Lecce – Atalanta 0-2 (0-0)LECCE (4-4-2):
Falcone 5,5; Gendrey 6 (29′ pt Venuti 6), Baschirotto (cap.) 6, Pongracic 5,5, Gallo 6,5; Gonzalez 6 (9′ st Oudin 5,5), Ramadani 6 (38′ st Rafia sv), Berisha 6,5 (9′ st Blin 6), Dorgu 5 (10′ st Pierotti 5,5); Krstovic 6,5, Piccoli 6. A disp.: 21 Brancolini, 40 Samooja, 98 Borbei; 23 Esposito, 59 Touba, 83 Samek, 7 Almqvist, 45 Burnete. All.: Luca Gotti 6.
ATALANTA (3-4-1-2): Musso 6,5; Toloi (cap.) 6, Hien 6, Bonfanti 6,5 (30′ st Bakker ); Hateboer 6, Scalvini 6, Pasalic 6 (23′ st Adopo 6), Zappacosta 5,5 (1′ st Ederson 6); Miranchuk 6,5; Scamacca 7,5 (17′ st Djimsiti 6,5), Touré 5,5 (1′ st De Ketelaere 7). A disp.: 29 Carnesecchi, 31 Rossi; 22 Ruggeri, 44 Mendicino, 11 Lookman. All.: Tullio Gritti 6,5 (Gian Piero Gasperini squalificato).
Arbitro: Rapuano di Rimini 6,5 (Passeri di Gubbio, Costanzo di Orvieto; IV Giua di Olbia. V.A.R. Chiffi di Padova, A.V.A.R. La Penna di Roma 1).
RETI: 3′ st De Ketelaere (A), 8′ st Scamacca (A).
Note: mezza sera afosa e piovosa, spettatori 26.354 (21.247 abbonati) per un incasso totale di 427.175 euro. Ammoniti Hateboer, Touré, Pasalic e Toloi per gioco scorretto. Occasioni da gol 9-18, tiri totali 11-19, parati 4-7, respinti/deviati 1-3, legni 1-0. Var: 2 (offside check su Dorgu, goal check Scamacca). Corner 2-5, recupero 1′ e 3′.
Lecce – Toh, Scamacca che prima di chiuderla usando la testa imbecca De Ketelaere per rompere il ghiaccio. Cambiano i colori sociali, ma Lecce-Atalanta, che consegna i nerazzurri al ritorno aritmetico in Champions dopo due stagioni proprio ai danni dei capitolini, assomiglia vagamente ad Atalanta-Roma della domenica prima. Il percorso verso Dublino, col Bayer e la Storia ad attendere al varco la Bergamo del pallone, aggiunge l’ultima certezza che serviva a un campionato cui restano i pro forma con Torino e (nel recupero del 2 giugno) Fiorentina. Il turnover di otto undicesimi tra le due finali è quasi obbligato, anche per la neo defezione di De Roon e la squalifica di Koopmeiners, e di sicuro ha sminuito la qualità complessiva. L’efficacia sicuramente no, secondo tempo dal buono all’ottimo.
Apre le danze al 4′ Miranchuk, che impegna nel tuffetto Falcone entro i 25 metri dopo aver percorso la navata sull’appoggio dal dischetto di Pasalic, continua a martellare la combinazione Scamacca-Touré-Pasalic con tocco sotto mancino approfittando dell’errore in uscita di Dorgu (6′) e infine attira la stizza un po’ di tutti il destro telefonato del russo, comunque abile a imbucarsi tra le linee, su scarico ancora del centravanti. Non è che dall’altra parte ci siano i fantasmi solo per onor di firma, però. All’ottavo il primissimo break giallorosso di Berisha culmina nel filtrante in mezzo intercettato da Hien, spia di un disagio nella fase difensiva accentuato dalle due chances del prestito Piccoli che richiedono nervi saldi a Musso, prima al volo sull’imbeccata di Gallo e quindi sovrapponendosi a Krstovic con la diagonale ritardata di Bonfanti tale da costringere l’argentino a uscire per chiudere lo specchio al sinistro del panzer di Sorisole. Gendrey, sbucando scoordinatissimo di testa dal primo corner susseguente, chiude la sfuriata dei Gotti-boys.
Tra l’ultima occasione nerazzurra e l’ultima leccese, nemmeno tre giri di lancetta. Dal 18′ in avanti le successive, tutte di marca ospite. L’ariete di Fidene, da fuori, servito dal trequartista di turno, viene rintuzzato di pugno, quindi l’incornata bonfantiana alta da azione d’angolo. Occhio alle situazioni inattive dall’altra parte, vedi Berisha che pesca al ventesimo ancora il bergamasco altrui, capace di sfiorarla appena. Dorgu si mette in proprio dalla lunga (26′) sbagliando mira di un metro, mentre la risposta dell’egoista Scamacca, controsterzante senza avvedersi dell’avanzata di Hateboer (giallo sprecato su Dorgu: salta il Torino), è frustrata dal mancato innalzamento del rettangolo magico. A tiro della mazzora, invece, Touré se la ritrova adosso quando Falcone respinge goffamente il crossetto di Toloi dettato da Lyosha e stavolta Bonfanti salva un gol fatto seguendo Krstovic per opporgli la grande muraglia in caduta.
Solletico dalla fronte di El Bilal, che non riesce a dire trentatré sulla sfera a rientrare dell’ex Lokomotiv, ma il discorso non cambia, perché dietro si balla sempre e solo l’assurda scelta di Dorgu di deviarla di piatto di volée sul traversone dell’attaccante montenegrino. Verso l’intervallo, il festival dello sciupio prosegue imperterrito con Zappacosta, che al 39′ converge sulla sventagliata scamacchiana trovando lungo la strada del possibile vantaggio Gonzalez e il mirino appannato oltre l’incrocio opposto dal limite. Sospiro di sollievo al 45′, quando sul lancio di Berisha il taglio con appoggio di Dorgu pesca l’esterno alto di casa in posizione irregolare.
In avvio di ripresa si decide praticamente tutto, perché a fronte dell’alzata ai dirigibili dello slavo locale su palla al bacio di Piccoli da destra c’è l’imbucata dalla sua metà campo, tutto schiacciato a sinistra, del centrattacco romano per il pallonetto di CDK: inutili la rincorsa di Gallo e il tocco appena con la mano dell’ultimo baluardo. I salentini, nella prima metà grevi e gustosi come una puccia, si addolciscono come un pasticciotto e l’uscita per viole di Falcone, ultimo peraltro a toccarla di pugno, agevola all’uomo di Fidene l’ascensore chiamato da Miranchuk dall’angolo destro. La fotocopia è da quasi tris per Hien (11′); di là, al 12′, su azione, di Gallo, è il sorisolese in diritto di riscatto e contro-riscatto a non riaprirla in gioco aereo.
Garbage time in corso? Forse. Miranchuk, intanto, difetta di decisione nel gioco aperto da Bonfanti, virato a esterno con buoni esiti all’intervallo, e spondato da Hateboer. La girandola di cambi produce un borseggio con allungo di Adopo a favore di uno Scalvini privo di mira (29′). Djimsiti dà respiro al mattatore atalantino, 18 al quoto in stagione, sbrogliando insieme a Hien un gioco delle torri di Gotti da spiovente di Gallo all’ottantesimo per poi staccare dal quarto corner (37′). Ederson, di suo, dimostra le proprie toste qualità difensive recuperando metri a Krstovic; di lì a pochissimo, la base del palo nega a Piccoli il gol dell’ex che proprio ex non è, ma è Musso (42′) a toccagli la punizione conquistata da Pongracic (fallo di Adopo) nonostante il compagno di linea gli occulti la visuale. Distrazioni finali: Toloi riceve da Hien perdendo palla, il sorisolese sul contrasto in scivolata del nazionale albanese mastica il destro lamentando una deviazione che in effetti pareva esserci.