COLOGNOLA – Anche in casa Fiorente sembra in parte premiata l’attesa febbrile per una riapertura parziale dall’alto per far breccia nelle misure restrittive anti Covid, in un 2020 costellato di novità ma dalle attività collaterali fatalmente frenate: “Non ci siamo mai fermati, tra protocolli, sanificazione, mascherine e allenamenti fino al divieto della volta prima – la premessa del vicepresidente Federico Gambarini -. Col passaggio alla zona arancione, i genitori ci chiedono di ripartire: tenere i bambini in casa è dura. Guardiamo al comunicato ufficiale della Lnd e alle nuove dalla Regione”. E training individuale sia, dicono da Roma.
Quello viola è un mondo in movimento, abituato a guardare oltre la riga di gesso e le tribune: “Guai se pensassimo solo al calcio. Ai ragazzi bisogna offrire un mondo di valori in cui crescere. Se torniamo a essere la squadra di Colognola, con la Fiorente Arena pronta a breve, bisogna calarci nella realtà che ci circonda aiutando ad affrontarne problemi e questioni“. Le difficoltà dei due decreti governativi da arresti domiciliari o poco meno hanno stretto gli abitanti intorno alla loro espressione sportiva di riferimento e viceversa: “Uno dei punti fermi è l’interazione con la Rete Sociale di un quartiere che in realtà fa comunità a sé, più un paesone che un pezzo di Bergamo – riflette ‘Chicco’, uno del centro, ex giocatore dei Lions di football americano, con Youngball, un paio di Superbowl e un Flagball vinti -. Col referente Angelo Gotti e Cristina Laganà studiamo le iniziative a favore del territorio e delle famiglie. Durante il primo lockdown siamo stati attivi nella distribuzione dei pacchi spesa insieme ai volontari dell’oratorio, mettendo a disposizione un budget. Prossimamente vorremmo partecipare al banco alimentare mandando i nostri giovani alla raccolta. In maglia Fiorente, ovvio”.
Resettiamo il cronometro: dove e quando nasce il Gambarini-dirigente? “Due anni fa, una volta smesso col football per problemi fisici e per incompatibilità di tempo, dopo essere entrato come allenatore ed essermi avvicinato alla dirigenza con Cantamesse e Gibellini. Avevo iniziato un quadriennio fa come aiuto nei 2008, oggi seguo anche i 2012 anche se ho delegato le questioni di campo all’ex atalantino Mariano Vicch: nelle due categorie attualmente giocano i miei figli Valentino e Daniel. Per allenare i bambini bisogna essere un po’ psicologi. Sono anche responsabile dell’Attività di Base e dei rapporti con le associazioni”.
Nessuno meglio di lui, dunque, per togliere i veli al Progetto Fiorente 2.0: “Non c’entra soltanto il rifacimento del campo con l’adeguamento degli spogliatoi. Il ritorno a casa è fondamentale, ma c’è altro. Il programma stilato con lo staff societario ha una componente tecnica, di cui si occupa il direttore sportivo Emanuel Molle, con l’obiettivo di rafforzare il settore giovanile investendo sull’inserimento dei giovani in prima squadra, una strutturale che è appunto lo stadio e soprattutto quella sociale. E’ importante a livello formativo”.
Un universo di idee che oltre al pallone vuole dare un calcio ai mali che attanagliano la quotidianità: “I due lockdown ci hanno impedito l’incontro-evento a teatro con Oreste Castagna sul tema del bullismo, una campagna per cui abbiamo contattato esperti del settore per i più piccoli e che ci sta particolarmente a cuore, perché prevede il coinvolgimento del nostro vivaio. Per il 13 dicembre era previsto un meeting sulla famiglia e sullo stare insieme”.
Mica finisce qui: “Il senso di appartenenza e la trasmissione dei valori sono tutto. In cantiere c’è anche la Festa dello Sport, che latita da qualche anno. Abbiamo appena fatto in tempo a organizzare due sabati con l’associazione Help Mum, le mamme del quartiere: ci hanno lasciato al mattino, durante le commissioni, i figli piccoli, che abbiamo seguito nell’attività ludico-motoria all’aperto nel nostro campo dell’Azzanella. Sempre sotto la guida di esperti: una sorta di pre-calcio”.
Fare tutto da soli, ovviamente, non si può: “Il parroco don Francesco Poli ha condiviso immediatamente il nostro progetto in ogni sua sfaccettatura. La Fiorente del resto nasce in oratorio. L’abbiamo ribattezzato ‘Fiorente Arena’ per sottolinearne il senso di novità, di ripartenza e anche di campo di battaglia, ma resterà comunque il ‘Bepi Pesenti’, dedicato alla memoria di un collaboratore storico e insostituibile – chiosa Gambarini -. Non sarebbe stato possibile varare un programma di così ampio respiro senza uno staff societario eccellente, collaborativo, pronto al confronto interno ed esterno, ovvero con le Istituzioni di cui si occupa Omar Gentile. Un grazie va all’Assessorato allo Sport del Comune di Bergamo che ha cofinanziato il campo”.
Simone Fornoni