Oggi l’Italia si ferma a commemorare le oltre 100 mila vittime in un anno di pandemia.

Oggi il presidente del Consiglio, Mario Draghi, sarà a Bergamo, alle 11, per commemorare le vittime della nostra provincia, le oltre settemila vittime bergamasche della tragedia che ha colpito nella maniera più devastante possibile la nostra provincia.

Un anno dopo ricordiamo tutte quelle vite perdute, divorate da quel mostro invisibile che ci ha aggrediti a sorpresa, alle spalle, senza che fossimo preparati ad affrontarlo.

La notte del 18 marzo resta la notte simbolo, con l’immagine di quella lunga lugubre fila fila di mezzi militari che portavano le bare da smaltire nei cimiteri delle altre città in grado di cremare le salme.

Nessuno di noi potrà mai dimenticare quella notte, il pianto cupo delle sirene a ogni ora del giorno, le strade vuote, le bombole portate nei condomini per aiutare chi era allettato a casa.

Un anno dopo Bergamo sta ripartendo ma ha bisogno di aiuti concreti e mirati per rilanciare la sua impresa, il turismo, le sue attività commerciali, l’aeroporto di Orio: oggi il premier Draghi ascolterà il sindaco ed una delegazione di imprenditori e commercianti.

Sarà un momento simbolico ma anche concreto.

Mola mia. Bergamo ha inciso sulla pelle di ogni cittadino questo motto, che non è un modo di dire ma di vivere.

Ma adesso Bergamo attende gli aiuti promessi, economici in primis.

Oggi è il momento delle preghiere e del ricordo, ma anche dei fatti concreti, delle promesse da mantenere

 

Fabrizio Carcano

 

La foto è del fotografo Tiziano Manzoni