Inter – Qarabag 2-0Inter:
Carrizo 5.5, Andreolli 5.5, Ranocchia 6.5, Juan Jesus 6, D’Ambrosio 7, Hernanes 5 (27’st Obi 6.5), M’vila 6.5, Kuzmanovic 5.5 (14’st Medel 6.5), Nagatomo 5.5, Guarin 5 (18’st Osvaldo 6.5), Icardi 6.5. All. Mazzarri.
Qarabag: Sehic, Gurbanov (23’st Sadigov), Teli, Guseynov, Agolli, Qarayev, Yusifov (9’st Nadirov), Muarem, Richard Almeyda, George (17’st Tahiyev), Reynaldo. All. Gurbanov.
Arbitro: Kulbakov.
Reti: 18’pt D’Ambrosio, 40’st Icardi.
Migliore in campo: D’Ambrosio.
Milano – Teniam buono giusto il risultato. Quello e tre considerazioni: che D’Ambrosio, in Europa League, spinge e segna e ha voglia di giocare, e a quel punto anche se di errori ne fa ancora un po’ troppi glieli perdoni; che Ranocchia l’autorevolezza la sta a poco a poco acquisendo; e poi che Icardi e Osvaldo sono una ditta che funziona, e almeno uno dei due il cartellino del gol lo timbra. A patto che giochino sempre insieme, però, che sennò Maurito è isolato più di un benzinaio sulla Bre-Be-Mi. Vaglielo a dire, a WM, però, di tener due punte fisse, dopo che con il Cagliari ne ha prese quattro. Per il resto, l’Inter in maglia Puffo (parentesi: terza maglia di gran lunga più bella di quella verde-Shrek della Juve vista contro l’Atletico Madrid) della sfida con il Qarabag è un panorama desolato come i monti del Nagorno-Karabah da cui arrivano i volenterosi ragazzi azeri che, per quanto carneadi assoluti del palcoscenico europeo, hanno almeno i tre davanti e Yusifov che giocano discretamente e che se nel primo tempo avessero pareggiato (e ci sono andati dannatamente vicini, con un contropiede che stava diventando micidiale, peraltro gentilmente regalato dalla corsia di destra interista, Hernanes-Nagatomo-Andreolli) non si sarebbe davvero potuto gridare allo scandalo. Il punto è che questa Inter non ha gioco, e ahimé lo avevamo capito, ma anche, e questo per il dna interista è assai più grave, che non ha garra, carattere, huevos. E il grande abbaglio è che Mazzarri non è un allenatore in grado di farli venire, né di dare costrutto a una squadra che ha una fottuta paura di fare gioco, così che chiunque arrivi a San Siro può legittimamente sperare di fare punti: lo vedi nelle incertezze di Carrizo e Andreolli, nell’arruffarsi di Kuzmanovic, nell’evanescenza esasperante di Guarin e del Profeta, in un Nagatomo che non sa più crossare. Così che quando in campo entra Medel, che corre in mezz’ora più di tutto il centrocampo messo insieme, ti sembra che la squadra sia improvvisamente diventata il Bayern Monaco, e che persino un Obi faccia la parte del leone. E, non per ripetermi, ma se c’è Osvaldo in campo, oltre a un surplus di tecnica individuale, almeno l’intenzione d’attacco ne guadagna, tanto che Icardi si trova finalmente due-tre occasioni buone per segnare (e alla terza, imbeccato proprio dal Pablo Daniel, non sbaglia). Insomma, il gironcino di Europa League si mette bene, ma con il gioco qui si continua a regredire, e alcuni stasera già speravano che vincessero quelli del Qarabag, per tagliare qualche testa in panchina, magari quella con l’accento livornese. Per ora, tocca aspettare. E sperare che la Fiorentina sia ancora più sciupona degli azeri.
Manuel Lieta