“È proprio vero, stiamo sognando. Noi e voi che ci sostenete sempre”
. Parola di Gian Piero Gasperini, rispondendo a Oriocenter alle domande dei giovanissimi tifosi accorsi in quasi un centinaio – ma la fila verso le 19 si è allungata – per farsi fare foto e autografo. L’allenatore dell’Atalanta ha voluto rispondere così al cartello esposto da un bimbo sul green davanti a Game7Athletics: ‘Con Gasperini al comando è tutto vero… stiamo sognando’.
Ancora, sul compleanno del club, fondato il 17 ottobre 1907 da Eugenio Urio, Gino e Ferruccio Amati, Alessandro Forlini e Giovanni Roberti al Ristorante Coreggi in Borgo Pignolo: “112 anni di Atalanta meritano un applauso come i cinque ragazzi che la fondarono, studenti come voi – ha aggiunto il Gasp -. Chissà se si immaginavano che bellissima storia ne sarebbe venuta fuori… Siamo in Champions e alle soglie di un nuovo ciclo da 7 match in 3 settimane, martedì andiamo dal Manchester City che è tra le favorite per la vittoria finale. Quando cresci, questo è il livello degli ostacoli”.
Il tecnico nerazzurro trova anche modo di scherzare: “Mi avete fatto una straordinaria accoglienza e mi scuso per i dieci minuti di ritardo, ma è colpa dei giocatori che insistono per allenarsi tanto”. Sottolineato il legame fra territorio, squadra e protagonisti in campo: “Il segreto alla base di tutto è il senso d’appartenenza. In bergamasco so dire ‘mòla mia’, in genere lo capisco ma non lo parlo. Sono orgoglioso di essere un cittadino onorario di Bergamo”.
Lapidario, infine, sul Gewiss Stadium che sta prendendo forma in attesa degli interventi alla Tribuna Ubi e alla Curva Sud: “Il primo gol sotto la nuova Curva Nord è di Gosens, ne dovranno venire altri. È un’opera d’arte, chissà che bello quando sarà finito tutto: sarà la terza attrazione di Bergamo dopo le Mura Venete e l’aeroporto. Visto che il settore più caldo del tifo adesso è coperto, non ci sono più scuse per non andarci. Da piccolo avevo il pallone o sotto braccio o tra i piedi: mia nonna mi regalò i pattini ma non ci fu verso di farmi cambiare idea…”.