“Le partite vanno giocate e con la nuova formula a 36 squadre, con 8 incontri anziché 6 e senza il punto di riferimento del girone, ogni volta che si scende in campo diventa fondamentare andare a punti. A Bergamo non è facile giocare per nessuno”
. Gian Piero Gasperini rispetta l’Arsenal, anzi lo elogia, senza temerlo: “Non conosco personalmente Arteta, ma il suo è un calcio davvero bello da vedere. Al di là dei grandi giocatori che ha, ha una magnifica organizzazione, un collettivo di qualità e velocità che sa attaccare e difendere benissimo. Anche se l’Atalanta ha sempre giocato per un solo risultato, non dobbiamo approcciare l’Arsenal pensando di essere alla pari con un avversario così forte”.
IL TECNICO E L’ARSENAL: RISPETTO, NON PAURA – “L’Arsenal l’apprezzo molto, perché non solo è composta da grandi giocatori ma anche perché ha grande qualità collettiva sia nell’attaccare che nel difendere. Non ha vinto per pochissimo la Premier League, ma col City e il Liverpool hanno dominato il campionato e sono le favorite anche per la Champions League”.
L’OBIETTIVO DEL GASP – “L’obiettivo più difficile è cercare di star dentro nelle prime otto, quello più realistico di posizionarci dal nono al ventiquattresimo posto per poter spareggiare per gli ottavi di finale – continua il tecnico nerazzurro -. Si inizia subito con uno scontro molto duro in casa: bisogna cercare di fare più punti possibili contro chiunque. Sono 7 anni che giochiamo in Europa, ci ha permesso di crescere. Abbiamo spesso superato gironi difficili; in Europa League sprecammo il quarto di finale col Lipsia dopo aver fatto benissimo in Germania. L’anno scorso la vincemmo grazie a un percorso straordinario, quest’anno la novità al ritorno in Champions League è la classifica unica a 36 squadre. Un’incognita e una curiosità, ma non è che cambi poi molto, se non che si deve giocare due volte di più nella prima fase”.
IL MISTER E LA FORMULA – “Non so se l’allargamento a 36 squadre renderà la competizione più interessante e migliore per il pubblico e lo spettacolo. E’ certamente accattivante: forse si viaggerà punto a punto o ci si giocherà la qualificazione su qualche gol di differenza. Le idee sulla nostra in campo, di formula, trequartista o no, le ho e me le tengo: ci sono più soluzioni per affrontare una squadra forte, anche a gara in corso, e due allenamenti ancora per finire di studiarle”.
LA SPINTA DEL CAMPIONATO – “Aver vinto con la Fiorentina dopo essere stati due volte in svantaggio è il segnale che la squadra è molto presente e molto compatta. A causa del mercato prolungato tutte le squadre sono un cantiere e noi non facciamo eccezione: mi affido principalmente alla base dell’anno scorso e ai giocatori che sono qui da più tempo. Le partite sono tante, per necessità e per valore Retegui è stato inserito subito, gli altri lo saranno strada facendo”.
LA CARTA SU CUI PUNTARE – “Per il momento nessuna alternanza in porta, continuiamo con Carnesecchi che è un profilo giovane e di valore. Rui Patricio è di grande affidabilità, lo si vede in allenamento. La società, per il futuro, punta su Carnesecchi”.
PANCHINE CHE SCOTTANO – “L’esonero di De Rossi mi ha molto sorpreso. Dispiace perché l’allenatore paga sempre di più; anziché prendere credito, è una figura che ne sta perdendo a vantaggio di altre figure di mercato e di trasferimento che li rendono l’anello debole. In Inghilterra, invece, sono un riferimento. Il campionato ha avuto un inizio difficile per tanti. E’ il mercato che ha portato a cambiamenti a campionato già aperto rendendo difficile lavorare. Noi stessi per un mese e mezzo siamo stati lì a girarci i pollici su un nucleo ristretto perché diversi elementi erano sul piede di partenza. Non è che per fare una squadra basti buttare dentro i giocatori che arrivano”.
Il grande ex
Nei Gunners, Sead Kolasinac, il braccetto ritrovato domenica scorsa dopo un mese di assenza, ha giocato coi vari Gabriel, Saliba, Tierney, Odegaard, Partey, Saka e Martinelli. Al netto degli infortunati, una sfida del cuore per il bosniaco, che pure maschera i sentimenti: “Non mi va di fare paragoni, sono pochi anni che ho lasciato l’Arsenal ma ora faccio del mio meglio per l’Atalanta. Mi ha fatto piacere veder crescere Bukayo Saka, mi fa piacere poterci giocare contro: un fuoriclasse, oltre che un ragazzo umile e una persona fantastica. Arteta è un allenatore che lavora ogni minuto per il club: come dice mister Gasperini, la sua forza è l’organizzazione”. “Ogni squadra inglese è difficile da affrontare perché forte fisicamente. L’anno corso c’era toccato il Liverpool, anche l’Arsenal è duro da affrontare ma ci siamo preparati a dire la nostra sul campo. L’atmosfera del Gewiss Stadium finalmente completato è qualcosa di speciale: contiamo sul supporto dei tifosi”, prosegue Seo. “L’Arsenal è uscito più fiducioso dal derby di Londra Nord col Tottenham. Ma noi sul campo possiamo fare male a chiunque, anche a una squadra forte con molta velocità, il pressing molto alto e anche molto giovane – la chiosa -. Dobbiamo evitare gli errori difensivi dell’ultima partita di campionato: siamo un riuscito mix tra giocatori giovani ed esperti. Giochiamo e divertiamoci”.