CLICCA SULLE FOTO PER INGRANDIRLEL’UOVO DI PASQUA HA ACQUISITO UN NUOVO PROFILO: CONTORNI TONDEGGIANTI, RICAMI SULLA SUPERFICIE, L’INTERNO È PIENO D’ARIA, NON SI ROMPE A METÀ BRANDENDO A MÒ DI ACCETTA IL DORSO DELLA MANO. STIAMO PARLANDO DELL’UOVO PALLONE, DIVENTATO PER MOLTI INDIVIDUI OGGETTO DI VENERAZIONE DURANTE IL TRIDUO PASQUALE. ICONA DELLO SPORT PIÙ SPETTACOLARE DEL MONDO, OGGETTO INDISPENSABILE PER LA REALIZZAZIONE DEL “26° TROFEO ADRIATICO”, STRUMENTO DI UNIONE, DISCORDIE ED EMOZIONI. LA PASQUA CHE SI DESACRALIZZA, IL MONDO CHE SI SCOPRE SEMPRE MENO CRISTIANO, SEMPRE PIÙ CRISTIANO RONALDO.IL SILENZIO DEI NUMERI
– Se il silenzio vale più di mille parole, allora i numeri ne sono l’espressione più alta. Più di duemila atleti provenienti da nove nazioni europee, sessantasette club, trecentoquattordici match disputati, ventitré campi di gioco, una decade di categorie, una miriade di reti segnate, parecchie strette di mano, alto numero di decibel sugli spalti. Una manifestazione sportiva imponente, giunta alla sua 26° edizione; pianificata nei minimi dettagli dai dirigenti dell’ ASD Tropical Coriano, dal Comitato Organizzativo del “26° Trofeo ADRIATICO”, dal Comune di Rimini e dalla Fondazione EuroSportring. Una macchina organizzativa impeccabile, capace di far emergere, grazie allo sport, la notevole capacità di integrazione e ospitalità della città di Rimini; e della Romagna tutta.
INCROCI ESTERI – Un boccone d’Europa condensato in una striscia d’Italia. Germania, Svizzera, Austria, Slovacchia, Belgio, Olanda, Danimarca; persino la minuta Repubblica di San Marino si sono affrontate senza nemmeno avere il tempo di assimilare un paio di locuzioni verbali, rapinare qualche conoscenza tecnico-tattica, visionare stili e principi di gioco. Trenta minuti scorrevano veloci ed enfatici sugli orologi digitali dei direttori di gara. Puntualissimi nel decretare il triplice fischio, incalzanti nel sollecitare con insistenza e seccatura l’inizio della sveltina seguente. Rispettare la tabella di marcia rafforza credibilità e rigore di un torneo dal respiro internazionale. Trattarla con leggerezza significa creare malumori alimentando i borbottii. Mantenere il silenzio per procedere con serenità. Si legge aforisma, si pronuncia sfida. Una sfida che risplende d’oro.
RESPECT – Incontri che si sono svolti all’insegna dei principi etici dettati dalla Fifa. Rispetto delle regole del gioco, rispetto degli avversari, responsabili, arbitri spettatori. Accettazione del contrasto di gioco falloso con dignità. Fair play. Uno spot colmo di speranza per lo sport, sempre più alle prese con fenomeni sociali deleteri: corruzione, doping, razzismo. Non sono mancate le eccezioni all’aumentare della competitività e della posta in palio. Eccezioni effimere, freddate celermente dal buonsenso e dalla cessazione delle ostilità.
Una brezza leggera aleggiava sul calore emanato dagli spalti, pizzicata di tanto in tanto da sferzate pungenti, quasi come se la natura avesse voluto lanciare il suo dolce monito: “la primavera è iniziata, ma l’inverno non è ancora finito. Assopite l’illusione per lasciar spazio alla ragione”. Una metafora trasferibile sul rettangolo di gioco, all’interno del tondo display avvinghiato al polso della figura arbitrale. “La partita è iniziata, ma la fine non è ancora fischiata”. Trenta minuti. Stop.
REGNUM BERGOMUM – Una menzione speciale va fatta alla realtà dilettantistica bergamasca del Villongo Calcio, che ha letteralmente traslocato la sua sede in Emilia Romagna, coinvolgendo la bellezza di centosessanta unità (numericamente il gruppo più cospicuo), suddivise fra atleti, allenatori, collaboratori, responsabili di settore, genitori, amici e parenti; raggiungendo traguardi impronosticabili sulla linea di partenza. Cammini che si snodano fra le trame avviluppate della letteratura, toccando con mano favole, lambendo sogni, assaporando la realtà. Un primo, un secondo (sembra di leggere il menù di un ristorante), un terzo, un quarto e due quinti posti sono un bottino piuttosto ricco, che conserva un sorso di generosità: “lasciamo qualcosa anche agli altri, non solo le briciole”.
“Villongo alla conquista del mondo”. Titolo ambizioso, ai limiti dell’utopico; ma si sa, le più grandi rivoluzioni, sono scaturite da idee folli. Bisogna sognare. Sempre.
F.F.
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