Torino – Atalanta 0-7 (0-3)TORINO (3-4-2-1):

Sirigu 6; Izzo 5, Nkoulou 5, Djidji 4,5; De Silvestri 6, Lukic 4,5, Meité 5, Laxalt 5 (20′ st Millico 6); Verdi 5,5 (34′ st Edera 6), Berenguer 5 (33′ st Lyanco 5); Belotti 5,5. A disp.: 18 Ujkani, 25 Rosati, 17 Singo, 36 Bremer, 80 Adopo, 10 Iago Falque. All.: Mazzarri 4,5.
ATALANTA (3-4-2-1): Gollini 6,5; Toloi 7, Palomino 7,5, Djimsiti 6,5; Hateboer 6,5, De Roon 6,5 (12′ st Pasalic 6), Freuler 6,5, Gosens 8 (37′ st Muriel 8); Iličić 10 (26′ st Malinovskyi 6), Gomez 8,5, D. Zapata 6,5. A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 13 Caldara, 55 Okoli, 20 Da Riva, 17 Piccoli. All.: Gasperini 9.
Arbitro: Guida di Torre Annunziata 7 (Cecconi di Empoli, Rocca di Catanzaro; IV Marinelli di Tivoli. Var Maresca di Napoli, AVar Di Vuolo di Castellammare di Stabia).
RETI: 17′ pt Ilicic, 29′ pt Gosens, 46′ pt rig. D. Zapata, 8′ e 9′ st Ilicic, 41′ st rig. e 43′ st Muriel.
Note: serata rigida, spettatori 18.824 di cui 6.681 paganti (incasso 78.587 euro) e 12.143 abbonati (quota partita ). Ammoniti De Roon, Izzo per gioco scorretto, Sirigu e Hateboer per rissa. Espulsi Izzo al 31′ st per somma di ammonizioni (gioco scorretto) e Lukic al 44′ st per gioco violento. Silent check: 3. Occasioni 8-21, nello specchio 4-14, legni 0-1. Corner 4-12, recupero 1′ e 0′.

Torino – Era ora di infrangerlo, questo maledetto tabù in casa del Torino, e nell’anticipo della seconda di ritorno un’Atalanta bellissima ha saputo rinverdire i fasti di Bellini-Zampagna (15 aprile 2007, ultimo scontro diretto vinto di rapina al “Grande Torino” in A) e di Peluso-Bonaventura (2 marzo 2011, sempre con Colantuono ma in B). Merito di una prestazione monstre di almeno due dei Tre Tenori, guidati da un triplo Josip Ilicic da 10 e lode. In classifica è temporaneo aggancio alla Roma al quarto posto a quota 38 col derby capitolino nel clou di giornata.
Pronti via, si parte con Hateboer murato da Laxalt (3′) dopo aver ricevuto da un Papu che spesso si allarga a mancina, quindi il gioco da quinto a quinto con Izzo a chiudere in fallo di fondo Gosens (5′). Il tempo del primissimo colpo di testa di Duvan su angolo di Gomez (8′) e al decimo Gosens chiude Belotti in diagonale sugli sviluppi di una ripartenza veloce in asse col difensore ex Genoa. Al 16′ la prima conclusione in porta è la svettata di Palomino su cross di Ilicic dall’out sinistro successivo a un corner: Sirigu si distende e manda oltre la fine del campo, ma proprio dalla bandierina destra ha inizio l’azione, pardon la palla persa da Laxalt, da cui scaturisce il vantaggio nerazzurro in estirada di Ilicic grazie al contro-cross di Palomino. La reazione granata c’è, ma il fumo dalle narici si vede pochino e le rade sfuriate non impressionano. Al 19′ Gollini non deve certo scervellarsi per bloccare il colpo di frusta di De Silvestri su invito dal lato opposto dell’uruguaiano autore dell’errore del rompighiaccio, mentre di qua il fantasista sloveno continua la serie di colpi da fuoriclasse, innescando nell’ordine il tedesco (22′), Toloi (27′) e quindi la strepitosa combinazione in caduta Gosens-Freuler con Sirigu a dire regolarmente di no, allo svizzero addirittura due volte. Ma sul sesto angolo, dalla destra, sempre del capitano argentino, Gosens pesca il jolly da fuori con una volée splendida nell’angolino dopo il tocco indietro in mischia con la sommità del capo che è di Nkoulou anche se sembra di Zapatone. Rigorista scelto, allo scadere della frazione, quando Lukic sposta il mostruoso Josip con le brutte dopo uno slalom pazzesco oltre il vertice destro: l’ottimo Sirigu è spiazzato dal colombiano che torna al gol dopo il 3-1 al Lecce del 6 ottobre scorso, ecco come bisognerebbe tirarli. 
Il silent check prima dell’intervallo non interviene sul contatto Verdi-Palomino al 31′ che in effetti è provocato dall’oltrepadano, mentre imbocca la strada giusta sul caso da moviola di parte bergamasca. La ripresa si apre al 4′ con la staffilata di seconda di Lukic, al culmine di uno schema da punizione da sinistra di Verdi, su cui Zapata si produce nella deviazione da salvataggio a mezza altezza, quindi Izzo sbarra la strada ai due fantasisti cominciando dal brevilineo (6′). E siamo alla follia, positivamente intesa solo per gli ospiti, tra i due sinistri del Gallo al 5′, a incrociare sul la di Laxalt, e all’11 con una loffia dal limite (in mezzo ai legni il rapper è sul pezzo): Ilicic batte subito una punizione poco oltre la riga di metà campo (44 metri virgola 800, mani di Djidji), decentrato sulla destra, e insacca alle spalle di un Sirigu non pronto come del resto tutta la squadra, fino a decidere che è ora della tripletta accompagnando nel sacco da dentro l’area la manovra del funambolo al suo fianco. Ormai è pura accademia. 13′: Josip per Papu, guantoni e palo; 27′, la new entry Malinovskyi, l’uomo che ha permesso la standing ovation anticipata per il mancino di platino della Dea, fa la barba al legno. Al 31′ Izzo lascia i suoi in dieci sprecando su Djimsiti a metà del guado il secondo giallo, ma il Toro riparte a testa bassa cercando almeno l’insaccata della consolazione: al 35′ Lyanco spara in curva sull’onda lunga di un angolo e al 38′ il portiere atalantino deve calare la saracinesca su Edera in asse con Millico. Ma non si scherza: al 40′ Sirigu evita la sesta sinfonia di Gomez, al 41′ Meité stende Toloi e Muriel dagli 11 metri imita il connazionale per replicare incrociando il sinistro due giri di lancetta più tardi su filtrante del Papu. Finisce quasi in rissa con Lukic a trebbiare l’argentino.
Simone Fornoni