ZINGONIA –

“Bentancourt non lo conosco, è un ragazzo di vent’anni e non ho materiale per giudicarlo. Tra l’altro non s’è ancora allenato. Estigarribia è un esterno mancino di buona corsa, l’aveva portato in Italia la Juventus e quindi le sue doti non si discutono”. La finestra dell’Ata Executive s’è appena chiusa e Stefano Colantuono si ritrova il Napoli alla porta: “Il mercato è finito, la partita è molto più importante. I titolari comunque non sono stati toccati: parliamo di quelli che ci sono e riprendiamo a fare punti”.
Chiuso l’argomento di strettissima attualità, per l’allenatore dell’Atalanta febbraio comincia all’insegna dei dubbi. E non solo per la forza del nemico che il calendario serve sul piatto della terza giornata di ritorno: “Quota 24 in classifica non è la garanzia di nulla, c’è ancora quasi tutto il girone da completare – argomenta il Cola -. 7 punti sulla terzultima adesso come adesso non mi fanno sentire sicuro. Il campionato è strano, perché poi perdi inaspettatamente a Torino e ancor prima a Verona, magari per errori non nostri”. E qui si riapre una ferita ancora fresca, all’insegna delle recriminazioni da moviola: “Domenica scorsa mi stavo quasi annoiando, credo che non avremmo mai preso gol senza il rigore contro. Anzi, a sfiorarlo è stato Denis. E mi ha dato più fastidio il secondo penalty: era fallo di Darmian su Yepes, ci è costato espulsione e squalifica di Brivio”. La falla a sinistra – giocherà Del Grosso – offre il destro per discutere di formazione, nei limiti imposti dalla pretattica: “Yepes o Lucchini? Vedremo. Cigarini purtroppo è influenzato, Livaja ha un problema muscolare”. Ogni possibile caso sul croato, che avrebbe voluto accasarsi altrove e non c’è riuscito, è spento sul nascere: “Può capitargli di giocare sottotono, i giocatori non sono robot”. Scontatissimo – a meno del solito ballottaggio sulla fascia con Raimondi – il rientro nei ranghi di Brienza, reduce dal posto di titolare a sorpresa fra le linee proprio alle spalle del bizzoso e talentuoso spalatino. A questo giro il Tanque e il Frasquito non si toccano, altro che cambi in corsa: “Per capire le scelte di un allenatore pontificare da dietro una scrivania serve a poco: occorre seguire l’allenamento, al freddo e sotto la pioggia, col giubbottino – è la stoccata del mister -. Denis e Moralez hanno il diritto di tirare il fiato: alla ventunesima e con tutto quel minutaggio sulle gambe, mica potevo pensare che German fosse robocop. Anche Balotelli e Vidal restano fuori, a volte, e non si lamenta nessuno. Commentare dalla poltrona una partita rubata attaccandosi a un normale avvicendamento è ingeneroso”.
Archiviate diatribe e polemichette coi mass media, non rimane che esorcizzare l’avversario di turno. O almeno provarci, perché la terza forza della serie A sulla carta è una corazzata a dispetto di alti e bassi piuttosto vistosi: “Il Napoli ha la capacità e la qualità per ribaltare la situazione in cinque minuti di fuoco, quindi non facciamoci troppe illusioni: tra noi e loro c’è una distanza innegabile – sospira il tecnico di Anzio -. Vedi la sfida di Coppa Italia, finita com’è finita nonostante noi avessimo giocato alla grande. Ho letto di un possibile mini-turnover di Benitez, ma non posso farmi ingannare da certi discorsi: si sono rafforzati con Jorginho, davanti hanno due soluzioni per ciascuna posizione in campo, tra Callejon, Mertens, Hamsik, Insigne e Pandev. Solo esprimendoci al massimo potremo avere ragione di uno squadrone del genere”. I precedenti negli scontri diretti dal ritorno in sella di Colantuono, peraltro, inducono a un cauto ottimismo: pari a Bergamo (1-1, Denis e Cavani) e sensazionale 3-1 a Fuorigrotta (Bonaventura, Lavezzi, Bellini e Carmona) nella stagione 2011/12, 1-0 interno firmato dal cileno (oggi squalificato: in mezzo ci saranno Migliaccio e Baselli) e ko per 3-2 fuori (doppio Cavani, autorete di Cannavaro, Denis e Pandev) in quella successiva, altra sconfitta (2-0, Higuain e Callejon) nello scorso settembre nella tana dei Ciucci. Non male la premessa, scontata (e infarcita di distinguo) la promessa di mettercela tutta: “Contro il Napoli abbiamo sempre dato il meglio, al di là delle sconfitte al San Paolo. Certo, il risultato è figlio di parecchi fattori e sappiamo che una big può crearci grattacapi. Tuttavia abbiamo voglia di fare bene e mantenere questo passo in classifica. E poi in casa siamo sesti o settimi per rendimento. Il guaio, semmai, è che siamo penultimi nella graduatoria delle partite in trasferta…”.
S.F.