Domenica 3 dicembre alle ore 11 presentazione presso la Galleria Cividini dell’Antologia Versus 2018, a cura di Pierantonio Volpini, El Bagatt, 2017. Vincenzo Guarracino, poeta e critico letterario, presenterà i contributi poetici e narrativi di Mimma Forlani, Paolo Lo Conti, Umberto Zanetti, Davide Bordoni, Giuseppe Lorenzetti e la sua traduzione del poemetto latino Pervigilium Veneris (Canto per la veglia di Venere). Tutti gli autori saranno presenti e proporranno la lettura di alcuni frammenti della loro opera. Sarà festa di parola presso la galleria di Pierantonio Volpini che festeggia così il decennale delle “Letture Bergamasche”.

Da molto tempo l’artista ed editore Pierantonio Volpini aveva in mente il progetto di pubblicare una piccola antologia di scritti in cui tre adulti prendessero per mano tre giovani e li presentassero ai lettori, invitandoli a porre attenzione alle loro qualità poetico-letterarie. Ha, quindi, fatto l’invito a tre amici che, seppure in forme diversissime, hanno già molto scritto; ha chiesto loro di aiutarlo a dare attuazione al suo progetto, nato dal suo desiderio di dare una possibilità di pubblicazione ai giovani. Prende così forma Verso 2018 in cui appaiono gli scritti di Mimma Forlani, Umberto Zanetti, Vincenzo Guarracino che incoraggiano i giovani a continuare “il solco da essi iniziato”.
Mimma Forlani presenta una piccola silloge dal titolo Requiescant et Resurgant. Sono dodici poesie scritte tra il 2002 e il 2016 in cui racconta l’eredità lasciata da persone, piante,
personaggi letterari, che sono diventati ombre nella sua vita e poi improvvisamente risorgono. Del resto Borges ebbe a scrivere: «Ogni persona che passa/nella nostra vita, è unica./Sempre lascia un po’ di sé/e si porta via un po’ di noi». Mimma Forlani presenta i brevi racconti di Paolo Lo Conti, che con una scrittura veloce, quasi giornalistica, impastata di ironia e pietas, ci racconta i suoi incontri con personaggi posti al margine della società e che hanno lasciato in lui segni indelebili di umanità.
Umberto Zanetti, nelle sue tredici poesie in un italiano colto, va alle ricerca delle tracce lasciate in lui dal poeta milanese Enrico Botturi, dal padre e poeta David Maria Turoldo, da uno Straniero che “non parla, non saluta”, dalla donna che da secoli dorme nella tomba 134° nella necropoli di Spina. La vita scorre, il tempo passa e Umberto è avvolto da uno scoramento esistenziale e cerca la presenza di Dio in una commovente preghiera. Un afflato religioso unisce la poesia di Umberto Zanetti e quella di Davide Bordoni, figlio di poeta e poeta egli stesso. Nelle sue poesie ci narra la sua passione per la montagna, le sue riflessioni ontologiche e cosmologiche. I versi di Davide nascono dalla consapevolezza della sua nullità. “Non ho potere e non l’ho mai avuto” – scrive rivolgendo la sua preghiera a Dio che si conclude con l’invocazione: “E prego, prego, e prego ancora,/ perché è l’unica cosa/ che io ho il potere di fare”.
Vincenzo Guarracino ci sorprende con la traduzione incomparabile del Pervigilium Veneris ovvero del Canto per la veglia di Venere, poemetto anonimo del II-III secolo dopo Cristo
scandito da un ritornello che suona così: Cras amet qui numquam amavit, quique amavit cras amet (Domani ami chi mai amò; ami domani chi ha amato già.) Vincenzo Guarracino, poeta e traduttore di poeti greci e latini, (per il Bagatt egli tradusse in modo insuperabile i Versi Aurei di Pitagora) puntualizza che nel Pervirgilium “con attonita meraviglia si osserva nascere il mondo, si palpita per il cielo che si popola di vita, si gioisce nel vedere gli dèi mescolarsi agli umani con la felicità dei primi giorni del mondo”. La gioia svanisce, tuttavia, alla fine del poemetto in cui l’anonimo poeta ci palesa la sua disperazione: “Perso ho tacendo il canto né più a me si volge Febo”. Per riavere il dono della poesia sarebbe disposto a rinunciare alle sembianze umane ed essere trasformato in rondine. All’uccello che annuncia la primavera è affidato il suo augurio di rinascita, che sembra avverarsi, molti secoli dopo, nella limpidezza del cielo primaverile che si srotola nei versi del giovanissimo Giuseppe Lorenzetti, nato nel 1994. Guarracino presenta la sua poesia in cui l’immagine si fa musica sottolineandone la vitalità: «vita che trionfa “su tutto”, sul buio e sulla disarmonia, sulla “neve”, e sul deserto, e “luce” che promana dal più intimo e si diffonde sul mondo conferendo alle cose il risalto e “colore”».

Cosa: Letture Bergamasche presenta “Verso 2018”
Dove: Museo Cividini nella Antica Zecca – via Donizetti 18/a Bergamo alta
Quando: domenica 3 Dicembre 2017 ore 11:00
Info: Pierantonio Volpini pierantoniovolpini@gmail.com
0350932533 3931860566 3299681644
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti.
Dopo le letture è previsto un pranzo conviviale, a cura del gruppo “Mangia Con Me” della “Associazione Per Voi”, contributo euro 20 compresa tessera associativa, prenotazione obbligatoria, per partecipare al convivio o avere informazioni:
associazionepervoi@gmail.com o chiamate allo 0350932533 3931860566 3299681644