Liverpool
– “Uno stadio con un’energia e un calore speciali, saranno anche quelli gli ostacoli di una sfida che non vediamo l’ora di affrontare”. Parola di Sead Kolasinac, l’ex Arsenal che conosce quindi bene Anfield da avversario. “I favoriti? Al sorteggio li abbiamo beccati contro. Però è il campo che decide chi debbano essere, la partita va giocata. E noi siamo qui per giocarcela al meglio, senza fare alcuna scelta sui tre fonti in cui siamo in corsa”. Chiosa di Gian Piero Gasperini, a conferma che l’Atalanta non è atterrata a casa del Liverpool in gita turistica: “Abbiamo di fronte un esempio per tutto il calcio, una squadra che tiene sempre i suoi campioni rinnovandosi coi giovani. Klopp è eccezionale da questo punto di vista”.
Gassperini e Klopp – “Noi forse siamo in tre o quattro della doppia sfida di Champions League nei gironi tre anni e mezzo fa, loro qualcuno di più. La loro forza è proprio questa, sono una scuola di ottimi giocatori e con un allenatore che impone una mentalità vincente. Klopp è un riferimento anche per me – ha rimarcato il tecnico nerazzurro -. Il calcio è della gente e per fortuna stavolta non avremo il rammarico dell’assenza del pubblico: quelle due volte, a Bergamo (0-5, NdR) e qui (2-0 Ilicic-Gosens, NdR), non aveva potuto esserci. Sarebbe stato un peccato, invece abbiamo un Anfield pieno”.
Kolasinac, Matip e Van Dijk – Quanto al nazionale bosniaco, il rischio è di scontentare, anche per i confronti, l’ex compagno allo Schalke 04, sicuro assente nel quarto di finale di andata di Europa League perché infortunato: “A Joel Matip ho mandato un messaggino appena scesi dall’aereo, ‘che bel tempo avete qui’ – sorride, riferendosi al clima uggioso alla partenza come all’arrivo -. Il mio esempio come difensore è Virgil van Dijk, dai suoi movimenti senza palla c’è soltanto da imparare. Come dobbiamo imparare dai nostri errori: non c’è andata giù di aver perso all’ultimo a Cagliari, e in quel modo. Siamo pronti ed entusiasti, anche se in trasferta”.
La mission impossible del Gasp – “Siamo dentro a tutte e tre le competizioni, non ci sono priorità né scelte da compiere al riguardo. Questo è un quarto di Europa League e non dobbiamo pensare ad altro. Chi gioca in porta? Musso: l’ha sempre fatto lui in Europa fin dall’inizio (tranne a Sosnowiec col Rakow, NdR; il compagno, poi Francesco Rossi negli ultimi 6′ più recupero), le sue parate ci hanno portato fin qui e ha favorito, accompagnandola, la crescita di Carnesecchi su cui da un certo momento in poi è stata fatta una scelta. Giochiamocela al meglio delle nostre possibilità e basta”.