Roma – Atalanta 1-0 (1-0) ROMA (3-5-2):
Rui Patricio 6; Mancini 6, Smalling 6,5, Kumbulla 6,5; Karsdorp 6,5 (39′ st Ibanez sv), Mkhitaryan 7, Cristante 6, Lo. Pellegrini (cap.) 5,5 (38′ st Sergio Oliveira sv), Zalewski 7 (17′ st Vina 5,5); Zaniolo 6,5 (30′ st Veretout sv), Abraham 6,5 (38′ st Afena-Gyan sv). A disp.: 87 Fuzato, 15 Maitland-Niles, 42 Diawara, 52 Bove, 11 Carles Perez, 92 El Shaarawy, 14 Shomurodov. All.: Salvatore Foti 6,5 (ufficialmente Michele Salzarulo; José Mourinho squalificato).
ATALANTA (4-2-3-1): Musso 6; Hateboer 5,5, Demiral 6, Palomino 5,5 (36′ st Djimsiti sv), Zappacosta sv (21′ pt Pezzella 6); De Roon 6, Freuler (cap.) 6; Pessina 5,5 (15′ st Malinovskyi 6,5), Koopmeiners 6 (15′ st Boga 6), Pasalic 5 (1′ st Muriel 5,5); Miranchuk 6. A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 19 Djimsiti, 42 Scalvini, 46 Cittadini, 3 Maehle, 20 Mihaila. All.: Gian Piero Gasperini 5,5.
Arbitro: Massa di Imperia 5,5 (Tegoni di Milano, Lo Cicero di Brescia; IV Sozza di Seregno. V.A.R. Di Bello di Brindisi, A.V.A.R. Ranghetti di Chiari).
RETE: 32′ pt Abraham (R).
Note: mezza sera serena, spettatori 42.303 circa di cui 200 da Bergamo per un incasso di 676.624 euro. Ammoniti Cristante, Abraham, Mkhitaryan, Kumbulla, Malinovskyi, Ibanez e De Roon per gioco scorretto, Demiral per proteste. Espulsi De Roon al 50′ st (proteste) e Mkihtaryan al 51′ st (gioco scorretto) per somma di ammonizioni. Tiri totali 11-7, nello specchio 4-4, respinti/deviati 5-3, parati 3-4. Corner 6-3, recupero 2′ e 6′.
Roma – Poche idee e nemmeno tanto belline o quantomeno applicabili. Dalla quaterna casalinga del lunedì sera alla Samp, l’Atalanta della mini rivoluzione confermata nel segno del 4-2-3-1 perde qualcosa per strada e inciampa all’Olimpico regalando alla Roma la parità in graduatoria, con discesa al sesto posto (una partita in meno, quella da recuperare col Torino), sempre a quota 47: il quinto se ne sta andando, domenica c’è Juve-Spezia e potrebbe esser emeno 6. Non c’è tempo per commiserarsi a capo chino con la cenere sopra: giovedì c’è l’andata degli ottavi di Europa League a Bergamo contro il Bayer Leverkusen. Domenica prossima, col Genoa, niente De Roon, nervosissimo nel finale fino a protestare veementemente per il giallo inflittogli per fallo tattico su Sergio Oliveira.
Il taccuino, ai punti, sembra dare ragione alla Lupa, affamata di rimonta in classifica, anche prima del rompighiaccio di Abraham, una nemesi infinita, il mancato vice o sostituto di Zapata considerato di troppo e troppo costoso, doppiettista nel poker sporco a campi invertiti che piega le braccia all’uomo tra i pali grazie alla sventagliata del suo laterale destro addomesticata dal cioccolatino zanoliano. Il colpo di reni di Musso al minuto due e venti ha della pezza miracolosa per dire di no all’incornata dell’ex Mancini sul primo angolo di Pellegrini, da sinistra, figlio di una partenza sparata soprattutto delle mezze ali mourinhiane e del pendolino a sinistra a sorpresa Zalewski. Tanto attivo da risolvere una situazionaccia un paio di scollinamenti oltre il quarto d’ora, quando i nerazzurri riescono a infilarsi in navata con la doppia percussione Palomino-Pasalic e Miranchuk, falso nueve di turno, viene incrociato al riparo dal fallo da rigore. Subito dopo Zaniolo ci prova dal limite senza spaventare nessuno in scia col baby italo-polacco, lesto a recuperare stavolta su Pessina per rilanciare l’azione. Oltre il ventesimo Zappacosta accusa problemi di vista e gli subentra Pezzella, altri due giri di lancetta e Karsdorp si perde su una rimessa laterale lunga di Koopmeiners da destra per poi ridestarsi quando la loffia di Demiral, che non imprime potenza al tap-in di piatto forse per la sorpresa, gli arriva a tiro di rinvio. A undici abbondanti dalla pausa, invece, tocca a Freuler, che un paio di metri fuori area scalda per modo di dire le mani a Rui Patricio sull’appoggio del croato al culmine di un bel giropalla lungo il fronte d’attacco.
Verso l’intervallo, anche il nuovo conato centrale dell’azzurro mancino alla mezzora, sganciato dalla catena di centrodestra con l’armeno, quindi il patatrac dello svantaggio con la palla persa da SuperMario, ma anche i due centrali difensivi sono fatti secchi sul posto. Al 43′ il russo viene caricato da Mkhitaryan, ma il tulipano della trequarti sgancia addosso alla barriera il calcio poco al di qua della lunetta. Nella ripresa fuori il meno performante ed ecco Muriel da terminale, con sequela di Lyosha a destra. Il brianzolo allontana subito la minaccia sul quarto angolo di Zaniolo (Mancini e Kumbulla non ci arrivano), Pellegrini difetta nel controllo gettando alle ortiche (3′) la delizia del caucasico agevolando l’uscita dell’albiceleste sui suoi piedi e il nativo di Massa (5′) insacca in fuorigioco di due metri: sospiro di sollievo. Non si respira, ma si sbaglia: da sinistra, Pessina-Freuler-Koop-Freuler, il portoghese si salva da un 1-1 già scritto. A questo punto, prima linea rivoltata come un calzino: dentro Malinovskyi e Boga, l’ucraino sgancia immediatamente (18′) per la presa dell’ultimo baluardo altrui, liberato dal tacco del colombiano lungo le grandi manovre di Mira. Per fortuna il volto noto valdarnese ne sbaglia un’altra, girandosi sul piede debole, sul rimpallo aereo Cristante-Hateboer da tiro dalla bandierina. Al 23′ il tucumano salva in tackle spezzando la trama armeno-massese, salvo smentirsi con un liscio clamoroso, anzi un assist in orizzontale, a una decina dal novantesimo, aprendo la via al capitano avversario: Veretout liscia, l’inglese la spara alle stelle. Kumbulla s’intromette tra Miranchuk e Muriel (40′), il turco, che allo start aveva stoppato il migliore tra i locali, svetta bene alle soglie del recupero, accarezzato dal crossetto del tulipano a destra, pescato a sua volta dall’accentrato Boga, ma la sfera andava angolata di più. Anche Mkhitaryan spreca un secondo giallo, su Ruslan, bravino ma privo di sbocchi.
Simone Fornoni