“Intendo restare qui. Mi sento bergamasco, ne parlo anche il dialetto anche se è difficile da imparare: alla gente fuori dal cancello, a Zingonia, a volte dico ‘dai che so’ stöf, öle ‘ndà a cà’”
. Marten de Roon, a Sky Sport, ha ribadito di sentirsi parte della città e dell’Atalanta: “M’infastidisce sentir parlare di ciclo finito, sono sette anni che siamo sempre lì in alto, tra le romane, le milanesi e la Juventus. E dopo un anno, con la squadra rinnovata, sarebbe bellissimo tornare in Europa”.
Da Bergamo all’Europa, passando ovviamente dall’imposizione della legge del Gewiss Stadium: “Bisogna far contare il fattore campo, c’è entusiasmo e i tifosi riempiono sempre lo stadio. Forse facciamo meno risultati perché dovendo attaccare sempre lasciamo più spazi dietro”, il parere del centrocampista olandese. Che ne offre uno anche sull’astro nascente classe 2003: “Si capiva da subito che Hojlund avesse qualità, ora è diventato un giocatore vero con una velocità incredibile sui 90 minuti, ma per diventare un top player gli mancano ancora i dettagli. Che abbia grandi doti è indiscutibile”.