Tutte le storie cominciano con “c’era una volta..” anche questa.
C’era una volta un bambino che andava con il suo papà all’Atalanta, era la sua prima volta allo stadio, non al Comunale ma a San Siro, si giocava quella domenica pomeriggio contro il Milan di Rocco, di Rivera, di Pierino Prati e Bigon… Durante quel viaggio verso Milano il papà raccontava di come un anno prima che il bambino nascesse in quello stadio l’Atalanta alzò al cielo la sua Coppa Italia. Quel bambino era estasiato dai racconti del papà, cercava di immaginarsi attraverso le parole quella partita che non aveva potuto vedere perché ancora nei pensieri dei genitori, quegli invincibili eroi che avevano battuto il Torino… con 3 gol di Domenghini…
La partita non andò esattamente come il bimbo e il papà si immaginavano, quella partita rimane tutt’oggi la partita con il maggior numero di gol segnati… fu un 9-3 umiliante, ma per quel bimbo i 3 gol dell’Atalanta erano tutto.
Nasce quel pomeriggio di ottobre un amore costante negli anni per questo bimbo, che nel frattempo diventava ragazzo e aveva la fortuna di andare a Genova a vedere i famosi spareggi contro il Cagliari per la serie A e via via negli anni successivi con i primi abbonamenti in curva Nord a cantare nei Commandos prima e nelle Brigate Nerazzurre poi…
Unica costante della vita l’Atalanta che accompagna questo ragazzo fino alla scoperta della sua seconda passione, il Boss Bruce Springsteen, ma questa è un’altra storia.
Tifare Atalanta era per pochi, la maggior parte degli amici e dei compagni di scuola erano tifosi di Milan, Juve o Inter… quando poi ci fu la retrocessione in serie C il poveraccio sapeva di aver toccato il fondo ma senza mai mollare la sua passione, anzi se possibile divenne ancora più forte… bisognava rialzarsi.
Il ragazzo si fa uomo negli anni sempre con le sue passioni, abbonato anche durante il servizio militare conosce poi quella che oggi è la mamma delle sue meravigliose creature. ”Io vado all’Atalanta” le dice…”e non ho intenzione di smettere”. E non ha smesso.
Unica parentesi con le bambine piccole dove allo stadio andava meno frequentemente, ma senza che l’amore per l’Atalanta passasse, anche perché Bergamo in quegli anni era spesso teatro di scontri che non ha mai compreso né condiviso.
Poi le bimbe crescono fu il suo turno, tenendole per mano, di portarle all’Atalanta… condividendo quella passione che solo a Bergamo viene tramandata di padre in figlio… prima in serie B poi la promozione in A e le salvezze sofferte fino all’epoca Gasperini con le cavalcate in campionato e in Europa e le lacrime amare delle finali di Coppa Italia perse.
E così come cominciano tutte le storie finiscono con la stessa frase “e vissero tutti felici e contenti” abbracciati in lacrime sugli spalti dello stadio mentre gli eroi di Dublino alzano la coppa. Quel bambino realizza anche il sogno di suo papà.
Bruno Arsuffi