Bergamo
– Anche questa è andata. Ma che strizza, caro mister: “Se pensiamo a questi sette giorni, possiamo dire che è l’Atalanta dei secondi tempi. Nel primo, anche l’avversario di turno ci ha dato filo da torcere. Anche noi abbiamo avuto la palla del vantaggio, ma il Cagliari ci ha graziato due volte”. Vox veritatis, voce di Stefano Colantuono, profeta di un’Atalanta che bada al sodo cercando di dimenticarsi che il calcio d’autore è un’altra cosa: “E il cugino menagramo in tribuna a cui mi ero rivolto dopo la vittoria con il Catania ha portato di nuovo bene, c’era anche stavolta e aveva pronosticato che non saremmo andati oltre il pareggio”.
Le battute delle vigilia si perpetuano in un confronto al miele e al sale con gli osservatori e i critici troppo preziosi, che nel post partita si devono puppare pure la rivincita del fischiatissimo Brienza: “Ha crossato sull’azione decisiva, sono colpi che ha – presegue il Cola, sfregandosi le mani dalla soddisfazione -. Non mi piace avere ragione per forza: l’ho difeso a ragion veduta. È un giocatore che ha subìto infortuni strani e non ha mai potuto esprimersi con continuità. Ma è utile alla causa come tutti gli altri”. E guai a non fare il pompiere per stemperare gli inevitabili elogi all’eroe della prima di ritorno: “Jack secondo me non è ancora al top. La sua stagione è stata un po’ travagliata dal punto di vista fisico. Può dare ancora di più”. L’incontentabile dall’accento romano, incassata la seconda vittoria di fila in uno scontro diretto, ovviamente ha da ridire soprattutto sul gioco espresso: “Abbiamo faticato a lungo in fase di costruzione, dove Cigarini non ha brillato, sbattendo contro una squadra brava a chiudersi e molto ficcante là davanti. Ho cambiato Lucchini (già in diffida e squalificato in vista di Torino, al pari di Migliaccio, NdR) perché rischiava il secondo cartellino sulle ripartenze ospiti”. L’analisi tecnica induce a più d’un sorriso quando si passa al setaccio l’atteggiamento dei nerazzurri nella ripresa, a pericolo – leggi, i due legni di Ibarbo – scampato: “Sportiello non è stato impensierito più di tanto e noi abbiamo fatto il nostro in un confronto a viso aperto, ma mi preme sottolineare che al di là di tutto questi sono tre punti d’oro. Partite così sono uno spartiacque di un’intera annata”.
E qui il discorso, a più sette sulla zona rossa, si proietta sull’obiettivo irrinunciabile: “C’è chi dice che mezza salvezza è già in tasca. Io starei cauto, al massimo posso concedervi che sia un discreto passo avanti. Il viatico ideale per affrontare la trasferta di Torino senza troppi assilli: non sarà una sfida da aut-aut”. Sperando che all’orizzonte non compaiano problemi di sorta ad aggravare, come ai bei tempi, il rompicapo della formazione: “Cigarini ha preso una botta alla coscia, un infortunio di natura traumatica. Vedremo in settimana, non è il caso di preoccuparsi adesso”. Anche perché c’è sempre un Baselli pronto all’uso, in un modulo immutabile con le corsie ultracoperte. E non fa fede l’accorgimento tattico degli ultimi venti minuti, quando a Brienza è subentrato Carmona: “Nel finale ho optato per il 4-3-2-1 per impedire a Cossu di fare il bello e il cattivo tempo, abbassando Migliaccio a protezione della difesa. Cose che si fanno quando il risultato è troppo importante per lasciarselo scappare”.
Simone Fornoni