“Ancora…. Ancora una volta ci fanno spegnere i fari.
Ancora una volta al calar del buio (come i ladri) arriva un nuovo decreto.
Ancora una volta con sacrifici economici e fisici, rispettando tutte le regole e credendo negli aiuti di farlocchi contributi alle piccole società sportive, abbiamo fatto di tutto per poter ripartire.
Ancora una volta nessuno, poi, ha pensato ai ragazzi, mister e genitori che dedicano tempo.
Però adesso è il momento di fermarsi e riflettere. La situazione è grave e complicata, le paure e i rischi troppi.
Attendiamo che si possa tornare a giocare liberamente senza che prevalga la paura.
E allora, in quel momento, ancora una volta riaccenderemo musica e fari, perché i ragazzi quando saranno grandi come me (o vecchio, come dicono loro) si ricorderanno delle emozioni passate con gli amici e delle regole del campo, non certo di DPCM a volte illogici e confusionari.
Ancora una volta, come nello spogliatoio, come fatto fin dalla prima ripartenza, noi rispetteremo le regole.
Nella speranza che tutta questa storia ci renda attenti ad insegnare ad aver coraggio, esser determinati e saper convivere e giocare con la testa”.
Matteo Belotti (segretario Or. San Marco di Foresto)
” 22 febbraio 2020, è sabato mattina e come ogni sabato la mattinata scorre tra i vari preparativi delle partite del weekend, senza pensare che da quel pomeriggio le cose sarebbero completamente cambiate. È stata imposta una chiusura forzata tanto impensabile quanto necessaria. Una chiusura forzata che è servita anche per rivedere le modalità di svolgimento della propria attività, a cui solitamente nel mezzo delle varie stagioni sportive difficilmente viene riservata un’approfondita attenzione, a causa di ritmi sempre frenetici e incalzanti.
Successivamente, abbiamo rincorso nuovi protocolli, nuovi DPCM e nuove ordinanze regionali che si rincorrevano l’uno dopo l’altro, che hanno oltretutto comportato nuove considerevoli spese per ottemperare alle nuove regole necessarie alla ripartenza.
Ci siamo dovuti tutti reinventare, da dirigenti-allenatori-giocatori siamo divenuti medici, esperti virologi e consulenti familiari. Tutto questo, concentrato in poche settimane, è sempre stato fatto nell’unico interesse di grandi e piccini, per poter finalmente tornare ad una nuova normalità, fatta di nuove regole e abitudini, per poter finalmente uscire dalle mura casalinghe e tornare a calcare i campi da calcio, praticando quello sport che ci accomuna e che noi tutti amiamo. Lo sforzo è stato fatto soprattutto per i più piccoli, per i quali l’importanza e la valenza sociale dello sport, nonché dell’educazione, del rispetto delle persone e dei ruoli e delle regole attraverso lo sport stesso sono valori imprescindibili. Insegnare il rispetto delle regole sul campo per indirizzare i più piccoli a rispettarle anche nel quotidiano.
Tre-due-uno, via! Dopo mille difficoltà e iniziali rinvii, finalmente ricominciano i campionati, si giocano le prime partite, si torna respirare aria di normalità, seppur ovattata ma comunque piacevole e tanto agognata; il calcio mancava a tutti ed era bello tornare a vivere tutta l’atmosfera e le emozioni che lo caratterizzano.
Infine il nuovo stop. Brusco.
È però di questi giorni la notizia diramata dal Dipartimento per lo Sport, che autorizza lo svolgimento degli allenamenti in modalità individuale anche per gli sport di squadra. Ennesimo cambiamento, che arriva a pochi giorni dall’annuncio della Federazione del riavvio previsto dei campionati per il 7 febbraio.
Data la situazione attuale, con contagi in continua ascesa, quello che ci chiediamo è: vale la pena riprendere? Vale la pena mettere nuovamente a repentaglio la salute di adulti e bambini, dirigenti e allenatori, volontari e collaborati, in questo clima di incertezza e paura?
Il calcio ha sì una funzione sociale, ma in questo preciso momento storico dovrebbe evitare di essere un mezzo per aggravare ulteriormente una situazione già di per sé problematica.
Fermarsi, e anzi rimanere fermi, per tutelare la salute di tutti per poi ripartire quando tutto sarà alle spalle, senza più paure e timori, potendo quindi tornare finalmente a concentrarci solo ed esclusivamente sul nostro amato calcio!”