“Duce, duce”,
poi il lancio di bottiglie, di vasi e di petardi. Roma si è alzata questa mattina in stato di shock dopo il pomeriggio di tafferugli andati in scena ieri alla manifestazione al Circo Massimo, organizzata dalla sigla “I ragazzi d’Italia”. Al sit in di protesta, contro la gestione dell’emergenza del coronavirus da parte del governo, Forza Nuova e diversi gruppi ultrà italiani. Laziali e romanisti, che hanno fortemente sponsorizzato l’appuntamento sui loro canali social, i più presenti. Poi ragazzi arrivati da Brescia, Verona, Milano, Torino e Bologna.
Un mezzo flop, meno di quattrocento persone, tra saluti romani e insulti ai giornalisti, definiti a più riprese terroristi, e agli agenti delle forze dell’ordine, ad un certo punto attaccati da una ventina di manifestanti. Al di là dell’evento, che ha tratti anche tragicomici, la rabbia degli organizzatori è infatti partita perché un manifestante ha deciso di parlare ai cronisti presenti, preoccupa il legame tra diverse curve e l’estrema destra italiana.
Vista da qui e applaudendo la Nord, tifoseria che ha dimostrato una volta di più l’appartenenza alla sola Atalanta, con un comunicato che spiega benissimo le idee dei bergamaschi (“mai saremo coinvolti in iniziative che non c’entrano con il mondo ultras ed è per questo che prendiamo le distanze da tutto questo”), resta che mai come ora l’Italia ha un evidente problema sociale.
Per molti il momento economico è durissimo, tra aiuti che a volte non arrivano e un mondo del lavoro che stenta a ripartire, l’estrema destra, legata a doppio filo agli ultrà capitolini, può raccogliere il crescente malcontento da parte dei settori più poveri della nostra popolazione.
Per evitare pomeriggi di rabbia come quelli di ieri, che hanno portato a due arresti e a quindici fermati, occorrono interventi governativi ancora maggiori anche e soprattutto per chi non ce la fa più, perché c’è il rischio che la disperazione si trasformi in violenza, come accaduto tante volte nella nostra storia.
Matteo Bonfanti
Foto degli scontri tratta da www.giornalistitalia.it