Reggio nell’Emilia
– “L’Atalanta è fatta di giocatori straordinari e di un pubblico che lo è ancora di più. I miei hanno dimostrato che la loro dote migliore è la testa, al di là della tecnica e della tattica. La gente bergamasca ci segue anche quando siamo costretti a giocare in campo neutro le partite in casa, figuriamoci cosa sarà a Roma con 25 mila persone…”. Un occhio alla qualificazione alla Champions e l’altro alla Coppa Italia, da contendere alla Lazio mercoledì 15 all’Olimpico: questo il Gian Piero Gasperini-pensiero nel post Genoa, un 2-1 che lo soddisfa a metà. “Non c’era il Papu, quindi nel primo tempo ho scelto scientemente uno schieramento più accorto, anche perché non abbiamo in rosa soluzioni alternative che presentino le stesse caratteristiche – ragiona il tecnico nerazzurro -. Fra le linee ho usato Pasalic e anche Freuler, a intermittenza, ma si tratta pur sempre di centrocampisti. Se siamo spuntati pungiamo meno e perdiamo la nostra essenza”. Poi è piovuto Musa Barrow dal cielo: “Giocherebbe titolare se le sue prestazioni precedenti fossero state all’altezza, il guaio purtroppo è che s’è rifatto male prendendo un colpo al costato che gli impedisce di girarsi e respirare – osserva il Gasp -. Senza di lui abbiamo avuto un riferimento in meno in prima linea e abbiamo commesso comunque l’errore di non chiudere la pratica nonostante le praterie spalancateci davanti dopo entrambi i gol fatti”. Eccola, la caratteristica saliente dei nerazzurri in una stagione da record: “73 palloni in porta nel solo campionato, 99 in stagione. Con una punta pura soltanto senza Gomez dietro, però, ci snaturiamo”. Bicchiere mezzo pieno, comunque: “Nella ripresa la prestazione è stata di grande livello, ovvero il nostro abituale: non abbiamo trovato particolari difficoltà, nonostante qualche rischio nel finale quando eravamo un po’ sulle ginocchia per il caldo – rimarca l’uomo in panchina -. Durante la settimana uno ci pensa, ha fretta di giocarsi la partita e l’ansia di guardare la classifica. La classifica ci dice che siamo in piena zona Champions e a un passo dall’Europa League matematica. Avere pensieri è normale, umano: quando usciamo dagli spogliatoi e sentiamo il campo, la concentrazione è su come sbloccare la partita”. Segue il rituale elogio del gruppo: “I ragazzi sono fantastici, si sono tolti tutti gli alibi degli impegni su più fronti, della stagione cominciata a luglio e anche del dover giocare fuori casa le ultime due partite casalinghe”. Un accenno ai numeri: “La serie positiva di undici vale solo se sapremo allungarla, perché all’obiettivo di campionato mancano ancora due partite. Lunedì pomeriggio c’è la ripresa a Zingonia, martedì dopo la rifinitura al mattino partiamo per Roma andando a giocarci mercoledì la Coppa Italia in casa della Lazio. Ora sì, la testa può andare a quella”.
Si.Fo.