Bergamo
– 8 ottobre 1989. Un cielo bigio e grigio copre Torino, al Comunale si gioca l’ultima stagione poi Juventus e Toro si trasferiranno al Delle Alpi, pronto per i mondiali . E’ la quarta di campionato e alle 14.30 l’arbitro Baldas fischierà il calcio d’inizio di Juventus-Atalanta. Ad un quarto d’ora dal termine Caniggia parte in contropiede, e non è il primo, si presenta dalle parti di Tancredi e lo infila. Finisce 1-0 e il popolo nerazzurro inneggia all’argentino cantando “Caniggia vola” con quel che segue. E’ storia calcistica da non dimenticare. Ma per l’Atalanta sarà l’ultimo successo in casa bianconera. Fino ad oggi sconfitte su sconfitte, qualche pareggino e niente più. Nelle stagioni più recenti , quelle di Colantuono tanto per parlar chiaro, si andava prima all’Olimpico e poi allo Juventus Stadium solo per fare presenza. Era inutile giocare, tanto si sapeva come sarebbe finita: con una sconfitta.
Domenica si torna a Torino con una posizione di classifica da sogno, 14 punti dei nerazzurri contro gli 8 dei bianconeri e per i fans della Juve, sparsi in tutta Italia, è quasi blasfemia. Sì, perché anche in caso di vittoria la squadra di Allegri resterà alle spalle degli atalantini. Come dire il mondo del calcio alla rovescia. E anche le cifre della classifica lasciano di stucco: la difesa atalantina ha subito 8 gol tanti quanti quella juventina che è anche quella della nazionale mentre i nostri attaccanti hanno segnato due gol in più (11 contro 9). Reja manderà in campo una formazione cosmopolita, ormai così va il mondo, con tre italiani, un oriundo, un olandese, uno sloveno, un senegalese, un brasiliano, un cileno e due argentini. Chissà che siano ancora gli argentini a regalarci un sogno pensa il popolo atalantino. Da Caniggia a Moralez e a Gomez, che in settimana è salto agli onori delle cronache calcistiche per il suo mirabolante gol su calcio d’angolo al malcapitato Carpi. Caniggia e Gomez sono un po’ agli opposti: uno figlio dei fiori, l’altro tutto casa, famiglia e,forse,chiesa ma sul terreno di gioco non sono tanto diversi, entrambi veloci e dribblomani ma la modernità del gioco del calcio ha modificato tatticamente le ali: Gomez torna sul suo avversario, secondo gli attuali dettami tattici e possiede un ottimo tiro, Caniggia non si curava del suo avversario, non aveva un gran tiro ma era sempre lesto ad avviare il contropiede. Fermiamoci con le somiglianze e i paragoni. Eppure domenica l’occasione potrebbe essere d’oro. Quando ancora capiterà di trovare in classifica una Juve staccata di cinque punti dall’Atalanta?
Giacomo Mayer