di Matteo Bonfanti
Domenica vado al mare e già oggi mi sento in vacanza. Un po’ lo fa la redazione vuota che mi fa entrare nella modalità cane da guardia della famiglia appena partita per la Riviera. Divento un pastore tedesco, ma di quelli buoni, che basta tirargli una bistecca che ti fa entrare a rubare l’intera argenteria. Mi accorgo che sono a un passo dalle ferie perché mi dimentico le cose: l’altro giorno ho passato una mezz’oretta cercando l’auto parcheggiata la sera prima, questo pomeriggio ho telefonato a una decina di collaboratori. Ero a caccia di un volontario che andasse a vedersi l’Atalanta col Pontisola e contro l’Aurora Seriate. A un certo punto ho chiamato Kevin, uno dei nostri giornalisti più bravi, mi ha detto che gli avevo assegnato il lavoro domenica e che era a Clusone da un pezzo. Il giovane collega mi trattava con tenerezza, come si fa con gli anziani che hanno perso qualche rotella col passare degli anni. Avrei voluto spiegargli che non sono totalmente rimbambito, ma è il periodo, sono così quando sono vicino a staccare la spina lavorativa per immergermi nel mio quartetto da sogno: spiaggia, Gazzetta dello Sport, birretta e chitarrina.
C’è, insomma, che a ridosso del riposo estivo non mi concentro manco in bagno. Mi cambiano i pensieri, mi perdo in vicende di cui, di solito, non me ne potrebbe fregar di meno. Ieri Laura Pausini, quel che gli è accaduto al concerto di Lima. Ero sul divano e ho guardato la sequenza delle immagini una decina di volte. Per me la cantante arriva lì sotto e si dà una grattatina che è anche una cosa normale. Succede pure a me quando vado a giocare a pallone e mi dimentico di portare le mutande di ricambio. Faccio la doccia e lo lascio libero nei pantaloni. Senza boxer sfrega sui jeans e finisco a strizzarmelo quell’attimo che è anche un modo per dirgli che dopo tutto questo tempo insieme gli voglio ancora bene, lo stimo. Magari è lo stesso per la Pausini che ha la mia età che è particolare. Si perde l’entusiasmo giovanile per l’organo e i momenti soli soletti diventano sempre meno. Quando si fa qualcosa insieme c’è di mezzo qualcun altro e addio alla tranquilla intimità adolescenziale. Insomma se Laura se l’è sfregata per farle capire che nonostante i soldi e la fama la considera ancora una parte importante, ha il mio pieno sostegno.
Diverso, invece, se la diva italiana gira sempre sprovvista di slip, scenario che apre una serie di dolorose domande. Perché lo fa? Non è pericoloso? Non gli vengono addosso un sacco di batteri? E poi: c’è tanta gente che ha eliminato la biancheria intima dalla propria vita? Stanno meglio o peggio? Sono buoni o cattivi? Sono di sinistra o di destra? Come ci si deve comportare con loro quando si scopre che sono smutandati? Glielo si dice o si fa finta di niente? E ancora: tentano di convincerti a toglierle un po’ come fanno i testimoni di Geova con la tua precedente religione? Forse che la Pausini sia la leader di un movimento rivoluzionario contro le multinazionali? E’ arrabbiata con la Sloggi? E, in ultimo, quattro quesiti scottanti, strettamente legati a ciò che dice la Pausini dopo la grattatina. Perché svela di averla come tutte le altre? C’erano dei dubbi a riguardo? E di chi? Qualcuno raccontava che ce l’avesse storta? Oppure di traverso come qui da noi si sostiene ce l’abbiano le cinesi? Molte le domande senza risposta a riprova che, a oggi, certezze sull’affaire Pausini non ce ne sono. Parto quindi per l’Adriatico con la speranza nel cuore, sognando si scateni il dibattito tra i nostri lettori e chi sa decida di parlare, con coraggio, portando a galla la verità.
NELLA FOTO: IL PRESUNTO MOMENTO DELLA GRATTATINA