Daniele Filisetti

ha fatto due su due. Ma per il Mapello, evidentemente, è tempo di nomine definitive. Nonostante l’oggettivo successo occorso al traghettatore, con due successi di spessore quali quelli maturati contro Valcalepio e Brianza Olginatese, è in dirittura d’arrivo l’accordo con il nuovo allenatore gialloblù, chiamato ad accompagnare la squadra in un 2023 votato alla rimonta sulla capolista Tritium. Trapela, in questo senso, un’indiscrezione che, laddove fosse confermata, avrebbe del clamoroso, visto e considerato il profilo dell’elemento, alle prese con la prima storica volta sulle panchine di prima squadra. Ma non è finita, perché trattasi di gradito ritorno, pur in inedite vesti. Del resto, la storia tra il Mapello e Manuele Sorti non nasce certo oggi, affondando le radici in un quinquennio vissuto, tra Mapello e MapelloBonate, con il talentuoso “Manu”, classe ’85, a guidare l’attacco, dall’alto di un bagaglio tecnico sopraffino e di un curriculum che riporta agli anni del professionismo. Dopo un lungo girovagare, con altre tappe di prestigio come Darfo Boario e, soprattutto, Villa d’Almè, la chiusura della carriera a ridosso della pandemia, con tanta malinconia per quegli appassionati che non hanno faticato a trovare in Sorti una delle icone più affidabili e rappresentative, per classe, carisma e blasone. Il grande passo parrebbe compiuto: una volta smessi i panni del giocatore, la carriera da allenatore comincerà da quella piazza che, più di ogni altra, ha saputo identificarsi con il suo talento, raggiungendo l’apoteosi con il titolo conquistato in Eccellenza nel 2011. Un anno dominante per il calcio bergamasco, con i gialloblù a vincere il girone B e l’Aurora Seriate a far un sol boccone del C. L’età dell’oro, o giù di lì, per un intero movimento e per le sue più ambiziose compagini. Oggi, tuttavia, non c’è modo di struggersi nella malinconia. La storia tra Manu Sorti e Mapello conferma, una volta di più, che certi amori prendono direzioni inspiegabili. Ma poi, prima o poi, ritornano.
Nik