Capire e farsi capire, sul rettangolo verde come nella vita quotidiana. Gli ultimi a doversi mettere di buzzo buono sono nuovi, anzi nuovissimi, entrati dalla finestra estiva del calciomercato. L’olandese Mitchel Bakker, il maliano El Bilal Touré e il bosniaco Sead Kolasinac. Se il calcio è un linguaggio universale, non per questo non bisogna imparare la lingua del Paese dove il luogo comune vuole che il calciatore debba farsi capire innanzitutto coi piedi. In un’Atalanta sempre più internazionale con salde radici in Europa, i ritrovati assi di coppe imparano a comunicare col profeta della panchina Gian Piero Gasperini in un istituto scolastico di Bergamo a portata di mano e tra i più rinomati tra quelli paritari e privati.
Il ritorno alle 21 del 21 settembre a una competizione UEFA all’esordio del Group Stage D col Rakow Czestochowa è rappresenta il nuovo inizio di un percorso di crescita fatto di lavoro secondo lo spirito bergamasco, delle scelte di una società lungimirante col cuore sul territorio e la testa al mondo, della filosofia del miglior allenatore passato da queste parti e infine di tanti campioni che hanno vestito con orgoglio i colori di una maglia “sudata sempre”. Tra gli sponsor e i collaboratori che l’hanno assecondato, la Scuola Imiberg di via Santa Lucia a Bergamo, Educational Partner ufficiale dell’Atalanta Bergamasca Calcio.
Un ruolo non secondario, poiché nell’ambito di questa collaborazione Imiberg da alcuni anni cura con propri docenti i corsi di lingua italiana per i nuovi acquisti stranieri che ogni anno entrano a far parte del roster gasperiniano. “La conoscenza della lingua – sottolinea Michele, giovane prof. che fra i primi ha curato i corsi – è un elemento essenziale di comunicazione con il mister e con i compagni. Non si tratta soltanto di potersi “arrangiare” sui social o nelle interviste postpartita, ma è un elemento indispensabile per comprendere in tempo reale le indicazioni del mister in allenamento (dove magari c’è tempo di dare qualche spiegazione in più) e in partita”.
Negli anni alla frequenza in sede in città e alle lezioni online (scelta obbligata durante la pandemia, ma per certi versi meno motivante) si è preferita la presenza fisica dei docenti al Centro Sportivo Bortolotti di Zingonia, l’epicentro delle attività nerazzurre, ottimizzando tempi e qualità dell’insegnamento. “Lo scorso anno – sottolinea Laura, docente specializzata – ho seguito Lookman, Hojlund e Soppy: i risultati sono stati positivi. I calciatori hanno impegni e tempi molto serrati e grazie alla disponibilità della società abbiamo ricavato momenti di studio in sede, ospitati nella sala di rappresentanza, fra coppe e trofei. Quest’anno i nuovi studenti sono Bakker, Touré e Kolasinac, cui propongo (compatibilmente agli impegni europei e infrasettimanali) lezioni di poco meno di un’ora. Evidentemente l’esigenza è quella di apprendere al più presto termini tecnici e “parole chiave” delle direttive di Gasperini, ma non tralasciamo aspetti di conversazione e qualche nozione di grammatica. Devo dire che sono tutti ragazzi giovani e motivati, disposti a seguire questo ulteriore impegno con convinzione e rispetto”.
L’insegnamento e lo sport dialogano ogni giorno nell’attività dell’Imiberg secondo i quattro pilastri del metodo educativo seguito in Santa Lucia: valore allo studio, attenzione alla persona, apertura al mondo e mentalità sportiva. “Nel liceo scientifico sportivo si pratica e si studia scientificamente lo sport. Una sperimentazione che dura da otto anni, che ha come focus principale lo sport e lo osserva avvalendosi dei punti di analisi storico-letterario, artistico, scientifico, giuridico, economico e tecnico. Un percorso dedicato sia agli sportivi di alto livello che ai ragazzi interessati alle professioni del mondo dello sport. La nostra Polisportiva è nata da genitori e insegnanti, che hanno voluto creare un luogo dove i giovani potessero fare sport con degli istruttori qualificati, in continuità con la visione educativa dell’Imiberg. Attualmente propone Atletica (corsi introduttivi e squadra agonistica), calcio a 7 pulcini, esordienti e giovanissimi) e danza acrobatica; tutti svolti nelle nostre strutture al termine delle lezioni, aperti anche a studenti di altre scuole”.
Resta fra i docenti del corso di lingua per i calciatori atalantini un senso di soddisfazione carico di entusiasmo. “E’ un’esperienza che ci arricchisce vicendevolmente – conferma Tommaso che ha seguito Palomino, Gosens, Castagne, Haas, Cornelius, Malinowskyj, Ibanez, Mahele e quest’anno Lookman – e si finisce per stringere amicizia. L’apprendimento della lingua è un elemento fondamentale anche per entrare più compiutamente nel progetto tecnico e agonistico della squadra. Sul rendimento dei singoli non è giusto fare classifiche, ma merita una citazione Gosens, davvero un bravo studente”. Michele e Tommaso sono atalantini da sempre e “di famiglia”, ma il corso di lingua ha contagiato anche la docente Laura. “Diciamo che sono diventata atalantina per voler seguire i ragazzi e apprezzarne i risultati. Amici e parenti a volte mi sollecitano per un autografo o una maglia, ma preferisco mantenere su questo il distacco che compete al ruolo di docente. Ho però promesso che magari una volta andrò allo stadio: per me sarebbe la prima assoluta…”.