Dopo il pari casalingo contro il Torino, l’Atalanta proverà l’assalto ai tre punti (che mancano dalla prima giornata contro il Frosinone, ndr) all’Artemio Franchi di Firenze, dove domenica alle 15 sfiderà la Fiorentina di Pioli, attualmente quinta forza del campionato e autentico rullo compressore davanti al proprio pubblico: tre partite, tre vittorie, dieci gol fatti e uno solo subito. Un biglietto da visita tutt’altro che rassicurante per la Dea che, sulle rive dell’Arno, cerca un’ affermazione che manca da 25 anni. Risale infatti al 3 gennaio 1993 l’ultimo squillo dei nerazzurri, all’epoca guidati da Marcello Lippi, e capaci di imporsi grazie alla rete di Perrone.
Carlo Perrone, ultimo match winner atalantino in quel di Firenze
Dopo una retrocessione in Serie B e una risalita a testa, le due squadre tornano ad incrociare le spade nel 1996: il 21 aprile i viola piegano un’Atalanta rimaneggiata grazie alla spaccata vincente di Banchelli. Un mese più tardi ci sarà la replica nella finale di andata di Coppa Italia, che riserverà lo stesso amaro epilogo: 1-0 griffato Gabriel Omar Batistuta. Il pari a reti inviolate della stagione successiva precede la disfatta della stagione 1997-1998, quella del 5-0 che segnò una stagione culminata con la retrocessione in Serie B per l’Atalanta di Mondonico. Dopo due anni di purgatorio gli orobici tornano a riassaporare il palcoscenico della massima divisione e a Firenze (27 maggio 2001, ndr), Cristiano Doni replica all’iniziale vantaggio di Nuno Gomes. Il campionato 2001-2002 si chiude con l’Atalanta nona in classifica ma soprattutto con la clamorosa retrocessione in Serie B della viola. Squadre divise a fine stagione da un gap di 23 punti, insufficiente però alla Dea per rompere la maledizione del Franchi, dove ad imporsi è nuovamente la Fiorentina che centra una delle sole cinque vittorie stagionali (3-1, 16 settembre 2001). La retrocessione sul campo è soltanto la punta dell’iceberg di un’estate drammatica per la società toscana, costretta pochi mesi più tardi a dichiarare fallimento e a ripartire dalla Serie C2 sotto la nomea di Florentia Viola. La stagione 2004-2005 è quella del “passaggio” di testimone: la Fiorentina, che nel frattempo si è riappropriata del suo nome storico, ha vinto il campionato di C2 e quello di Serie B, saltando il purgatorio della C1 per un discutibile riconoscimento di “meriti sportivi”. Al ritorno in A la sfida contro i bergamaschi finisce 0-0, un punto che a fine anno peserà nella lotta salvezza, condannando l’Atalanta al percorso inverso dopo cinque anni consecutivi in A. Bisogna aspettare l’11 novembre del 2006 per assistere ad un nuovo capitolo dell’odissea nerazzurra in terra toscana: sul risultato di 1-1 si scatena il grande ex Giampaolo Pazzini che nei minuti di recupero stende l’Atalanta con una doppietta. Minuti finali decisivi anche trecentosessantacinque giorni dopo, con Riccardo Zampagna che acciuffa il pari a tempo praticamente scaduto. I due campionati successivi coincidono con un doppio ko (2-1 nel 2008 e 2-0 nel 2009). Quello del 2009-2010 sancirà l’ultima retrocessione degli orobici, prima di inanellare un filotto di sette partecipazioni consecutive alla massima serie tricolore. Il 17 dicembre 2011 finisce 2-2 con Jovetic ad infrangere il sogno vittoria atalantino mai così ad un passo dal concretizzarsi. Seguiranno poi quattro ko consecutivi, sino ad arrivare al biennio Gasperini, il cui score narra di due pareggi in altrettante sfide. Un bilancio impietoso, in uno stadio diventato ormai una vera e propria chimera. Forse il sentiero più angusto per ritrovare la via della vittoria che manca ormai da oltre un mese. Venticinque anni di digiuno che impongono all’Atalanta gasperiniana di riscrivere la storia, compiendo un’ impresa, proprio come quella targata Perrone, in quel lontanissimo gennaio del 1993.
Michael Di Chiaro