Ci perdiamo sempre nelle cose semplici. Non sappiamo spesso come stanno i nostri vicini di casa, che lavoro svolgono, non sappiamo quanti battiti abbiamo al minuto, non sappiamo la differenza tra mucca e vacca, che sesso ha il pollo, esiste il gallo, la gallina, ma il pollo è maschio o femmina? Non sappiamo dire ai nostri genitori “grazie per tutto quello che fate per me, vi voglio bene”. Ieri in una delle mie tante chiacchierate quotidiane, mi sono fermato a farne una con Flora, una mamma giovane di due splendide bambine, la più piccola è sempre appoggiata con il sedere sull’avambraccio della mamma, bella comoda, avrà due anni, con gli sguardi mi fa capire che non ama comunicare con me, che sono uno sconosciuto ed ogni qualvolta la guardo, si gira infilando i suoi occhi neri nella clavicola della sua mamma… Poi c’è Sofia, sette anni, che con i suoi occhi chiari, non vede l’ora di avere un contatto con me per chiacchierare e raccontarsi. Io adoro parlare e fare domande ai bimbi, mi sorprendono sempre, le risposte non sono mai come te le aspetti, la loro visuale è un posto in cui hai abitato, ma in cui nessuno ha più le chiavi per rientrarci. Sofia è simpatica e spigliata, era vestita con una maglietta corta, allora le chiedo cosa fosse quel buco che ha sulla pancia… Fiera di sapere la risposta, e con un sorriso che splendeva come il sole di agosto, mi dice: “L ‘ombelico”. Allora io non contento le chiedo: sai a che cosa serviva quel buchetto che ora è stato chiuso?. La bimba accigliandosi mi fa capire che non lo sa… C’era attaccato il cordone ombelicale e la tua mamma ti faceva mangiare da lì quando eri nella sua pancia. Sofia non credeva alla mia spiegazione talmente semplice da sembrare falsa, ma cercando il contatto visivo con la sua mamma ebbe la conferma della veridicità. Cose semplici… Se entriamo in una casa e rompiamo un oggetto di valore, ci affrettiamo a chiedere scusa e ripagare al danno fatto… Ma se la stessa cosa succede spaccando un cuore, non sappiamo chiedere scusa e curarci del danno fatto…
lunedì 13 Luglio 2020
Ci dimentichiamo la bellezza delle cose semplici. I bambini ci aiutano a ritrovarle
Igor Trocchia
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