Zingonia
– “Davanti, quando saremo tutti a pieno regime, ci sarà affollamento“. Gian Piero Gasperini, sostenitore da sempre del lavoro con le rose corte, stavolta si presenta nella sala conferenze dell’Accademia Favini con la pancia piena. Perché c’è un calciomercato non ancora concluso da commentare, alla vigilia dei nastri di partenza in casa del Torino: “Alla società ho chiesto qualche innesto perché ad agosto avevamo finito davvero in pochi. La prospettiva di tante partite davanti richiede qualità nelle alternative e sono arrivati elementi di assoluto valore. Alcuni devono recuperare da stagioni un po’ sfortunate o infortuni temporanei. Dovrò far ruotare di più la rosa: magari la cosa mi farà perder tempo e qualche certezza all’inizio, perché tocca fare esperimenti, ma del resto ci sono tanti impegni, tre alla settimana fino a gennaio, e le sostituzioni sono sempre cinque. I titolari da 14 diventano 16 o 17”, la premessa dell’allenatore dell’Atalanta.
Il Gasp è entrato nel dettaglio delle operazioni: “Non sarà facile implementare l’organico da qui alla chiusura del mercato il 5 ottobre, anche perché ormai abbiamo raggiunto il tetto di stranieri. Romero è un bel pezzo per la difesa, il più interessante fra i giovani talenti. Sulle fasce è appena arrivato Mojica e dobbiamo aspettare il miglior Piccini: è importante che s’inseriscano presto, sono ruoli cruciali nel mio gioco. In mezzo al campo siamo più contati e un po’ più a rischio: dobbiamo aspettare quando saranno inseriti tutti i giocatori, ma a pieno regime a Malinovskyi toccherà giocare più indietro, a centrocampo, invece che praticamente da punta come ha fatto finora”.
L’ucraino riciclato a una vita da mediano è l’unica vera novità annunciata per il post sosta per le Nazionali di ottobre: “L’attacco è un reparto affollato. Lammers mi è sembrato subito ottimo per coprire le spalle a Zapata e Muriel. Davanti dipende molto dal recupero di Ilicic e dall’inserimento di Miranchuk che è forte. Josip mi ha chiesto cosa abbia più di lui questo russo: ‘La testa’, gli ho risposto ridendo. Lui ormai è da recuperare solo per la condizione fisica. Credo che il Covid, che continua a pesare come un macigno sul nostro campionato e non solo, abbia avuto il suo peso sui suoi problemi. Ha pesato su molti in questi mesi”.
Nell’immediato, insomma, la formazione è già annunciata: “Ripartono gli stessi che avevano concluso la scorsa stagione: contatissimi alla meta, dunque, contati alla partenza del 2020-2021. Zapata è in gran forma, Palomino che ha saltato come lui le prime due settimane invece è più indietro, ha avuto alti e bassi. Poi c’è Gollini che deve recuperare dall’infortunio, Djimsiti e lo stesso Romero squalificati…”. Un modo come un altro per suggerire che non esiste altra soluzione di Bosko Sutalo terzo di sinistra in difesa. Davanti a Sportiello, terzetto Toloi-Caldara-Sutalo; Hateboer-De Roon-Freuler-Gosens i 4 della linea di mezzo tra fasce e mediana a 2; Malinovskyi o Pasalic insieme a Gomez dietro Duvan o Muriel.
Pur senza nominarli, il tecnico di Grugliasco evoca i problemi dei positivi al tampone nel pre raduno: “I problemi del Covid ci sono ancora: noi ne abbiamo avuto all’inizio della preparazione. L’aspetto che più dispiace, speravamo di iniziare il campionato con tutt’altra situazione. Invece l’emergenza di sta protraendo. Le mille persone allo stadio però sono un segnale positivo. L’iniziativa del Torino di aprire ai medici mi ha favorevolmente impressionato: anzi, spero che ne entrino davvero mille alla volta”. Una battuta sul riconoscimento dell’Uefa di ieri: “Essere stato votato quinto allenatore della scorsa stagione è una soddisfazione e in premio per quello che siamo riusciti a fare tutto insieme. Un riconoscimento internazionale: chissà in che posizione sarei arrivato se al novantesimo il PSG non ci avesse raggiunto…”.
Uno sguardo anche su altri aspetti, cominciando dalle moviole: “Ho sentito il designoratore arbitrale Rizzoli dire che il rigore dato alla Juve a Torino per il mani involontario di De Roon è un errore da non ripetere. Alla fine c’era troppa confusione, nei casi simili ormai li davano tutti e sempre. A detta di tutti le interpretazioni l’anno scorso erano troppo punitive”. Infine, su un collega “neopatentato”: “Pirlo è una scelta fatta dalla Juventus. Un grandissimo giocatore e un riferimento importante. Dovendo sostituire Sarri hanno preferito affidarsi a una persona che conoscono molto bene e conosce molto bene l’ambiente: se l’hanno scelto è perché ha già caratteristiche importanti”.