Stranieri prima e dopo. Il 15 febbraio 1965 Giuseppe Pasquale, presidente della Figc ma anche editore, produttore cinematografico, banchiere e anche altro, chiude le frontiere: le squadre italiane non possono più tesserare giocatori provenienti da federazioni straniere. Un blocco che durò fino al 9 maggio 1980 quando Federico Sordillo, allora presidente Figc, decretò la riapertura del calciomercato internazionale. I quindici anni di autarchia non avevano, comunque, rilanciato le sorti del calcio italiano, anzi. L’ultimo straniero a vestire la maglia nerazzurra fu l’inglese Gerry Hitchens (gli stranieri già in Italia non rientravano nel blocco), acquistato dal Torino nell’estate del ‘65. Trascorsero quasi vent’anni prima dell’arrivo a Bergamo di giocatori d’oltre frontiera. Infatti nell’estate del 1984 l’Atalanta, neopromossa in serie A, tessera due svedesi: Glenn Peter Stromberg, 24 anni, proveniente dal Benfica, e Lars Larsson, 22 anni, dal Malmoe. Una scelta felicissima per quello che è per i fans atalantina, oggi, Glenn. Come Maradona per Napoli. Sfortunatissimo, invece, Larsson che in pratica non ha quasi mai giocato, tornando subito in Svezia. Negli anni di Sonetti vennero privilegiati giocatori d’esperienza che però non hanno lasciato rimpianti: Ruud Peters, a parte uno storico gol all’Inter, disputò una stagione anonima, invece solo infortuni per l’inglese Trevor Francis e non riuscì a dare una mano alla squadra in lotta per non retrocedere. Nel frattempo Franco Previtali aveva costruito la sua rete di collaboratori affidandosi, in particolare, a Sergio Clerici, ex centravanti nerazzurro, per quando riguardava il Sudamerica, Brasile in primis. L’Atalanta torna in serie A (1987-88) e oltre al solito svedese, il centrocampista Peter Prtyz (Bayer Uerdingen) arriva Paulino Aparecido Evair. La stagione dopo tocca all’argentino Caniggia. I due formeranno una coppia d’attacco micidiale. Negli anni ‘90 si punta soprattutto su giocatori sudamericani che non sempre mantengono le promesse come Bianchezi, Valenciano, lo stesso Leo Rodriguez, Magallanes, un Alemao a fine carriera, Pepe Herrera va meglio mentre si rivela un acquisto azzeccassimo quello di Paolo Montero, tant’è vero che, dopo quattro stagioni in nerazzurro, finirà alla Juventus. Oggi allena la Sambenedettese in Lega Pro. Un altro arrivo di qualità è quello Zoran Mirkovic dal Partizan. Anche il difensore serbo andrà alla Juve. E a proposito di giocatori slavi ecco Ljubisa Dundjerski (Vojvodina) e Robert Englaro (Foggia). Dalla Svezia prima arrivano Kewullay Conteh (Sierra Leone) e poi Joachim Persson. Il francese Franck Sauzée, campione d’ Europa con l’Ol. Marsiglia, centrocampista della nazionale transalpina, è il grande acquisto per la nuova Atalanta di Francesco Guidolin. E’ stato la più grossa delusione degli stranieri arrivati in nerazzurro. Nel primo decennio degli anni Duemila tanti, troppi giocatori da dimenticare: Dabo, Liolidis, Javorcic, Vugrinec, Sarr, Smit, Choutos, Osvaldo, Abeijon, Costinha, Forsyth, Muslimovic, Layun, Chevanton. Discreto il difensore argentino Pellegrino, da ricordare anche “El Pajarito” Valdes, il difensore ungherese Garics e il brasiliano Adriano. Entrano, invece, nel Pantheon nerazzurro Igor Budan, Makinwa, Talamonti, Tissone, Barreto e, in particolare, Adriano Ferreira Pinto che oggi, a 40 anni suonati, gioca ancora nel Ponte San Pietro. Con l’arrivo di Antonio Percassi (3 giugno 2010) comincia una nuova era per l’Atalanta: dieci anni di serie A, l’Europa League, la Champions e la finale di Coppa Italia. E si moltiplicano a dismisura gli arrivi dei giocatori stranieri soprattutto con l’avvento di Giovanni Sartori (2016) che ha costruito una rete ben ramificata di osservatori soprattutto tra Benelux e Germania. Prima però Pierpaolo Marino si era concentrato sui sudamericani. Con scelte azzeccate: Denis, Moralez, lo stesso Schelotto, Pinilla e, ovviamente, il Papu Gomez. Ma anche qualcuno da dimenticare: Matheu, Troisi, Nica, Bentancourt, Estigarribia, Emanuelsson. Ecco l’elenco degli altri atalantini prima dell’ era Gasperini: Basha, Carmona, Troest, Bjelanovic, Livaja, Scaloni, Benalouane, Avramov, Boakye, Dramè, De Roon, Kurtic, Radunovic, Toloi, Freuler, Gakpè e Djimsiti. Poi si apre una nuova pagina di storia atalantina.
Giacomo Mayer
mercoledì 13 Maggio 2020