“L’obiettivo non cambia a seconda delle avversità di questo periodo che non sembra finire mai. Anzi, si rafforza: quello primario è la valorizzazione dei ragazzi”. Domenico Moro, negli anni Ottanta tra i protagonisti della risalita da mitologia dell’Atalanta dall’inferno della C1 fino alla A, continua a occuparsi di pallone all’Azzano FG con l’entusiasmo di sempre: “Si deve ripartire così. E noi, con 15 squadre del vivaio, siamo ripartiti. Anche se con le corsie preferenziali, mettendo i cinesini a terra per evitare il contatto”. L’ex nerazzurro asseconda da vicino la crescita delle nuove leve giallorossoblù, da Responsabile del Settore Giovanile: “Da quando siamo tornati quantomeno in zona arancione sono comunque sul campo, a fianco di tutte le nostre categorie. Resto a disposizione per le sessioni anche individuali a livello tecnico”. Dalla fascia destra, inizialmente davanti a un certo Roberto Donadoni, a un ruolo non proprio da scrivania: “Non occupo una panchina, ma il mio compito in questo momento specifico è garantire la rimessa in moto dell’attività fisica, visto che senza partitelle non si può parlare di veri allenamenti di calcio – continua l’eterno ragazzo della Marca, ormai bergamasco onorario dal 1981 -. Sanifichiamo i palloni prima dell’uso e dopo. Siamo distanziati, ma di nuovo insieme. Conta più di tutto, quando la stagione agonistica obiettivamente non può riprendere col rischio dietro l’angolo di fermarsi un’altra volta”. Il famoso Moretto è felice di far parte di una famiglia numerosissima e d’eccellenza: “Soltanto AFG Special è ferma, perché le sedute indoor non sono ancora permesse. Abbiamo una filiera completa, allenatori qualificati, il medico sociale, lo psicologo, l’infermeria, le strutture adatte: non a caso siamo a un passo dal diventare Scuola Calcio Elite”.
Una soddisfazione enorme: “E ben meritata. Abbiamo squadre doppie quasi in ogni fascia d’età, anzi triple per i Pulcini. Dalla Scuola Calcio in su rincorriamo un miglioramento qualitativo che stiamo già vedendo alla prova dei fatti. Perché anche formatori e istruttori sono di qualità”. Quanto alle partite con la posta in palio, ahinoi, siamo lontanucci dal traguardo: “Tirare i ragazzi fuori di casa concedendo loro lo sfogo del divertimento all’aria aperta è già tantissimo sotto pandemia. Nutro qualche speranza di ricominciare ad aprile coi tornei – continua Moro -. Sono più scettico sull’eventuale formula dei campionati: un solo girone da completare o iniziare, visto che Pulcini ed Esordienti sono stati fermati ancor prima di cominciare dalle chiusure a ottobre. Però esserci ritrovati al centro sportivo è già qualcosa: da un giorno fino ai due-tre a settimana a regime, è importante anche solo allenarsi”. Esperienza e competenza dell’intervistato inducono a strappargli un parere sulla ventilata e a quanto pare imminente abolizione del vincolo: “Detto che qui non abbiamo mai trattenuto nessuno con le catene, dandogli la possibilità di svincolarsi nel caso non si trovasse bene, vado controcorrente affermando che non cambierebbe poi granché”. Urgono spiegazioni: “Fino ai 14 anni non esiste nemmeno adesso. Se il nostro doppio scopo, come quello di qualunque altra società con tutto il vivaio, è il ricambio generazionale della prima squadra insieme alla valorizzazione tecnica dei ragazzi, l’abolizione del vincolo non sarebbe un handicap se si escogitasse un escamotage che a me pare sensato: un premio formazione, un premio preparazione”. Un suggerimento alle alte sfere del pallone alla periferia dell’impero?
Simone Fornoni