Sarà (almeno) un mese di sport a porte chiuse. E se l’OMS si dichiara preoccupata per la mancanza di informazioni di base sul coronavirus in molti paesi (“la popolazione deve conoscere l’abc della malattia”), la FMSI (Federazione Medico-Sportiva Italiana) dirama 21 norme igienico-sanitarie a cui attenersi per limitare al minimo il rischio contagio per atleti, dirigenti, staff e addetti ai lavori:
– Non bere dalla stessa bottiglia
– Non mangiare nello spogliatoio
– Riporre oggetti e indumenti personali nelle proprie borse, evitando di lasciarli esposti
– Buttare subito negli appositi contenitori fazzoletti, cerotti o bende
– Lavarsi le mani accuratamente il più spesso possibile per almeno 20 secondi
– Evitare di toccare il rubinetto prima e dopo essersi lavati le mani, ma utilizzare salviette monouso per l’apertura e la chiusura
– Favorire l’uso di dispenser con adeguate soluzioni detergenti disinfettanti negli spogliatoi e nei servizi igienici
– Non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani non lavate
– Coprirsi la bocca e il naso con un fazzoletto o con il braccio, ma non con la mano, qualora si tossisca o starnutisca
– Arieggiare tutti i locali il più spesso possibile
– Disinfettare periodicamente tavoli, panche, sedie, attaccapanni, pavimenti, rubinetti, maniglie, docce e servizi igienici con soluzioni disinfettanti a base di candeggina o cloro, solventi, etanolo al 75%, acido paracetico e cloroformio
– Cosa fare contro il coronavirus in piscina: in caso di attività sportiva in vasca, richiedere un costante monitoraggio dei parametri chimici e dei parametri fisici
– Cosa fare ai primi sintomi: gli atleti che manifestino sintomi evidenti di infezione respiratoria e/o febbre devono immediatamente abbandonare il resto della squadra (e, possibilmente, isolarsi) e avvisare il medico sociale nelle squadre professionistiche o il responsabile medico della federazione nei raduni federali, che provvederà a rivolgersi (se ne sussistesse l’indicazione) al Numero 112 o al Numero 1500 del Ministero della Salute operativo 24 ore su 24, senza recarsi al Pronto Soccorso. In tutte le altre categorie, l’atleta (fermo restando che deve immediatamente abbandonare il resto della squadra e, possibilmente, isolarsi) deve rivolgersi telefonicamente al proprio medico curante (Medico di medicina generale per gli adulti, Pediatra di libera scelta per i minori), che potrà invitare l’atleta stesso a rivolgersi al Numero 112 o al Numero 1500 del Ministero della Salute, operativo 24 ore su 24, senza recarsi al Pronto Soccorso
– Vaccinarsi contro l’influenza
– Informarsi dagli atleti e dal personale societario se ci sono stati eventuali contatti in prima persona o all’interno del proprio ambito familiare con persone rientrate da zone a rischio o in quarantena
– Utilizzare la visita medico-sportiva quale fondamentale strumento di screening
– In caso di raduni nazionali o di atleti o di manifestazioni di circuito internazionale autorizzate anche dall’estero, prevedere sempre la presenza di un Medico di Federazione che possa valutare clinicamente i partecipanti, identificando eventuali soggetti a rischio
– Con riferimento ai Medici Sociali monitorare con attenzione i Paesi verso cui si è diretti o da cui si rientra, secondo le indicazioni del Ministero della Salute. La FMSI ha istituito un collegamento diretto e indirizzi di posta elettronica specifica per tutti i Medici Federali, che sono il punto di riferimento delle Società e degli Atleti, per un più efficace coordinamento delle informazioni grazie alla linea diretta fra Ministero della Salute, Ministero dello Sport, Coni e FMSI
– Evitare premiazioni o altre forme di contatto con il pubblico
– Utilizzare un unico microfono nelle intervista da disinfettare ogni volta (quindi non vari microfoni tenuti in mano dal giornalista);
– Uscire dallo stadio in bus della squadra o su auto privata evitando contatto fisico con i tifosi
mercoledì 4 Marzo 2020