che renderanno celebre Piacentini. La costruzione, inoltre, è esaltata dall’utilizzo del Ceppo di Poltragno lavorato a mano, che gli dona, quell’aura signorile tipica dei palazzi rinascimentali italiani.
La descrizione fornita è senz’altro sufficiente per catturare l’attenzione di chi vorrà approfittare di questa rara occasione per visitare l’edificio e la sua storia. Una storia che, eccezionalmente, sarà raccontata da 21 studenti del triennio, che idealmente apriranno le porte della loro “casa” per raccontarne segreti, curiosità e preziosità. Da sottolineare la disponibilità di visite anche in inglese, francese e spagnolo. Sarà un lungo percorso tra episodi e storie di uomini e donne che tra queste mura hanno appreso cultura e poi l’hanno trasportata nella vita di tutti i giorni e nelle loro professioni. Tra questi come non ricordare l’aviatore Antonio Locatelli, i grandi europeisti Ada ed Ernesto Rossi (quest’ultimo ideatore tra gli altri del famoso “Manifesto di Ventotene” antesignano della Costituzione Europea). Il partigiano Ferruccio Dell’Orto o il musicista Benvenuto Terzi.
Tra i “tesori” conservati, la prima edizione italiana dell’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert (foto 1) che contiene tutto il sapere umano della fine del XVIII secolo, un volume probabilmente unico per le biblioteche pubbliche di Bergamo.
Abbiamo raccolto in esclusiva alcuni pensieri dei ragazzi coinvolti che ci hanno raccontato le loro sensazioni alla vigilia dell’evento.
Alberto Todeschini, questo momento storico per la tua scuola apre alla cittadinanza un luogo che per te è l’attuale vita. Con quale emozione ti avvicini all’appuntamento?
“Prima di tutto, per me è un grande onore e una grande opportunità partecipare a questo importante capitolo di valorizzazione della storia del nostro Istituto, alla scoperta dei tesori nascosti agli occhi dei nostri concittadini. Ad ogni modo, mi avvicino a questo appuntamento in un tumulto di emozioni, contraddistinto da ansia, felicità ed eccitazione per un’esperienza che promette di essere indimenticabile”.
Christian Polizzi, raccontaci come hai preparato i tuoi interventi. Cosa racconterai ai visitatori che ti verranno assegnati nel percorso illustrativo?
“I miei interventi, incentrati sull’atrio dell’Istituto, verteranno soprattutto sull’importanza simbolica delle testimonianze storiche presenti nella nostra scuola. In questo caso soprattutto le lapidi e su cosa voglia dire che la nostra scuola “è piena di storia” o “ha tanti anni”. Intendo esprimere la fortuna che abbiamo nel poter vedere nelle stesse mura tutta la retorica fascista manifestata dalle sontuose scritte presenti in alcune lapidi e, contemporaneamente, l’umiltà nel ricordare studenti, come Ferruccio Dell’Orto, che sono morti per la libertà di cui oggi godiamo e che, talvolta, dimentichiamo non essere purtroppo scontata. Nel preparare il mio intervento, quindi, ho riflettuto su come la storia, una piccola parte della quale voglio trasmettere, sia anche sentimento ed immedesimazione in cià che si racconta, unico modo per comprenderne davvero l’importanza”.
Astou Ba, quanto è formativa, a tuo giudizio, l’opportunità offerta da FAI, di metterti a contatto con il grande pubblico per raccontare la “tua” scuola?
“Questa esperienza è sicuramente assai formativa. Potersi mettere in gioco con un grande pubblico ed imparare nuove informazioni sulla storia della scuola aiutano a comprenderla e apprezzarla ulteriormente”.
Dalle loro parole emergono chiare, consapevolezza, entusiasmo, passione, fierezza, tutte qualità che confermano come anche dalla cultura può crescere il futuro delle nuove generazioni. E allora qui ci piace ricordare i loro nomi: Benedetta Berera, Elena Quirico, Caterina Tiraboschi, Giorgia Nembrini, Michela Previtali, Davide Roncalli, Giorgia Venuto, Valentina Gargano, Ramata Thiam, Chiara Ambrosini, Simone Balconi, Lorenzo Brembilla, Emanuele D’Auria, Thomas Kancsar, Giada Persico, Alessia Rampinelli, Alberto Todeschini, Tewani Verdi Lusamba, Astou Ba, Alessio Fumagalli e Christian Polizzi.
Per ulteriori dettagli organizzativi è possibile visitare il sito web del F.A.I. Fondo Ambiente Italiano. Ricordiamo solo che sabato 15 l’orario delle visite sarà dalle ore 14,30 alle ore 18,00 (ultimo ingresso ore 17,00) mentre domenica la giornata si articolerà con aperture dalle ore 09,30 alle ore 13 e dalle ore 14 alle ore 18 (ultimo ingresso ore 17,00). Le foto di questo articolo sono state gentilmente concesse da Diego Bonacina, volontario di Delegazione e Gruppo Giovani FAI di Bergamo, nonché referente di questa apertura.
Non resta che attendere l’apertura dell’ampio portone ed immergerci in questo viaggio nel passato magnificato dal presente fatto di gioventù e desiderio di apprendere per poi affacciarsi al mondo lavorativo che ha bisogno non solo di tecnica ma anche di cultura.
Giuseppe De Carli