di Matteo Bonfanti
Per via che una decina d’anni fa uno dei membri della ‘ndrangheta brianzola era il tenero e gentile giardiniere della nonna di mia moglie (“no, Michelangelo no, un pezzo di pane, lui e la sua consorte facevano una passata di pomodoro squisita”), mi sono messo a guardare il rito di affiliazione che lui e i suoi amici avevano messo in piedi nel capanno di Castello Brianza. E’ un video dei Ros, c’è un po’ dappertutto ed è da vedere perché dà un sacco da pensare e diverse opportunità lavorative per noi di Bergamo & Sport. Perché il giuramento dell’Onorata Società fa acqua da ogni parte, pare una barzelletta tanto è organizzato in malo modo. E se la Picciotteria vuole competere con la Mafia e la Camorra, ha bisogno di un ufficio stampa coi controcoglioni. I soldi non sono un problema, in tempi come questi ci si affida spesso al cambio merci. Ed ecco la proposta: noi gli scriviamo un discorso d’iniziazione normaloide, in italiano corrente, con dei riferimenti storici adeguati, e, quando serve, lo facciamo leggere al nostro Kevin che ha fatto elementari, medie e superiori. E loro ci minacciano un poco chi non paga la pubblicità, dicendogli: “Ah, minchia che sei una minchia, se non mi dai i 100 euro più iva del piede a fondo pagina lungo 27 centimetri e alto sei centimetri, uscito lunedì 17 settembre 2012, ti sciogliamo nell’acido”. Poi però devono prometterci di non farsi prendere dall’eccessivo entusiasmo perché morti sulla coscienza non ne vogliamo. L’obiettivo è infatti abbassare un pochino la percentuale dei nostri insoluti, dal quindici al cinque per cento. Non siamo dell’idea di fare una strage di cattivi clienti.
Quindi oggi che non abbiamo partite da seguire, ci portiamo avanti dedicando un’oretta alla risistemazione di quell’obbrobrioso discorsetto che si fa a chi entra nella Famiglia Montalbano. Risolto il problema di avere uno che lo legge decentemente (Kevin è disponibile il giovedì sera dalle otto e mezza alle undici) e non quello a cui s’affidano adesso che fa una fatica boia mangiandosi le prime sillabe delle parole, passiamo al testo. Prima però una tiratina d’orecchie sull’argomento agli amici delle cosche calabresi: noi Kevin ve lo prestiamo, è molto impegnato, ma si organizza e tre ore ve le dedica senza fare drammi (nonostante che la sua fidanzata, probabilmente, s’incazzerà). Resta però che siete una profonda delusione. Fatturate centinaia di miliardi di euro l’anno, il vostro marchio è presente nella gran parte degli stati europei e dà lavoro a migliaia di persone, dicono che tra di voi ci siano anche persone istruite, laureate. Insomma, la vostra è un’azienda solida, in crescita, tra le poche serie in Italia. Un secolo di oblio e finalmente i carabinieri decidono che è venuto il momento di farvi un filmetto. Ok, non è Gomorra, la serie capolavoro campione d’incassi su Sky, ma è un documentario fatto bene, con la telecamera fissa, di lusso, col cavalletto. Ed è un filmatino che, una volta messo su youtube, può farvi fare finalmente il gran salto. Che ne so sequestrare la famiglia Obama o chiedere il pizzo all’intera catena di negozi Wall Mart o farvi comperare l’Aspromonte per una manciata di milioni di euro. E voi che fate? Mettete un’analfabeta a leggere l’iniziazione. Non si fa. Perché così si perdono punti. Coi boss siciliani o campani che si mettono a pigliarvi per il culo, a farvi il verso per strada o al circolo quando andate in vacanza a Napoli o a Palermo. “Dai, picciotto, fammi la barzelletta sul calabrese che tartaglia quando intimidisce il negoziante”. “O-o-o-o-ci-ci-ci-da-da-da-te-te-te-i-i-i-sol-sol-sol-di-di-di-o-o-o-vi-vi-vi-spa-spa-spa-ria-ria-ria-mo-mo-mo”. E giù a ridere, a farvi le pernacchie o le puzzette. Ed è un danno della miseria. Perché in questo mondo l’immagine conta un botto e se non siete credibili gli affari crollano. E i vostri spacciatori perdono il lavoro e pure i killer che sparano per voi. E i loro figli si mettono a chiedere la carità. E al peggio non c’è mai fine. E capita il dramma nazionale perché il ponte sullo Stretto non si fa più. E la recessione continua. S’inasprisce. E il Paese piange lacrime amare. E Renzi si dimette. E ci tocca ancora Silvio che adesso che ci ha il cane, Dudù, non ha tempo per niente e per nessuno. E succede che diventiamo uno stato sottosviluppato. E ai nostri bambini gli viene la pancia gigante e piena zeppa d’aria come agli africani. E muoriamo d’Ebola.
Ma passiamo alla lingua italiana. Che è quello che ci interessa. Nel capanno il boss analfabeta attacca così, subito alla cazzo, a vanvera e in stile vetusto: “Buon vespero e santa sera ai santisti. Giustappunto questa santa sera, nel silenzio della notte e sotto la luce delle stelle e lo splendore della luna, formo la santa catena. Nel nome di Garibaldi, Mazzini e La Marmora, con parole d’umiltà, formo la santa società”. Che schifo. Che orrore. Ma cos’è? Un funerale? E poi chissenefrega del meteo. Forza cosche, è un momento importante, mettiamoci un po’ di verve e lasciamo stare se il cielo è terso o ci sono le nuvole. E quindi via col cambio del rito di affiliazione (opera collettiva della nostra redazione e che Kevin canterà in stile rap): “E’ qui la festa della ‘ndrangheta. Bella lì, adesso ci diamo la mano, facciamo un bel girotondo e tu diventi mio fratello. E poi andiamo insieme a sparare in testa a qualcuno che ha dei soldi nel cassetto. E ci spartiamo il bottino nel nome di un sacco di simpatici cattivoni come Hitler, Stalin e Saddam. E affanculo alla mafia”. Questo è dare ritmo al periodo. Che uno, dopo un giuramento del genere, va a spaccare il pianeta: si sente superman, è invincibile. Prima, invece, tra la luna, le stelle, Garibaldi, Mazzini e La Marmora, entrava nella ‘ndrangheta e andava dritto a farsi una pennichella.
Avanti con le modifiche. Vecchia versione, quella dell’analfabeta: “Dite assieme a me: giuro di rinnegare tutto fino alla settima generazione, tutta la società criminale da me fino ad oggi riconosciuta per salvaguardare l’onore dei miei saggi fratelli. In nome di Garibaldi, Mazzini e La Marmora, passo la mia votazione sul conto di Buttà. Se prima lo conoscevo come un saggio fratello non fidelizzato, oggi lo conosco per un saggio fratello”. Sipario sulla nostra che evita tanti noiosi fronzoli risparmiando tempo prezioso da dedicare alle estorsioni: “Buttà, giura sul tuo babbo e sulla tua mamma che ci sarai fedele e non farai il chiacchierone con le guardie”. Tralascio di trascrivere il finale del rito di quei noiosi sentimentaloni che sono i criminali originari della Calabria. Metto il link delle immagini sotto l’articolo. Anche se vi dico che non vale la pena andare a vedere come va a finire lo sproloquio dell’analfabeta perché siamo sempre alle solite pippe: “Ci sono le stelle, la luna splende, tu sei mio fratello, io il tuo, ci vogliamo bene, ci piacciono Mazzini e gli altri eroi della Giovane Italia che andavano in giro insieme, mano nella mano, in mille. E pe pe pe, pe pe, pe, pe”. Ci manca solo la rima “sole, fiore, cuore, amore” e che si mettano a limonare tra di loro mettendo in sottofondo “Please, forgive me” di Brian Adams o “T’innamorerai” di Marco Masini. Basta fare le donnicciole: ‘ndranghetisti, fuori i coglioni. Affidatevi al nostro ufficio stampa. E camorristi e mafiosi non vi diranno più che siete l’unica organizzazione mafiosa che aderisce al Gay Pride.
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