Chissà i ragazzotti dell’Atalanta. Chissà come entreranno in campo domani col Sassuolo. E penso chissà perché qui da noi quello che è accaduto ha travolto tutti, anche loro, che sono diversissimi dai divi della nostra Serie A. Alcuni li conosco, altri sono amici di miei amici, sono uomini umili, sensibili e preziosi, lontani dai riflettori, vicinissimi alla gente che li ama, quella bergamasca. Chissà se in questo momento così pesante i nerazzurri riusciranno a giocare come sempre, con quella meravigliosa e sconsiderata leggerezza, quella che gli permette di fare giocate impossibili agli altri.
Chissà il Papu, il nostro capitano coraggioso, che in questi due mesi ha fatto qualsiasi cosa pur di far sorridere il suo popolo devastato dal dolore. Chissà Ilicic, il nostro genio, mai così silenzioso. Chissà l’esplosivo Zapata, se la prenderà ancora di testa. Chissà gli altri, quelli dietro, l’elegante Toloi e il mastino che di cognome fa Palomino. Chissà quelli in mezzo, Freuler e De Roon, straordinari medianacci che passano la vita buttandosi sull’avversario, chissà se quei due sentiranno in fondo all’anima la paura del contagio che qui da noi ci blocca ancora così tanto.
Chissà il Gasp, lo splendido architetto che sta in panchina, uno dei tanti cittadini bergamaschi che si è ammalato, raccontandolo, finendo coinvolto in polemiche assurde. Chissà se sarà lui, dico il solito fenomenale scienziato del pallone che conosciamo, il solo al mondo in grado di far vincere il suo Davide contro i tanti miliardari Golia che ci sono nel pallone italiano come in quello europeo.
Solo da noi è stato così. E solo noi abbiamo una squadra così. L’Atalanta è unica perché è più che una squadra, è una squadra che gioca ascoltando tanti cuori, quello del mister, quelli dei calciatori, quelli dei suoi tifosi, che domani non potranno essere allo stadio.
C’è un prima e un dopo. Chissà come sarà domani la prima Atalanta post covid. Chissà se anche questa volta la mitica banda nerazzurra riuscirà a trasformare il sale nelle nostre ferite nel delizioso pane che è una vittoria. Il popolo bergamasco, affamato e assetato di giustizia, ne ha davvero bisogno. Coraggio, ragazzi.
Matteo Bonfanti