Zingonia

“Preferisco parlare di pregi che di limiti, anche perché i secondi presumono obiettivi e traguardi. Siamo quarti in Italia e primi in Europa League, può bastare?”. Alla vigilia della supersfida all’Inter, Gian Piero Gasperini invece di fare le carte alla sua Atalanta ne difende il percorso di crescita: “Non firmo per il pari con nessuno, la nostra filosofia è che non c’è gloria senza rischi e l’ambizione è giocare per vincere. Altrimenti come ci saremmo lasciati alle spalle molte grandi in tutti questi anni?”.

L’uomo in panchina non si proietta molto in là coi pensieri:  “Viviamo alla giornata, siamo all’undicesima. Non guardiamo ancora alle prospettive future: sappiamo solo che giochiamo con la squadra più forte a livello di risultati e di prestazioni. Un bell’appuntamento, una partita di cartello: anche noi siamo in un buon momento – spiega -. Da qui al rientro dalla pausa oltre all’Inter ospitiamo anche il Napoli e il Milan, ma non riesco ad andare troppo in là: abbiamo lo Sturm Graz giovedì prossimo che sta passando troppo in sordina e invece è una partita decisiva, poi Udine tre giorni dopo. Vogliamo fare punti con chi ci sta davanti in classifica, ma abbiamo incontrato solo la Juventus giocandoci quantomeno alla pari”.

I precedenti, leggi 2 soli successi nel miniciclo che perdura da otto stagioni filate, con 5 ko negli ultimi 10 senza vincere, raccontano un tabù. “L’anno scorso erano stati scontri diretti equilibrati, persi di misura e sugli episodi. Con l’Inter abbiamo sempre fatto partite con la sensazione di essere vicini a una squadra così. L’esperienza della Champions le ha accresciuta l’autostima, ha anche inserito non pochi giocatori: Thuram ne ha cambiato il modo di attaccare in coppia con Lautaro rispetto a Dzeko e Lukaku, non certo la forza e l’efficacia”.

“Un test di grande prestigio per verificare il nostro valore. Siamo quarti in serie A, primi nel girone di Europa League: le prospettive di crescita sono enormi, di limiti non mi piace parlare perché significa prospettare chissà quali traguardi – insiste il Gasp -. Stiamo facendo il nostro percorso coi nostri errori e i nostri pregi: anche su Scamacca vedo troppa esaltazione quando segna o l’opposto, la mia visione è un’altra, servono più partite per giudicare”.

Sulla cena di Ognissanti, il retroscena: “Stavolta di diverso c’è che è finita sui social, e meno male che De Ketelaere non gioca come canta – scherza -. La squadra periodicamente fa cene, segno che lo spogliatoio è molto forte, la compattezza è da sempre una sua forza”. Infine, sui singoli e le possibili chiavi per aprire la porta: Scalvini lo vediamo oggi, ieri stava molto meglio ma s’è allenato in differenziato. C’è anche qualche piccolo acciacchino di stagione. Ce la fa? 60 per cento contro 40 – chiude -. Ederson gode della mia stima e della mia considerazione. Più che esprimergliela facendolo giocare, non saprei… Pasalic gioca tutte le partite, magari sono spezzoni. Davanti sono tutti abili e arruolati a parte Touré: Muriel ha giocato in Austria, Scamacca domenica, Miranchuk col Genoa metà partita: stanno girando tutti. Le varianti nostre sono dettate dalla forza nel gioco aereo di Scamacca e De Ketelaere che sono buoni colpitori di testa, per cui arrivano più cross: Koopmeiners ne fa di più, Hateboer stesso ne fa”.
S.F.