Zanica
– “In Italia abbiamo il vezzo atavico delle domande sulla tattica. Perfino i tifosi te lo chiedono continuamente. A ogni conferenza stampa, di presentazione e non solo, la prima domanda è sul modulo. Ma il modulo è secondario rispetto alla tecnica. E quando uno subentra in corso d’opera, deve innanzitutto approfondire la conoscenza dei giocatori per capirne la personalità”. Parola di Claudio Foscarini, scelto dall’AlbinoLeffe come traghettatore fino a giugno al posto di Beppe Biava: “Non ne faccio un discorso di prospettiva. L’anno scorso avevo avuto offerte dalla serie C, ma non ero nel mood di accettarne. Stavolta la volontà della società s’è incrociata con la mia”.
FOSCARINI E LA LAMPADA DI ALADINO. Il direttore sportivo Aladino Valoti ha sfregato la lampada del sostituto immediato, dopo un incipit del girone di ritorno tra mille difficoltà, contrassegnato dai soli 4 punti nelle ultime 6 uscite con l’unica vittoria a Novara in mezzo a 4 ko e 1 pari, più 1 sulla zona playout, potendo contare su un’antica amicizia. Era l’operazione risalita in A per Nedo Sonetti e la sua banda nerazzurra, anno domini 1983: “Claudio conosce molto bene il nostro ambiente, io conosco personalmente lui da tantissimi anni. Una garanzia”, la premessa dell’alto dirigente bluceleste. “Abbiamo giocato insieme anche al Piacenza, non solo all’Atalanta. Di nuovo c’è il rapporto fuori dal campo, da direttore a tecnico”, ribatte il trevigiano di Riese Pio X, 64 anni lo scorso 19 novembre, penultima stazione il Padova nel tardo autunno del 2018, serie A sfiorata al culmine del decennio di Cittadella. “Il nuovo allenatore non ha bisogno di tante presentazioni. La scelta di cambiare è stata fatta con molto dispiacere: Beppe Biava è un figlio dell’AlbinoLeffe da sempre, siamo tutti rattristati a cominciare dalla proprietà. Nel caso queste cose purtroppo succedono. Una scelta dolorosa, perché qualcosa non andava e ha pagato lui”, la spiegazione di Valoti. Circa le motivazioni del club, poche parole: “La squadra ha avuto alti e bassi, il leitmotiv da inizio stagione è non l’essere riuscita mai a confermarsi. Sapevamo che il campionato avrebbe potuto essere difficile: la sensazione è che si sia perso qualcosa per strada anche in termini di convinzione. Claudio porta l’esperienza necessaria: stiamo forzando la mano per l’utilizzo dei giovani, ma è il nostro cammino”.
FOSCARINI E LA SALVEZZA. “Mi ha fatto piacere la chiamata del direttore sportivo, non ho avuto dubbi nell’accettare. Nello scorso campionato avevo declinato qualche offerta interessante, perché non ero nello stato d’animo giusto. Quest’anno avevo motivazioni diverse, ho visto anche qualche partita ma entrarci è una dinamica diversa. Con la struttura alle spalle metto esperienza ed entusiasmo al servizio dell’obiettivo che è la salvezza. Ai ragazzi chiedo la disponibilità”, la dichiarazione d’intenti del mister nuovo di zecca. Che ha già un’idea sul da farsi: “La squadra alterna anche nella stessa partita momenti positivi e meno brillanti. Alti e bassi prevedibili scorrendo le lista dei giocatori, perché il numero dei giovani è alto: servono tempo e maturità. Discontinua, anche se ha fatto decisamente buone partite: le caratteristiche e la personalità sono elementi diversi, perché la seconda va approfondita di persona, dall’esterno si notano solo le prime. Ogni allenatore pensa di poter migliorare la situazione con le sue idee toccando i tasti che sa. Davanti ci sono elementi più maturi, a centrocampo s’è perso uno in grado di dettare i tempi come Genevier. Mihai? Può essere una soluzione. Come ad Avellino e Vercelli, si punta alla salvezza, ma qui c’è una crescita da assecondare insieme alla necessità di fare punti”.
LA SFIDA DI FOSCARINI. Nessuno scossone in vista del Renate, da ospitare allo Stadium: “Grandi stravolgimenti non posso pensare di farne, anche in termini tattici, prima di aver conosciuto a fondo i giocatori. Zoma, per esempio, non escludo di farlo giocare più avanti anziché in fascia, ma per necessità per adesso deve sacrificarsi lì. La rosa è costruita per difendere a tre, anche se io l’ho sempre fatto a quattro, in più mancano Saltarelli e Marchetti. Le scommesse su giovani per farli crescere è una gratificazione, ci sono pochi giorni per conoscere chi devi mettere in campo. Un subentro, di positivo, ha che un tecnico nuovo ha altre corde da toccare per portare serenità ed entusiasmo in un momento un po’ particolare. Tecnica e tattica sono solo concetti, spesso nemmeno i più importanti”. Infine, un’osservazione sull’ambiente: “Ho visto del buon materiale, qualcosa da plasmare – chiude il Fosca -. Con una struttura del genere una serie C non si può fare. Campi, accademia per i ragazzi, lo stadio, un centro sportivo all’avanguardia: lo dirò al presidente che in questa categoria queste cose esistono solo qui…”.