Così come è andata in questi giorni, perfetta sintesi della mia vita felice, ma terribilmente fantozziana. Torno a Bergamo dal mare la sera dell’8 agosto, corro in redazione per una serie di lavoretti che devo assolutamente completare e c’è un caldo che toglie il fiato. Passo da Piazza Pontida e pare il Sahara. Il giorno dopo, intorno alle 3 del pomeriggio, sotto un sole cocente, vado a prendermi un panino con la mortadella alla Coop di via Broseta. Sono a piedi, dall’asfalto mi salgono tra il naso e gli occhi quaranta gradi tondi. Mi accorgo che inizio ad avere le visioni, prima due pinguini tattici nucleari che protestano contro le case farmaceutiche travestiti da hot dog, poi Arisa completamente biotta che trasporta in testa una botte manco fosse una dea greca a zonzo per il deserto, quindi, in ultimo, non certo per importanza, la Madonna. Parlo a Maria Santissima, donna che stimo da sempre, e mi consiglia di comperarmi una bici elettrica, spiegandomi che le migliori si trovano nel punto vendita Mediaworld di Orio al Serio. Mi dice: “Matti, fai una pazzia, e vedrai che svolti, starai di nuovo al fresco. Noi in paradiso da anni giriamo tutti così”. Ci penso, prendo la Pandona Aranciona a Metano, che nel frattempo è diventata un forno a legna per fare delle ottime pizze ai quattroformaggi, e in un battibaleno sono al centro commerciale. A Oriocenter si sta da dio, che c’è l’aria condizionata fortissima, e io passo un paio d’ore a guardare e riguardare la Yellow Cinque Velocità Turbo. Me ne innamoro. Costicchia, che è davvero il mezzo più bellino del noto negozio, mi faccio due passi e chiamo mia mamma, Valeria, un angelo che mi dà al volo la necessaria copertura finanziaria. Ne parlo a colleghi, amici e parenti e per una volta c’è l’unanimità, “prendila, Matti, che magari butti giù anche un po’ di panzetta”. Quattro giorni dopo, domenica 14 agosto, arrivo trionfale in ufficio con la mia fuoriserie elettrica. Faccio un giro, due, tre, quattro, al quinto mi accorgo che a Bergamo l’aria sta cambiando, le nuvole, che mancavano da sei mesi buoni, stanno sopra la mia testa, grigie e incazzate nere perché cariche di pioggia. A Ferragosto si scatena il primo dei tre uragani che mi coglieranno all’improvviso mentre sono felice felicetto sui pedali lungo le strade della mia meravigliosa città, anche oggi bagnata da una costante e incessante acqua torrenziale.
E allora io rifletto e mi accorgo di sentirmi in colpa con contadini e agricoltori, soprattutto con Ernesto, il marito di mia mamma, che in primavera per via della siccità non ha cavato manco una rapa dal suo orto e quest’anno sarà il primo che vivrò senza magnarmi tre volte la settimana il suo delizioso pesto. E mi dico “ma non potevo comperarmi la bici a marzo così da salvare i raccolti dell’intera Lombardia?”.
Matteo Bonfanti
Nella foto: sullo sfondo la mia Pandona Aranciona a Metano pronta a riportarmi in giro perché qui da noi potrebbe davvero piovere per sempre
giovedì 18 Agosto 2022