Piacenza – AlbinoLeffe 2-2 (0-0)PIACENZA (4-4-2):
Tintori 6; Parisi 6, Cosenza 6,5, Masetti 6, Capoferri 6; Munari 7 (30′ st Vianni sv), Suljic 6, Nelli 6, Frosinini 5,5 (22′ st Lamesta 6); Cesarini (cap.) 7 (35′ st Morra sv), Rossetti 6,5 (30′ st Conti sv). A disp.: 98 Vivenzio, 99 Maianti, 4 Nava, 6 Giacchino, 11 Zunino, 17 Pezzola, 20 Palazzolo, 26 David, 44 Onisa. All.: Manuel Scalise 6,5.
ALBINOLEFFE (3-5-2): Pagno sv; Milesi 5 (35′ st Ntube sv), Marchetti 6, Saltarelli 5,5; Gusu 6, Giorgione (cap.) 5,5 (10′ st Cocco 8), F. Gelli 6, Piccoli 6,5, Tomaselli 6; Zoma 5,5 (41′ st Brentan sv), Manconi 5,5. A disp.: 1 Pratelli, 12 Facchetti, 6 Doumbia, 8 Muzio, 9 Cori, 29 Rosso, 33 Borghini, 40 Genevier, 42 De Felice. All.: Giuseppe Biava 6.
Arbitro: Djurdjevic di Trieste 6,5 (Nigri di Trieste, Giudice di Frosinone; IV Dasso di Genova).
RETI: 4′ st Cesarini (P), 9′ st Rossetti (P), 13′ e 39′ st Cocco (A).
Note: pomeriggio uggioso, spettatori 1.503. Ammoniti Parisi per gioco scorretto, Cocco e Cosenza per reciproche scorrettezze. Tiri totali 8-8, nello specchio 2-4, parati 0-2, respinti/deviati 2-2. Corner 1-3, recupero 1′ e 6′.
Piacenza – Punizione a giro sotto l’incrocio del primo palo e girata di fronte piena per correggere nel sacco la sfera magica a rientrare di Tomaselli. Come raddrizzarla in 26 minuti pur non riuscendo a cogliere il primo successo di un campionato giunto alla quinta giornata e al terzo punto soltanto. Trentasei anni, tirato come un surfista, piede vellutato, abilità a tenere alta la squadra e soprattutto di caricarsi sulle spalle un AlbinoLeffe a rischio di buio totale: già a segno per il la al 2-2 di Sesto dal doppio vantaggio rimontato, stavolta Andrea Cocco sceglie il subentro in corsa con virata al 3-4-2-1 per ergersi nella parte del salvatore della patria. E dire che la zampata di Cesarini davanti al dischetto e quella in area piccola di Milesi nella porta sbagliata, in anticipo farlocco su Rossetti, prima dell’ingresso del cagliaritano avevano relegato i Biava-boys all’ultimo posto sul campo del fanalino di coda Piacenza.
Sotto ai primi due tiri nello specchio, con l’ex alter ego di Caldara nella Primavera atalantina incapace di contrastare l’altra punta locale sul tracciante di Munari e l’errore in uscita di Saltarelli tanto per caricare a molla il solito noto per l’innesco della sostanziale fotocopia dello svantaggio, adesso i seriani devono sfruttare il fattore campo contro Lecco e Novara (sabato 1 e domenica 9) col fastidio in mezzo ai denti del primo turno di Coppa Italia il 5 a Busto Arsizio per risalire la china. A spezzare la noia della fase di studio ci pensa Nelli (12′), recuperatore su Gelli in occasione dell’1-0, col tiraccio alto dalla lunga dopo un laborioso cambio di gioco tra terzino destro ed esterno alto a sinistra dei suoi a ping-pong con la difesa. In capo a un poker di lancetta, ecco l’apertura del satanasso che aprirà la scatoletta di tonno del tabellone per la scucchiata dal fondo del laterale destro di spinta per la sponda nel nulla del partner d’attacco di casa. Sempre un po’ meglio del vuoto pneumatico che di qua non riescono a riempire né le rarefatte combinazioni Manconi-Tomaselli a troppi caselli dalla porta né il gioco a due fasi di Piccoli, potenziale innesco per gli appena citati. A Tintori, allora, perviene il comodo pacco postale di Gusu dalla destra, roba da scollare leggermente i piedi per la presa, episodio a ruota della svettata a campanile di Frosinini al ventesimo incrociando l’ammollo di Suljic e propedeutico alla spinta-bis dallo stesso lato con Giorgione a telefonarla bassa a metà frazione, senza sfruttare a dovere un recupero di fronte di Milesi susseguente a una sbucciata di Zoma rifinita dallo scarico del numero 10, destinato a spegnersi alla distanza.
In bluceleste non s’accende appunto nemmeno il bomber, appoggiato (28′) dal pendolino che ne percorre il compasso di campo ma incapace di colorare lo score da fuori con la botta a schiena sbilanciata e a mira sballata. A nove sinfonie dalla pausa, invece, fuochi d’artificio nel botta e risposta tra Nelli (sinistro, poi destro largo al 39′ di controbalzo), in scia ai due davanti con tacco dell’uomo con la fascia al braccio ma fermato da Gelli, e Jacopo da Vizzolo che non fa il miracolo pur anticipando in acrobazia Cosenza sul crossetto del capitano dalla trequarti destra.
Ai due errori a difesa schierata che in avvio di ripresa spezzano le asticelle agli occhiali fa fortunatamente seguito l’ingenua sbracciata proprio dell’apripista sulla respinta in gioco aereo di Parisi dopo uno spiovente del fresco firmatario dell’autogollonzo. Calcio franco e dimezzamento immediato da maestro. Al 25′ le prove generali di 2-2, anche se il borseggio manconiano all’interno destro emiliano al culmine dell’azione insisita Tomaselli-Piccoli-Cocco sfocia nel dritto per dritto addosso ai guantoni nemici (in due tempi). Un ottovolante cronometrico e il pendolino sinistro la soffia a Vianni sbattendo però contro Cosenza, quindi il forcing insistito che vale almeno il punticino. Scavalcando il possibile (s)profondo rosso al 43′, quando tutti lasciano passare la scodella parisiana e il sinistro incrociato vagamente molliccio di Lamesta finisce preda della scivolata di Marchetti. Il play livornese imbocca il portiere dalla sua metà campo al novantaquattresimo sul rinvio di Tintori carpito in elevazione dal centrale brianzolo spostatosi a destra, poi l’aspirante triplettista la ritenta da una trentina di metri, non baciato dal successo. Altra nota lieta, il rientro almeno in panchina del pilastro della retroguardia Diego Borghini, rottosi il crociato il 31 ottobre scorso a Padova: dietro servirà come l’aria e l’acqua.
Simone Fornoni