Pur avendolo visto solo una manciata di volte in questi dieci anni, per me Roberto Pellegris è come un fratello. Un po’ perché è il giocatore più forte di tutti, tanto per il suo splendido carattere: accogliente, solare, umile e intelligente, lontanissimo da quello dell’attaccante medio che fa la vita da bomber, insomma alla Bobo Vieri, la domenica in campo, cinque sere su sette al Bobadilla o al Capogiro e la mattina col mal di testa e incazzato nero con noi giornalisti.
Pellegris no, è un campione diverso, da sempre, mano nella mano ha i suoi bambini, li guarda e gli viene da sorridere, felice. Parla poco, mai di sé e spesso sottovoce, non fa proclami, accetta le critiche le rare volte che arrivano, e, soprattutto, segna ogni anno montagne di gol in tutti i modi possibili, di testa, di sinistro, di destro, dopo una serie infinita di dribbling oppure di tacco o al volo o con un violento bolide da fuori area o con un colpo da biliardo diretto nell’angolino più lontano. Con il poker di domenica al Luciano Manara sono trecento reti tra i Dilettanti, un’infinità, traguardo difficilmente raggiungibile per chi verrà dopo di lui. Tantissimi li ha messi in Eccellenza, 242, alcuni in Serie D, per la precisione 43, quindici nel suo unico mezzo campionato in Promozione.
Altro che Bonucci, è Pellegris l’unico giocatore che conosco che sposta gli equilibri: dove va, che sia il MapelloBonate o lo Scanzo o, adesso, il Verdello, la squadra centra (quasi) sempre il salto tra i semiprofessionisti.
Tecnica, cuore, classe e fantasia: di Pellegris calciatore ho raccontato parecchio, ma mai abbastanza, dell’uomo poco, qualche accenno sulla comune passione che abbiamo per il rock ruvido dei Nirvana e sulla sua felice vita da “mammo”. E’ un uomo che vale, prometto di scriverne di più quando Pelle-gol arriverà al prossimo record, quota quattrocento. Intanto mi godo le sue parole di domenica, il ringraziamento in punta di piedi alla nostra redazione per il titolo sulla prima pagina di lunedì. “Con me siete sempre stati gentili e troverò il modo di ringraziarvi”. La mia risposta ovviamente è stata quella di un grande appassionato: “Quello che vogliamo è che porti il Verdello in Serie D a suon di golassi…”. E siamo sicuri lo farà perché Roberto Pellegris è un campione.
Matteo Bonfanti
DATA DI NASCITA: 13 gennaio 1983
LUOGO DI NASCITA: Seriate
ATTUALE SQUADRA: Verdello (Eccellenza)
RUOLO: centravanti
SETTORE GIOVANILE: AlbinoLeffe
GOL IN CARRIERA NEI DILETTANTI: 300
IL COMPAGNO IDEALE: “ce ne sono stati tanti e farei torto a qualcuno se ne nominassi solo uno”: spiega Roberto
LA PARTITA DELLA VITA: Iran – Italia U20 Serie C, giocata a Teheran davanti a 35mila spettatori
GLI ALLENATORI: i fratelli Astolfi, Tom, “un maestro di vita prima ancora che un grande allenatore”. E poi Mario, “che ho avuto come mister per tanti anni vincenti”
LA CURIOSITA’: l’idolo di Roberto Pellegris è un campione NBA, John Stockton, playmaker degli Utah Jazz per diciannove anni, “un genio del basket racchiuso nel corpo di una persona normalissima”. Nel 1999 Roberto è andato nello Utah per vedere Stockton dal vivo
LE PASSIONI: la chitarra (che Pellegris suona), la musica (Nirvana) e il basket (NBA)