Atalanta – Genoa 2-0 (0-0)ATALANTA (3-4-3):
Carnesecchi 8; Toloi (cap.) 6,5, Djimsiti 6, Scalvini 6; Zappacosta 6 (45′ st Hateboer sv), De Roon 6, Ederson 7,5, Ruggeri 6 (44′ st Kolasinac sv); De Ketelaere 5 (1′ st Miranchuk 6), Scamacca 6,5 (34′ st Muriel sv), Scamacca 7, Lookman 7 (34′ st Pasalic 6,5). A disp.: 1 Musso, 31 Rossi; 43 Bonfanti, 3 Holm, 20 Bakker, 21 Zortea, 25 Adopo. All.: Gasperini 6,5.
GENOA (3-5-2): Leali 7; Dragusin 6,5, Bani (cap.) 6,5, Vasquez 6,5; Sabelli 5,5 (42′ st Fini sv), Thorsby 6,5 (38′ st Galdames sv), Frendrup 6, Malinovskyi 6 (38′ st Puscas 5,5), Haps 5,5; Gudmundsson 7, Ekuban 5,5 (48′ st Vogliacco sv). A disp.: 38 Calvani, 39 Sommariva; 4 De Winter, 33 Matturro, 3 Martin, 36 Hefti, 25 Kutlu, 47 Badelj. All.: Alberto Gilardino 6.
Arbitro: Marinelli di Tivoli 5,5 (Galetto di Rovigo, Mokhtar di Lecco; IV Manganiello di Pinerolo. V.A.R. Abbattista di Molfetta, A.V.A.R. Paterna di Teramo).
RETI: 23′ st Lookman (A), 50′ st Ederson (A).
Note: mezza sera tiepida, terreno in discrete condizioni. Spettarori 14.848 per un incasso di 338.594,13 euro. Ammoniti Lookman, Toloi, Gudmundsson e Zappacosta per gioco scorretto, Hateboer (durante il riscaldamento) per comportamento non regolamentare, Gilardino (25′ st) e Bani per proteste. Var: 2. Occasioni da gol 9-10, tiri totali 13-15, parati 8-4, respinti/deviati 2-2, legni 1-0. Corner 8-4, recupero 0′ e 8′.
Bergamo – Monumento a Marco Carnesecchi che salva i tre punti, più che al sigillo di Ederson allo scadere. Perché il riminese in porta la prende a Puscas, innescato dalla taccata dell’islandese al suo fianco, non si sa bene come. E l’Atalanta può volare verso il raddoppio al Genoa in una sfida molto più sofferta di quanto non raccontino la cronaca e i numeri.
Tre minuti e mezzo e una verifica diretta nello schermo a bordocampo per rendersi conto che non c’era alcun aggiustamento di mano di Lookman, cuoio sotto il sette in caduta per eludere la diagonale scivolatissima di Bani, sulla palla di Scamacca, il dialogo col quale a parità di occasioni (3 a cranio) è stata la cifra dell’organizzazione gasperiniana. Il Grifone di Malinovskyi e di Gilardino, bomber del Gasp d’una sola stagione, può rimpiangere l’assenza forzata di un autentico uomo d’area come Retegui.
L’avvio vive del botta e risposta tra Scamacca, giratosi per saggiare i riflessi di Leali (2′) sul la di Lookman, e dell’altro grande ex della partita, appunto Ruslan, autore di un calcio franco a pelo d’erba conquistato da Gudmundsson. Si vive di break. All’8′ Scamacca ricevendo da Ederson si rigira sbattendo addosso a Bani; a Scalvini poco più tardi, ma da fuori, tocca invece la faccia amica dell’ucraino in copertura. A cronometro raddoppiato, occhio al sinistro da fuori di Ekuban, che allettato dall’avanzata di Dragusin rischia però di abbattere il trabattello delle riprese nel vuoto della Curva Sud dai piloni già tutti posizionati.
A un tiretto dalla mezzora, le mani dell’estremo baluardo genoano si scaldano altre due volte, perché De Ketelaere batte la classica punizione a sorpresa (fallo dell’ucraino) per il destro a incrociare un po’ lento e poco angolato del centravanti romano e De Roon col sinistro prova a punire il disimpegno corto dei due braccetti della retroguardia ospite. Se nel secondo mano l’attrezzo è alzato in angolo a due mani per sicurezza, rimane decisamente in canna a Gudmundsson la chance del colpaccio a rimorchio di Sabelli che gliela mette sul piede, trovando la replica immediata quasi dal fondo di Lookman frustrata dal portiere ex Brescia su palla dentro del brasiliano.
La ripresa comincia coi botti, al netto del tentativo pretenzioso di Haps di battezzare l’incrocio a rientrare alla cinquina cronometrica, ma pur sempre dopo l’ennesima parata altrui, stavolta sul tacco dell’ariete di Fidene suggerito dalla new entry Miranchuk, proiettato verso il fondo da Zappacosta, e sul palo interno di testa di Scalvini sulla scodellata di ‘Mola sempre dalla destra. Due giri di lancetta e rotti, due occasionissime che non entrano. La successiva andrà bene. Anche i liguri, comunque, sanno mettere paura. Sull’asse Thorsby-Ekuban, spezzato solo dall’uscita tempestiva di Carnesecchi che in pratica toglie la sfera dalla testa dell’attaccante, e sul corner dell’islandese per l’incornata di Dragusin (21′). Lo stesso è bravo a evitare guai dal futuro schiodatore dello score (17′) deviandogliela in corner, prima che tenga sul pezzo l’ultimo baluardo ospite (19′) col sinistro. Annullata inizialmente la zampatona in caduta sotto la traversa di Lookman, Marinelli pur sembrando convinto si fa un giro a bordocampo e cambia decisione: gol buono. Nel limbo tra la fenditura della banchisa della parità e i flash decisivi, l’islandese la prende dal compagno di linea per sfiorare il legno lontano a giro (32′), un antipasto delle follie quasi allo scadere.
Effe