Cuore e fantasia, fantasia e cuore, beato chi ne ha, nel calcio, nell’amore e sul lavoro. Così il pensiero va a me, che ho questo libro in uscita, Il Vestaglietta, che vorrei che avesse in ogni pagina tutte e due le cose. Ma ho pure in testa l’Atalanta, quella bellissima della stagione appena passata, dei quattro gol al Mestalla.
Cuore, che nella squadra del Gasp è quello del suo capitano, Gomez, per tutti noi semplicemente il Papu, uno che ha colpi fenomenali, che segna e inventa, che è un centrocampista e un attaccante, uno che fa la fascia, ma che poi lo trovi in mezzo, senza risparmiarsi mai. Gioca persino quando è rotto, perché sa che certe volte basta anche solo la sua presenza. Sorride, scherza, tira il gruppo, risolve le partite, coccola i compagni in difficoltà. Si dà completamente ai tifosi nerazzurri, e non cambia che sia un incontro con gli sponsor, un evento benefico o una passeggiata con la sua famiglia lungo il Sentierone. Prima di essere un giocatore unico al mondo, Gomez è una persona straordinaria, uno dei rarissimi giocatori che sanno rispondere in modo perfetto e naturale all’immenso affetto di un popolo caldo e irrequieto come quello bergamasco.
Fantasia, che nella Bergamo del pallone ha un solo nome possibile, Josip, il nostro magico Ilicic. Così prima del black out, il suo e il nostro, ne ha quattro addosso, fa un dribbling, ne fa un altro, sceglie con chi fare il famoso triangolo e va in porta. Poi finte e controfinte, golassi a giro, ma più di tutto la scelta di affidarsi a giocate ogni volta impensabili, che lasciano fermi e inermi sia i difensori che lo affrontano che il portiere che dovrebbe parargli il rasoterra diretto nell’angolino.
Cuore e fantasia, fantasia e cuore, non importa in quale ordine, basta averli insieme. Se si perde uno di questi due elementi, la casa resta salda, ma se d’improvviso spariscono tutti e due, è un casino più finito. Nell’amore ci si dice addio, nel mio caso, il mestiere di scrivere, si ha il famoso blocco. Nel calcio bisogna ripartire da zero.
Cuore, fantasia e potenza, il massimo dei massimi, il Milan degli olandesi, Van Basten, Gullit e Rijkaard, una delle due squadre che mi hanno lasciato a bocca aperta, nel godimento, l’altra è stata l’Atalanta edizione 2019-2020, con quei tre in campo, Gomez, Ilicic e Zapata.
Ora il momento della Dea è il più delicato degli ultimi tre anni, perché c’è il rischio di perdere d’un colpo Ilicic, alle prese con una depressione sempre più feroce, e il Papu, a cui gli arabi hanno fatto una proposta di quelle incredibili, almeno quindici milioni di euro per giocare due stagioni nel campionato saudita con la maglia del Al-Nassr.
Di fronte a un’offerta del genere anche il cuore vacilla, significa sistemare con i tuoi soldi la vita di una decina di generazioni dopo di te. E l’addio potrebbe consumarsi già oggi, vista la presenza degli arabi questo pomeriggio allo stadio.
Speriamo non succeda. Senza fantasia e cuore la nostra Dea sarà qualcos’altro. Trovare un nuovo Papu e un nuovo Ilicic in un colpo solo è un’impresa impossibile anche per i bravissimi uomini mercato nerazzurri.
Matteo Bonfanti