CASTEL ROZZONE –

Il bianco e il rosso si confermano i colori dello sport solidale e dell’aggregazione a Castel Rozzone, dove la società calcistica nata in seno all’oratorio festeggia i 50 anni di attività. E lo fa attraverso due momenti importanti, all’insegna del divertimento ma anche del ricordo, e passando inevitabilmente anche per il campo di gioco. Si è iniziato ieri mattina, con una Santa messa in onore dei defunti che hanno fatto la storia del CSG: a seguire, l’incontro con due volti storici della società Igor Trocchia e Alessandro Dell’Orto, figure che rappresentano importanti valori che a Castel Rozzone si vuole mantenere sempre in risalto. E’ stata poi la volta dell’inaugurazione di una mostra fotografica dedicata alla storia della società: il tutto in attesa di sabato prossimo, quando alle 18.30 andrà in scena la divertente partita “Polmoni arrugginiti” con le vecchie glorie della squadra, che si sfideranno prima in campo e poi a tavola.
Una realtà unica, il Castel Rozzone, da sempre impegnata nel costruire campioni nella vita, prima che nello sport, e questo sin dal 1969, quando insieme all’oratorio del paese nacque la società, per il primo anno costretta a giocare “in trasferta” a Lurano in attesa che fosse pronto l’oratorio stesso. La volontà dei fondatori era quella di far giocare – trasmettendo valori importanti – i ragazzi dell’oratorio, toccando temi importantissimi che andassero al di là del rettangolo verde. Inevitabile quindi che a Castel Rozzone si formassero figure importanti per lo sport (e non solo) bergamasco, come Igor Trocchia, arrivato in paese insieme alla coppa “Hall of Fame” ricevuta nei giorni scorsi a Coverciano per il suo importante gesto antirazzista quando ritirò la sua squadra dal campo di gioco a seguito di un insulti per il colore della pelle di un suo giocatore. Oppure come Alessandro Dall’Orto, giornalista affermato che a Castel Rozzone ha giocato per cinque anni ottenendo grandi successi e trovando, parole sue, «una vera famiglia» in seno a questa società speciale. «Per trasferire il futuro è necessario conservare la memoria del passato», spiega Marco Castelli, dirigente (ma soprattutto, come precisa lui stesso, «tanto innamorato») del Castel Rozzone in prima fila nell’organizzazione dell’evento. Insieme a lui gli altri protagonisti di questa splendida realtà biancorossa, dal Presidentissimo Cesarino Rozzoni, da ben 45 anni alla guida della società, a quel Pierino Cortesi da cinquant’anni (quindi da sempre) parte del consiglio direttivo, fino al Totti di Castel Rozzone, capitan Pancrazio Cortesi, leader dentro e fuori dal campo e sempre in prima fila nonostante i 50 anni.
Uomini di grande cuore, quindi, prima che giocatori e dirigenti, come conferma il progetto in corso con l’Associazione Senegalesi di Zingonia: “Grazie al grosso impegno del direttore sportivo Carlo Finardi, diamo l’opportunità ai ragazzi di utilizzare lo sport per fare aggregazione sociale – precisa Castelli -. In tanti imparano l’italiano proprio il linguaggio universale del calcio: è questo uno dei tanti orgogli di Castel Rozzone».
Fabio Spaterna

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