“Non ci si guarda indietro quando si gioca ogni tre giorni. Il momento di sfogliare l’album delle figurine facendo raffronti campati in aria con quel che eravamo non è ancora arrivato: sono felice del presente e proiettato nel futuro”
. Parola di Gian Piero Gasperini, che alla vigilia del vernissage di Europa League contro il Rakow Czestochowa al Gewiss Stadium di Bergamo dà un calcio a dubbi e preoccupazioni: “Con Scamacca e De Ketelaere stavolta possiamo smazzare la palla e puntare di più sul gioco aereo, ma senza Scamacca (lesione al semitendinoso sinistro, NdR) siamo comunque gli stessi a parte l’ottimo inserimento di Kolasinac – ragiona il tecnico dell’Atalanta -. Dobbiamo a maggior ragione essere più bravi tecnicamente, attenti, senza i cali e la rassegnazione che serpeggia seppur in misura minima in campionato. Certo, vanno evitati i regali di Frosinone e Firenze. In Europa i ritmi e l’intensità sono molto più alti, ci vuole il massimo della condizione e della convinzione”.
Eppure un minimo di rewind c’è, dalla posizione numero 127 del ranking alla settima attuale: “Con l’Everton (14 settembre 2017, NdR) fu una delle partite più belle che si ricordino, era la prima dell’Atalanta nelle coppe dopo tanto tempo. Poi ci abbiamo vissuto 6 anni di cui 3 di Champions: adesso ripartiamo dopo l’anno sabbatico grazie al grandissimo risultato dello scorso campionato. C’è l’entusiasmo per ricreare lo stesso percorso degli ultimi anni”. Questione di testa, piede, cuore anche anima, riprendendo ll refrain del “Franchi” dopo la seconda sconfitta su quattro dall’avvio stagionale: “L’anima ce la dobbiamo costruire e passa anche attraverso i risultati non positivi, gli errori – rimarca il Gasp -. L’Atalanta ha sempre avuto condivisione di idee e uno spogliatoio molto forte. In campionato ci sono stati anche momenti di calo e rassegnazione, ma globalmente sono momenti minimi. In Europa si incontrano squadre abituate a vincere nei loro Paesi, servono velocità e atletismo, bisogna essere al meglio delle proprie possibilità”.
Nella chiosa, anche lo spazio per la battuta: “Ricordo il gol di testa allo scadere di Rampulla a Bergamo (23 febbraio 1992, NdR), tantissimi anni prima di Provedel all’Atletico Madrid. Il laziale ha aperto una strada: da oggi Carnesecchi e Musso davanti sui calci d’angolo, tutta la vita. Col Sassuolo abbiamo fatto gol alla fine, domenica per poco Pasalic non faceva il 3 pari: è sempre tempo di provare a segnare. In casa abbiamo fatto una partita su 4 ed è andata bene col Monza. Ripeto: dobbiamo essere intensi e soprattutto bravi sotto l’aspetto tecnico”.
Rafael Toloi
Accanto a Gasperini, in conferenza stampa, anche il capitano nerazzurro Rafael Toloi. Ecco le sue dichiarazioni.
“La crescita di questi anni è straordinaria, figlia di un lavoro fatto bene da staff e giocatori. La competizione significa tanto per i tifosi per la città, ha un’importanza immensa: l’obiettivo è andare avanti il più possibile, c’è di fronte una squadre che ha vinto il campionato nazionale e lo Sporting che è un club di grandi tradizioni. Non è un girone facile”.
“La sconfitta di Firenze è molto pesante, anche perché la prima mezzora era stata ottima. Non va bene prendere gol a difesa schierata, ma al campionato torneremo a pensare dopo giovedì, quando c’è una partita molto importante”.
“Il Rakow è forte perché per essere campioni di Polonia si deve per forza essere forti. Sono forti fisicamente, veloci e giocano bene: sarà un po’ a specchio, hanno la difesa a tre come noi, magari inizieranno un po’ chiusi e non dovremo beccare le ripartenze. Dobbiamo creare situazioni d’attacco giocando con qualità”.
“Noi abbiamo fatto una buona preparazione e abbiamo nelle gambe 4 partite di campionato a parte la sosta, abbiamo lavorato bene. Non vedo un Czestochowa in vantaggio solo perché ha già giocato 10 partite più di noi”.
“Nello spogliatoio c’è grande entusiasmo anche tra i nuovi. Quasi 9 anni fa, al mio arrivo, gli obiettivi erano tutt’altri. Per De Roon e Djimsiti, gli altri qui da anni, è straordinario poter disputare una competizione europea. Per società e i tifosi c’è voglia di fare bene”.
“La nostra caratteristica è che i difensori partecipano all’azione e si inseriscono. Djimsiti lo fa, Scalvini ha una grande tecnica, il nuovo Kolasinac è un altro che avanza. Anche la difesa fa la parte offensiva, difendere soltanto sarebbe noioso, giocare in attacco fa più piacere”.