Appena qualche settimana fa, in occasione della finale di Coppa Italia, si era distinta per aver simbolicamente “colorato” di nerazzurro Porta San Giacomo, grazie a un’immagine della Dea proiettata su uno dei luoghi simbolo di Città Alta e di tutta Bergamo. Oggi ATA, l’Associazione Tifosi Atalantini, si schiera in un comunicato contro l’ipotesi, anticipata nei giorni scorsi dal Sottosegretario alla Salute Andrea Costa, di riaprire gli stadi nella prossima stagione con il 25% di pubblico in presenza, per poi aumentare la percentuale nel corso della stagione. Pur non sottovalutando la pandemia, per la quale è necessario tenere ancora alti i livelli di guardia, l’associazione chiede al governo di rivedere la decisione:
“Grazie all’impegno ed al lavoro di tantissime persone, all’arrivo dei vaccini e ad una campagna di vaccinazione che nel nostro paese è stata organizzata, fino a questo momento in modo serio, le cose stanno finalmente andando nella direzione giusta. Sulla base di questo miglioramento delle condizioni generali e complice forse anche l’attualità degli Europei di calcio, da più parti si è tornato quindi a parlare anche del rientro degli spettatori all’interno degli stadi per la prossima stagione calcistica, quella che inizierà il prossimo 22 agosto.
La nostra posizione sull’argomento inerente al rientro degli spettatori l’abbiamo espressa in tempi non sospetti, per noi valeva e vale tutt’ora il concetto che sempre abbiamo espresso e che sta alla base del vivere la partita allo stadio.
Se non ci possiamo andare con i nostri familiari, se non possiamo avere al nostro fianco gli amici di sempre, se non ci possiamo abbracciare con il nostro vicino di posto, nella gioia o nella delusione che la partita ci regala in quel momento, allora preferiamo non esserci.
Non avalliamo logiche di ingresso in antitesi totale con quelle emozioni che si sono da sempre respirate all’interno di uno stadio, quell’atmosfera che ci ha fatto innamorare del calcio, nel caso specifico, della nostra Atalanta.
Non comprendiamo logiche su percentuali del tasso di occupazione degli stadi, quali che siano queste percentuali e non le comprendiamo a maggior ragione nel momento in cui tutti gli esperti in campo nella battaglia quotidiana contro la pandemia, ci dicono che per settembre circa l’80% della popolazione adulta italiana sarà vaccinata.
Non riusciamo a capire quale sia il rischio al quale si vada incontro se la totalità dei posti di uno stadio, venisse occupata da persone che abbiano concluso il ciclo di vaccinazione.
Ogni singola persona ha deciso e deciderà in autonomia se sottoporsi o meno alla campagna di vaccinazione e rispettiamo la scelta di ogni singolo cittadino/tifoso ma fatichiamo a capire perché si debbano penalizzare indistintamente tutti coloro che invece alla campagna di vaccinazione hanno deciso di aderire.
Sarà probabilmente un nostro problema di comprensione, andremo a rileggerci sul retro del tanto sbandierato Green Passport se per caso ci sia scritto in piccolo, stile postille dei contratti capestro, “con questo puoi andare ovunque ma non all’interno di uno stadio a seguire la tua squadra del cuore”.
Fabio Spaterna