Bergamo, Gewiss Stadium, III giornata League Phase di Champions League – mercoledì 23 ottobre, 18.45
Atalanta – Celtic Glasgow 0-0
ATALANTA (3-4-1-2): Carnesecchi 6; Djimsiti 6,5, Hien 6,5, Kolasinac 6,5 (33′ st Ruggeri 6); Bellanova 5,5 (13′ st Samardzic 6), De Roon (cap.) 7, Ederson 6,5, Zappacosta 6,5; Pasalic 6 (33′ st Zaniolo 5,5); Retegui 6 (14′ st De Ketelaere 5,5), Lookman 6 (24′ st Cuadrado 6). A disp.: 28 Rui Patricio, 31 Rossi; 5 Godfrey, 49 Del Lungo, 27 Palestra, 46 Manzoni, 48 Vlahovic. All.: Gian Piero Gasperini 6.
CELTIC (4-3-3): Schmeichel 7,5; Johnston 6,5, Trusty 7, Scales 6,5, Valle 6,5; Engels 6,5 (30′ st McCowan sv), McGregor (cap.) 5,5, Hatate 6,5 (23′ st Paulo Bernardo 6); Kühn 6 (36′ st Forrest sv), Idah 5 (23′ st Furuhashi 5,5), Maeda 6 (29′ st Palma 5,5). A disp.: 12 Sinisalo, 29 Bain; 17 Nawrocki, 57 Welsh, 56 Ralston, 13 Hyun-Jun. All.: Brendan Rodgers 7.
Arbitro: Peljto 6,5 (Bosnia ed Erzegovina; Ibrišimbegović-Beljo, IV Bandić. V.A.R. Storks, A. V.A.R. Dingert – Germania).
Note: serata uggiosa, spettatori 22.751 di cui 1.300 ospiti per un incasso di 972.338,58 euro. Ammonito Johnston per gioco scorretto. Tiri totali 23-4, nello specchio 7-2, parati 7-2, respinti/deviati 3-0, legni 1-0. Corner 7-4, recupero 0′ e 4′.
Bergamo – Non sono bastati all’Atalanta ben ventitré conclusioni di cui un settebello nello specchio per avere meglio di un Celtic barricadero a dispetto degli annunci roboanti di Rodgers alla vigilia. I bergamaschi lavorano bene ai fianchi gli avversari, specie nel primo tempo, ma non raddrizzano mai il mirino a sufficienza nonostante le palle gol a manciate soprattutto sulla testa di Pasalic, che prende un legno, per non dire Lookman (una sola, per la verità), Retegui e a metà campo invertite De Roon. Prima delusione, senza squilli nel gioco nonostante una manovra corposa, nella fase campionato di Champions League contro un ostacolo molto più che abbordabile.
Pressing alto e compattezza ospite la tengono a occhiali inforcati insieme alla traversa di Pasalic tre corsette oltre il quarto d’ora. Una sfida sapientemente addormentata allo start dagli scozzesi, che restano compatti e concedono il possesso se non possono farne a meno, mantenendone uno asfittico quando serve. Solo, a ruota della mezza chance all’ottavo sull’asse dell’apetura di Lookman per la sponda ritardata di Bellanova, un mini pericolo in corridoio da Kühn, contrato in angolo da Ederson. Retegui non azzecca io tredici in spaccata sulla scodellata del brasiliano. A tiro del quarto d’ora, il primo tiro in porta è il piattone del nigeriano, smorzato però dalla sua stessa caduta indotta dal recupero in orizzontale di Trusty, sul tacco di ritorno dell’oriundo. Se Hatate mette un po’ di brividi col sul tiro-cross dal centrodestra in uno dei rari break Hoops, è il croato a far tremare il montante con l’ascensore chiamatogli (18′) da Zappacosta per poi sbagliare il tap-in molto defilato con la stessa specialità. Le due mezze ali in biancoverde si sono scambiate la posizione da mo’ quando Engels pareggia le occasioni al 24′ costringendo Carnesecchi al tuffetto in respinta, ma il figlio d’arte tra i legni altrui fa meglio chiudendo le gambe a sufficienza sul ribaltamento, con la Super Aquila e Zappacosta ad agevolare il rimorchio ancora a Super Mario. Il sorano alza il mancino per anticipare Scales sprecando il lavoro dell’argentino azzurro (26′), ma è ancora il vatreno a firmare la chance numero cinque della serata alzando e allargando sempre in gioco aereo, causa impatto con la tempia destra, il tracciante del medesimo a nove dall’intervallo. Il trentaduenne cresciuto nell’Isola Liri imbecca pure il taglio in elevazione di Djimsiti al quarantesimo troppo privo di potenza per disturbare
la presa alta di Schmeichel. Il collega riminese rischia qualcosina per rintuzzare a respinta il traversone basso di Maeda. Arriva il momento di provarci di Retegui, al minuto 44′, ma in porta ce n’è uno che sa il fatto suo e gliela rimanda sul terzo corner di casa.
Inizia la ripresa e Kolasinac trova Lookman ma quest’ultimo non Retegui, causa anticipo secco di Scales, ma è sempre il vatreno il più pericoloso, staccando a lato sul pallone del nigeriano. Al 5′ è già l’ora del botta e risposta, perché di là Valle costringe Carnesecchi a sbracciare in calcio d’angolo. Il centrattacco atalantino si ritrova la visuale impallata dalla diagonale di Johnston sul filtrante di Ederson (9′), poi tocca a Hien da situazione inattiva salire più in alto di tutti senza mira. De Roon borseggia McGregor e la musica non cambia, perché c’è sempre un baluardo insuperabile (13′), e allora il Gasp senza cambiare modulo aumenta la pressione offensiva con Samardzic e De Ketelaere al posto di Bellanova e Retegui. Pronti. Sterzata del belga sul la di Djimsiti sull’onda lunga del quinto angolo a favore, ma il piede debole punge poco. Furuhashi è in offside (parata comunque di Carnesecchi) sul pallone da mancina di Maeda, Zappacosta fa la barba al palo al 27′. Fifa blu sul nuovo conato del centravantino giapponese oltre la mezzora, al volo, su lancione di Valle, col pallone alto. Sulla svettata imperfetta di Hien chiamata da Ruggeri al 3′ di recupero s’infrange virtualmente la speranza della dea di potersi giocare l’accesso diretto agli ottavi di finale: pochini 5 punti in 3 match.