“Agguanta la palla Marco Lanna / Agguanta la palla Marco Lanna…” sulle note della Macarena.
I tifosi laziali lo scherniscono ancora, facendo pari e patta con gli scottò che invece i giallorossi dedicano a Paolo Negro, autore dell’autogol che decise derby di Roma del 17 dicembre 2000 a favore della Roma, poi vincitrice dello scudetto.
18 febbraio 1996, stadio Olimpico: 85′ di un derby ancora inchiodato sullo zero a zero, dalla fascia piove un cross non irresistibile nell’area romanista, Marco Lanna (uno dei centrali insieme a Petruzzi della difesa di Mazzone) stacca più in alto di tutti, anticipa il suo portiere Cervone e gli attaccanti biancocelesti e inspiegabilmente colpisce con un mezzo pugno il pallone.
Per il signor Nicchi di Arezzo non c’è nessun dubbio e indica il dischetto del rigore.
L’incaricato della battuta è Beppe Signori che con la sua caratteristica rincorsa molto breve trasforma mandando la palla oltre le spalle di un incolpevole Cervone, togliendosi poi la maglia dopo il gol e venendo quindi espulso dal fiscalissimo Nicchi.
1 a 0 e vittoria per la squadra di Zeman che finirà la stagione 1 punto sopra gli odiati cugini giallorossi.
Un’istante di follia o scoordinazione? I tifosi romanisti sono sbigottiti e su quell’episodio le radio private romane costruiranno dibattiti accesissimi.
Increduli, soprattutto perché Marco Lanna è sempre stato un difensore più che affidabile, forse non un fenomeno ma assolutamente consono ad affiancare i vari Aldair, Petruzzi, Carboni nella retroguardia di una Roma ancora lontana dal vincere il secondo scudetto e con un Francesco Totti ancora in rampa di lancio.
Classe ’68, a Roma Marco Lanna era arrivato dopo sei stagioni a Sampierdarena dove il ragazzo si era imposto come un difensore forte di testa, bravo nell’anticipo e buon marcatore.
Nato terzino nelle giovanili del Borgoratti, Marco Lanna esordisce a 19 anni con la maglia blucerchiata della seconda squadra di Genova e lì viene impostato come libero o come marcatore: è l’inizio dell’era Mantovani e arrivano piano a piano giovani talenti affamati di vittoria.
Lo iesino Roberto Mancini, Gianluca Vialli, Attilio Lombardo, Gianluca Pagliuca in porta: da lì a poco la Sampdoria inizia a imporsi come squadra rivelazione del calcio italiano. Sotto la guida del serbo Vujadin Boskov (maestro di calcio e di ironia) i blucerchiati vinceranno uno scudetto, due coppe Italia e una Supercoppa italiana, mettendo in mostra un calcio frizzante e una squadra compatta in campo e nello spogliatoio.
Marco Lanna è titolare quasi sempre nelle sei stagioni in maglia blucerchiata, si alterna con Luca Pellegrini nel ruolo di libero, e da titolare gioca anche la storica finale di Coppa Dei Campioni contro il Barcellona: è il 20 maggio 1992 e a Wembley 72.000 persone assistono a una sfida inaspettata.
Dopo una cavalcata entusiasmante la Samp, campione d’Italia per la prima volta l’anno precedente a sorpresa, arriva in finale e porta con sé 30.000 tifosi per sostenerla in una sfida con i mostri sacri del Barcellona.
Da un lato Zubizarreta, Rambo Koeman, Guardiola, Laudrup, Julio Salinas, Stoichkov agli ordini del Papero Cruyff.
Dall’altro lato, in maglia bianca, i vari Ivano Bonetti e Fausto Pari supportano Mancini & Vialli alla ricerca di un risultato storico.
Marco Lanna è schierato come libero, alle spalle di Vierchowod e guida la difesa a una gara attenta, impeccabile: conclusi i 90′ regolamentari a reti bianche l’arbitro tedesco Schmiduber da inizio ai supplementari.
Mancano 8 minuti alla lotteria dei calci di rigore e il fischietto tedesco fischia una punizione piuttosto dubbia per i catalani: se ne incarica l’olandese Koeman, vero e proprio specialista dei calci piazzati, che piazza un siluro alle spalle di Pagliuca.
Uno a zero e addio ai sogni di gloria, assaporati fino alla fine da Cerezo e compagni: la Coppa dalle Grandi Orecchie va sulle Ramblas e non a Bogliasco.
Nell’ottobre 1992 arriva la prima convocazione in maglia azzurra: Lanna debutta da titolare a Cagliari contro la Svizzera per le qualificazioni ai mondiali USA 94.
Allenatore è Arrigo Sacchi da Fusignano che lo schiera centrale di difesa in coppia con Costacurta: l’Italia arranca, gioca male, subisce due gol dalla Svizzera di Roy Hodgson (Ohrel e Chapuisat) prima di rimediare in extremis con le reti di Baggio ed Eranio che fissano il risultato sul punteggio di 2 a 2.
Rimandato, ma Lanna avrà solo un altro appello in maglia azzurra, una manciata di minuti in un Italia Scozia 3-1 datato 13 ottobre 1993 dove subentra a partita in corso a Mussi.
Intanto, un’ultima stagione in maglia doriana prima di passare alla Roma: il ciclo della Sampdoria è andato a esaurirsi, piano piano Mantovani vende tutti i pezzi pregiati e per Lanna si prospetta la maglia giallorossa in cambio di 10 miliardi delle vecchie lire.
A 25 anni lascia Genova con la fama di difensore emergente del campionato e un discreto palmarès, unico neo il fallo assassino con il quale nella stagione 91-92, sotto una pioggia torrenziale, spacca di netto una gamba a Joao Paulo del Bari rovinandogli – di fatto – la carriera: essì che fino a quell’episodio Marco Lanna era considerato uno dei difensori italiani più “puliti” e corretti.
A Roma viene preso per sostituire l’infortunato Aldair e nelle quattro stagioni in riva al Tevere ben si comporta: certo, c’è il fallo di mano nel derby, ma nel complesso l’esperienza è positiva e riesce a mettere a referto 113 presenze e due reti in quella che è una Rometta.
L’ultima sua stagione in maglia giallorossa è quella – disastrosa – con alla guida Carlos Bianchi, 1996-1997: il ragazzone genovese rimane coinvolto nella pessima stagione della Roma e del bel difensore che aveva conquistato gli esigenti tifosi romani non rimane che un pallido ricordo.
Lanna – come del resto tutta la squadra – è in crisi di identità e non bastano i 17 gol di Abel Balbo a spingere la squadra oltre il dodicesimo posto complessivo.
Lo scudetto va alla Juventus di Marcello Lippi che arriva prima con due punti di vantaggio sul Parma, la Coppa Italia invece sarà appannaggio del Vicenza di Otero. Capocannoniere con 24 gol, Filippo Inzaghi con la maglia dell’Atalanta.
La Roma a stagione in corso esonera l’argentino Bianchi e richiama sulla panchina il Barone Liedholm ma senza migliorare di molto la propria condizione.
E’ l’anno della Reggiana – poi retrocessa – dei tanti stranieri (Hatz, Beiersdorfer, Pacheco e soprattutto Franz Carr) di Pasquale Luiso (Piacenza) e Marco Negri (Perugia) in doppia cifra fra i marcatori e sarà l’ultima stagione di Lanna a Roma.
Nell’estate ’97 arriva la scelta che non ti aspetti: Marco Lanna vuole cambiare aria, le proposte italiane sono poco interessanti e allora accetta un’offerta stuzzicante, la Spagna.
Mentre inizia l’esodo dei giocatori di prima o seconda fascia italiani verso altri campionati (Ravanelli, Vialli, Benny Carbone e Di Canio sono già in Inghilterra), l’ex doriano approda nella Liga e si accasa al Salamanca, matricola ambiziosa.
Un contratto triennale da 1 miliardo e 700 milioni, la maglia numero 20 e una squadra rinnovata dagli innesti di Pauleta, Popescu e Stelea.
Il primo anno con i Charros sarà coronato da una salvezza tranquilla, con la soddisfazione per la squadra allenata dal basco Goikoetxea (conosciuto come “il macellaio di Bilbao”, celebre per un intervento killer – caviglia spezzata – nei confronti di sua maestà Diego Armando Maradona) di meritarsi il titolo di “ammazzagrandi” con le vittorie contro Atletico Madrid (nel quale milita Bobo Vieri, poi capocannoniere con 24 gol), Barcellona, Depor e Valencia.
Nel roboante 6-0 contro il Valencia allenato da Ranieri (in campo i vari Farinos, Mendieta, Claudio Lopez, Vlaovic e l’ex compagno in giallorosso Amedeo Carboni, altro emigrato di lusso nella Liga) Marco Lanna segna il gol del 2-0 aiutandosi in maniera evidente con una mano, polemiche a non finire.
L’annata successiva è sfortunata e Lanna non può fare niente per arrestare il declino della sua squadra, che a fine stagione retrocederà.
Lanna rescinde il suo contratto con la società castigliana e si accasa a Saragozza per due stagioni, degradato al ruolo di rincalzo ma aggiungendo al proprio carniere una Coppa del Re, la quinta per la società aragonese.
Dopo due anni e mezzo e 37 presenze a Saragozza, Lanna si rende conto che in Spagna non ce n’è più e allora, ormai 33enne, ottiene lo svincolo e fa la scelta del cuore, ritornando a febbraio 2002 a vestire la prima maglia, quella della Samp per sole 9 presenze in serie B.
E’ il canto del cigno, a fine stagione Lanna non viene riconfermato dalla Samp e decide di appendere le scarpette al chiodo: dopo 343 presenze e 8 gol con i professionisti è giunto il momento di staccare la spina, in maniera quasi definitiva con il mondo del calcio.
Ora Marco Lanna – dopo brevi esperienze come telecronista per Dahlia Tv e come dirigente del Piacenza – si dedica a crescere i giovani calciatori come allenatore della selezione regionale Allievi ligure, nella speranza di imbattersi nei nuovi Chiesa, Eranio, Panucci, Pruzzo.
O magari, nel nuovo Marco Lanna che, nel suo piccolo, è arrivato comunque in Nazionale.
giovedì 5 Settembre 2013