21a (2a di ritorno) serie C girone A – Zanica, AlbinoLeffe Stadium, sabato 4 gennaio (ore 17.30)
AlbinoLeffe – Arzignano Valchiampo 1-1 (0-1)
ALBINOLEFFE (3-5-2): Marietta 6; Borghini (cap.) 7, Boloca 7, Baroni 6; Gusu 6 (24′ st Agostinelli 6,5), Parlati 7, Astrologo 6,5, Zanini 6 (30′ pt Munari 6), Giannini 5,5 (1′ st Capelli 6); Zoma 6,5, Mustacchio 6. A disp.: 1 Facchetti, 12 Taramelli; 5 Zambelli, 21 Ricordi, 24 Evangelisti, 26 Angeloni, 73 Bosia. All.: Giovanni Lopez 6,5.
ARZIGNANO VALCHIAMPO (3-5-2): Boseggia 6; Campesan sv (17′ pt Toniolo 6), Milillo 7, Boffelli 6; Boccia 6, Lakti 6,5, Bordo (cap.) 7, Benedetti 6,5, Cariolato 5,5; Mattioli 6 (33′ st Menabò sv), Lunghi 6. A disp.: 22 Manfrin, 44 Zanella; 3 Rossi, 14 Di Virgilio, 17 Barba, 19 Stefanoni, 90 Nepi. All.: Giuseppe Bianchini 6,5.
Arbitro: Colaninno di Nola 5 (Di Meo di Nichelino, Gigliotti di Lamezia Terme; IV Niccolai di Pistoia).
RETI: 47′ pt Milillo (AV), 29′ st Borghini (A).
Note: minuto di silenzio in memoria di Aldo Agroppi. Tardo pomeriggio sereno, spettatori 431 (biglietti emessi 314, paganti 179 per 1.809 euro ai botteghini, abbonati nominali 342) per un incasso complessivo di 4.734,71 euro (rateo abbonati 2.925,71 euro). Ammoniti Campesan, Boloca e Boffelli per gioco scorretto. Tiri totali 13-15, nello specchio 4-5, parati 3-4, respinti/deviati 3-4, legni 1-0. Corner 4-7, recupero 3′ e 3′.

Zanica – Il vecchio cuore livornese della razza Serio batte sempre. Tanto da ingranare la quarta dopo la doppietta all’andata alla Pergolettese e il gol al Renate. Milillo batte un colpo incornando l’ultima palla inattiva del primo tempo, il rintocco ce lo mette Borghini (foto di copertina Tommaso Berardi) in tap-in in caduta e l’AlbinoLeffe accoglie il 2025 allungando a sette la serie positiva più lunga della sua stagione in coda al tris di bottini pieni Alcione-Verona-Caldiero. Si apre un mese cruciale in piena zona playoff a quota 32: due trasferte da testacoda a Vicenza (domenica 12, ore 15) contro la seconda e a Crema con la Pergolettese in ambasce (19, sempre alle tre pomeridiane) prima di chiudere ancora a Zanica con la Giana il 26 nel preserale. Nota negativa, una direzione arbitrale apparentemente condizionata da un presunto penalty (più sì che no, obiettivamente) non concesso ai veneti nel primo tempo che s’è tradotta in fischiate al minimo contatto a loro favore per tutto il secondo.

Via alle giostre al settimo, ancora in fase di studio, con la chance quasi impossibile di Giannini, una volée sull’esterno della rete praticamente dal fondo chiamatagli da Borghini. Occhio allo slalom da sinistra con botta di Lunghi respinta da Marietta un minuto e mezzo più tardi, quando il tap-in comunque alto di Benedetti è in posizione irregolare. Il mirino dello stesso tiratore ospite appoggiato dal suo capitano in rifinitura della manovra complessa ha la lunetta davanti e la porta molto sotto (12′), poi la seconda sponda del capitano (18′) da schema di Parlati a differenza della prima (10′) da presa pura – Campesan, che abbatte Zanini, si fa male lui per primo – è una conclusione a lato dal centrosinistra dell’area.

Dietro si balla un po’, però. E se sulla palla riallungata di testa sempre la solita punta all in black è in offside nell’appoggio aprendo il piattone, la volta dopo (22′) servono Boloca (di tacco) e Baroni a fargli diga nel dai e vai prolungato (taconazo anche qui) con Mattioli. Di qua, il contropiede da angolo contro (27′) è una chance che proietta nel mezzo corridoio di sinistra Gusu, fermato in scivolata in area da Bordo sul velo di Mustacchio favorito dalla respinta di Baroni controllata da Zoma. Non ce la fa nemmeno Zanini ed ecco Munari dentro. Il suo dirimpettaio Lakti, scuola Fiorentina, la crossa bene per la svettata molle di Benedetti (33′) che non dovrebbe avere tutto quel tempo di tagliare (su di lui, l’altra mezzala bluceleste). L’allarme rosso si riaccende a un settebello dall’intervallo, quando Cariolato, virato a destra dal primo cambio obbligato con Boccia terzo dietro a lanciare tutti, in scia al suo centravanti la porge al duo Lunghi-Benedetti, con liscio iniziale e doppia respinta a corpo morto di Parlati che esulta nemmeno avesse segnato.

Segue il contatto tra il mancato assistman altrui e Giannini ancora su rilancio bocciano che fa gridare al rigore, ma allo svantaggio manca poco. Il centrocampista salentino devia in fallo di fondo il tracciante dell’avanti nemico più pericoloso sul filtrante di Bordo e proprio quest’ultimo, dalla bandierina destra, serve il gioco di sponda con Boffelli per l’incornata dello zero a uno a braccetti di casa anticipati secchi. In avvio di ripresa la new entry Capelli – Mustacchio e Gusu in fascia – la porge al sinistro di Munari murato dal neo pendolino vicentino, ma è l’apripista a rifare paura, stavolta staccando direttamente a lato sul corner del compagno con la fascia al braccio. Occhio pure a Toniolo, smorzato a ruota da Borghini (5′) sulla seconda palla concessa dall’apertura di Lakti. L’armadio a due ante di Bianchini rintuzza anche la torre di Mustacchio sull’ammollo di Gusu (7′). Non resta che provarci da punizione e Parlati, giallato l’uomo sponda avversario per la cianchettata su Zoma, trova la svettata fuori di Borghini dalla trequarti destra senza azzeccare il tredici. Fallo assurdo fischiato a Borghini su Benedetti e piazzato di Bordo dalla sinistra alzato sopra la traversa da Marietta oltre il quarto d’ora, ma la serata-no di casa è confermata soprattutto dalla ripartenza di Parlati sul quinto corner subìto che porta il Burkinabé alla scucchiaiata nel nulla dalla mancina.

Lo stesso Momo svirgola alto in mischia il suggerimento di Mustacchio (18′) contrastato dal primo cambio arzignanese. Poco più d’un appoggino per la presa alta di Boseggia, invece, il secondo tiro nominale nello specchio dei bergamaschi sugli sviluppi dello schema di Parlati spostato verso sinistra – fallo di Bordo su Zoma, nemmeno l’ammonizione – col perno della difesa impelagato nel flipper basso in piena area. Tocca a Munari (27′), nell’uno contro uno volante con Lakti, suolare verso l’ultimo ostacolo il lancetto di Borghini che si rifà di tutte le mestizie girando nel sacco dopo la traversa in gioco aereo da zero metri dell’esterno di Cologne sull’angolo da sinistra del gallipolino. Va detto che Cariolato se la mangia un po’ a sei dal novantesimo quando Lunghi rimette dentro gli sforzi di Boccia, con tante grazie dai guantoni privi di affanno del portierone torinese. Tre minuti persi tra angolo di Parlati da destra fatto ripetere e Cariolato a terra, e Mustacchio stavolta può solo rimette in mezzo il gioco tra quinti alle soglie del recupero. Al 2′ di extra time, il volo d’angelo parlatiano (Lakti lo contrasta e lo calpesta) sul traversone di Capelli in asse con Agostinelli: la porta rimane sotto, sarebbe stato chiedere troppo al destino. Il direttore di gara, dopo aver abboccato a ogni sceneggiata possibile, recupera solo il tempo delle sostituzioni e finisce qui.
Simone Fornoni