L’evento, patrocinato da Assofranchising, Confimprese e FIF, oltre ad approfondire le dinamiche del franchising, ha portato ad esempio il case history di Spacca, azienda bergamasca pioniera del “fast casual food” ed espressione del connubio tra franchisers ed ex professionisti nel mondo del calcio.
“Questo incontro – spiega il Direttore e Segretario generale bluceleste Simone Farina – nasce innanzitutto dalla volontà della nostra Società e dall’Associazione Italiana Calciatori di farsi promotrice della formazione degli atleti, non solo durante la loro carriera ma anche una volta ultimata la stessa e si sviluppa grazie all’attenta iniziativa di Massimo Barbieri, tra i maggiori esperti in Italia di franchising che, in qualità di direttore del progetto, mette a disposizione la propria competenza per offrire ai calciatori uno sbocco professionale che esuli dai confini sportivi. La realtà di Spacca è l’esempio tangibile di come il franchising possa rappresentare in tal senso un’opportunità funzionale e concreta“.
“L’AIC ha ideato il “progetto franchising”, grazie alla collaborazione con i soggetti di riferimento di questo mondo, perché crede fermamente nella possibilità di fornire agli atleti delle opportunità di lavoro per il dopo-carriera, da costruire durante la fase agonistica – sottolineano i rappresentanti dell’associazione Rocco Sabato e Paolo Bianchet –. Nel corso degli ultimi anni, abbiamo investito tempo e impegno per aumentare la consapevolezza dei nostri tesserati. Quella dell’atleta professionista è un’esperienza professionale molto bella. Ma occorre essere consapevoli della sua durata limitata nel tempo. Per questo AIC ha ideato questo progetto e tanti altri percorsi di formazione e riqualificazione delle competenze acquisite durante la carriera. Perché tutti gli atleti, in considerazione dei mezzi e degli strumenti a propria disposizione, possano essere guidati nelle iniziative e negli investimenti futuri. Il franchising rappresenta una modalità imprenditoriale “guidata”. Un ambiente in cui, anche chi è impegnato in altro settore professionale, può trovare un modello da seguire. Per questo, e per la collaborazione che abbiamo costruito con le associazioni di categoria, abbiamo scelto di avviare un progetto del genere”.
“Sono molto onorato di essere stato scelto da AIC come l’esperto di franchising per portare a successo il progetto di formazione su questa disciplina – dichiara soddisfatto Massimo Barbieri, fondatore di SOFI (Sviluppo ed Organizzazione di Franchising Internazionale) -. Metto con sincero entusiasmo la mia pluriennale esperienza al servizio di questa attività di training perché la vivo come un modo di trasmettere consigli che serviranno a molti giocatori per prepararsi ad affrontare con serenità il passaggio dal calcio giocato al post-carriera”.
“Il protocollo di intesa per la Formazione sul Franchising firmato con AIC – osserva Mario Resca, presidente di Confimprese – ci permette di dare il nostro contributo alla realizzazione di un futuro sereno per quel 95% di calciatori e calciatrici che a fine carriera non rimangono nel mondo del calcio e devono quindi imparare un nuovo lavoro: la formazione professionale e accurata offerta dai Franchisor permette proprio questo. Nel franchising, il cui giro d’affari è stato sempre in costante crescita negli ultimi anni, ci sono già belle storie, soprattutto all’estero, di ex sportivi che hanno intrapreso questo percorso: siamo felici di lavorare per la formazione di tanti atleti che ci auguriamo possano scegliere al termine della carriera agonistica il Franchising per diventare affiliati di successo”.
È poi il turno di Alex e Manuel Lucon: “Siamo i proprietari e fondatori di Spacca, brand bergamasco vicino alla società U.C. AlbinoLeffe sin dalla nostra nascita. Vivendo a pochi chilometri dal Campus di Zanica, abbiamo potuto apprezzare la crescita infrastrutturale della società bluceleste e la volontà della stessa di investire costantemente nella formazione dei propri atleti. In questo contesto, abbiamo sempre supportato con tutte le nostre forze iniziative meritevoli di natura sportiva. Essere partner di una squadra professionistica è per noi un grande orgoglio e lo è ancor di più se ad accomunarci vi sono l’ambizione e la valorizzazione dei giovani del territorio”.
“Dalle conoscenza maturate e dalla ventennale esperienza nel mondo della ristorazione – proseguono i fratelli Lucon – è nata la volontà di offrire a ex calciatori la possibilità di intraprendere un percorso imprenditoriale. Nel 2018 abbiamo sentito l’esigenza di inventare un prodotto diverso che tuttora rappresenta un qualcosa di unico nel suo genere. Questo ci ha permesso di inserirci in una fetta di mercato definito ‘casual fast food’ ovvero “mangiare velocemente ma di qualità”. Affidarsi a un franchising rappresenta un processo consolidato con bassa marginalità di errore, dove tutto è studiato, standardizzato, consolidato e provato. La casa madre garantisce l’affiancamento per la soluzione di qualsiasi tipo di problema abbattendo il rischio rispetto a investimenti individuali”.