di Giacomo Mayer
Un cambiamento epocale. Eppure l’Atalanta nel mondo del calcio italiano e, perché no, europeo, è considerata una società all’avanguardia per quanto riguarda il settore giovanile. Ma non succedeva dai tempi di Vavassori che in prima squadra giocassero così tanti giovani come nella partita col Napoli. Sempre tanti proclami da parte di molti allenatori passati da Bergamo ma solo belle intenzioni. Dai tempi dei Bortolotti i proprietari del club nerazzurro non hanno mai lesinato soldi per incrementare il settore dei giovani, con l’arrivo di Mino Favini , oltre vent’anni fa, il salto di qualità poi alti e bassi anche per la spietata concorrenza di in terra orobica di Milan e Inter con tecnici che vanno e vengono tra Atalanta e i due club milanesi.
Caldara, Conti, Gagliardini, Petagna e Grassi, senza dimenticare Sportiello in panchina e Kessie squalificato, con Alessandro Bastoni e Emanuel Latte Lah dalla primavera, rappresentano la “meglio gioventù” calcistica nostrana. E c’è voluto un maestro di calcio come Gasperini per trovarseli in prima squadra e dintorni. Certo, dopo i risultati col Palermo e col Crotone, la formazione iniziale col Napoli ha destato scalpore, abbiamo tutti pensato che fosse un gioco al massacro, invece è successo il contrario. Un vittoria nata dalle idee di un allenatore che non usa le mezze misure e che va diritto per la sua strada tra corse pericolose, discese ardite e impervie risalite.
Senza tornare indietro troppi anni, quelli dell’era Vavassori tanto per intenderci, limitiamoci a queste sei stagioni, più qualche mese, dell’era Percassi. In panchina prima Colantuono, poi Reja e adesso Gasperini. Colantuono ha sempre sostenuto che non guardava all’età ma metteva in campo chi era pronto. Poi succedeva sempre il contrario tant’è vero che per dare un posto di titolare a Bonaventura c’è voluto parecchio mentre Favini soffriva. E Gabbiadini? Impossibile, secondo lui, affiancarlo a Denis. Per non parlare dei difensori che se non erano trentenni, non andavano bene. Un esempio per tutti: il caso di Salvatore Molina. Dopo una stagione in prestito al Modena, 36 partite e 4 gol, titolare under 21, torna a Bergamo, Titolare a Marassi con la Sampdoria gioca male, torna titolare col Sassuolo e disputa una buona partita, poi scompare nel dimenticatoio e viene sbolognato al Carpi. Sembra il prontuario di come bruciare i giovani. Reja ha lanciato Alberto Grassi, titolare per tutto il girone d’andata poi ceduto al Napoli e, in agosto, tornato a Bergamo. Insomma niente di trascendentale. Adesso con Gasperini la linea verde, vedremo come andrà a finire ma il tecnico torinese non è intenzionato a cambiare idea. Avanti con i giovani. Se son rose fioriranno.